Con gli occhi di Peppino Impastato

:
9 Maggio 2020

Se c’è una cosa che non sfugge a tutti noi, è lo sguardo dell’eroe, fiero ma tenero, lucido di speranza e velato appena di tristezza, talvolta proiettato oltre l’azione del presente per contemplare da lontano l’importanza del coraggio, la potenza dell’ironia, la transitabilità del pensiero, la delicatezza della bellezza. L’eroe è una persona che si assume le responsabilità degli indifferenti, traendone magicamente una forza che prima era codardia e inettitudine all’impegno.

Ogni persona che lotta contro un sistema perverso di corruzione sa, in cuor suo, di poterlo fare in virtù di un talento, di un atteggiamento mentale aperto al mondo, di una coscienza superiore messa al servizio degli umili. Peppino esercitava un’arte che liberava una forza pari a quella di Anteo: l’onnipotenza della Mafia veniva sistematicamente ridimensionata dalla voce gigantesca della verità a difesa della libertà. Peppino non aveva potenti gruppi editoriali alle spalle, non ha scritto un’apologia della criminalità, non aveva una scorta, non ha fatto soldi votandosi a vittima di un potere delinquenziale. Peppino non ha fatto della sua missione un marketing di successo e giammai avrebbe indossato i panni della vittima privilegiata, tanto più che non si sentiva minacciato nemmeno quando il pericolo lambiva tangibilmente la sua incustodita e vulnerabile esistenza. Chi doveva proteggerlo, non lo ha fatto.

Gli eroi come lui muoiono lasciando molto più di un ricordo, o di un esempio da prendere a modello. E agli uomini del suo stampo non si addice la liturgia di rituali celebrativi post mortem. Peppino Impastato è entrato di diritto nella memoria collettiva di un popolo poiché ne ha preso in qualche modo le sembianze, offrendo i suoi occhi a chi non poteva vedere oltre, e restituendoli, dopo la morte, al prossimo suo. Con quegli occhi, solo con quegli occhi, noi oggi possiamo guardare alla verità e perseguirla con l’intensità e la naturalezza di uno sguardo senza paure, che sapeva essere leggero, dolce, colmo di vita.

TAG: giornalismo, mafia, Peppino Impastato
CAT: società

2 Commenti

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

  1. uldio-calatonaca 4 anni fa

    Bravo, bravissimo, un bel ricordo dovuto e voluto nella ricorrenza. Belle parole con dentro anche una punta sottile (perciò penetrante) diretta a chi trova troppo tornaconto in certe lotte. Peccato che- da quanto intendo- questa rivista, questi articoli, i rari commenti e questo pezzo lo legge quasi nessuno. Messaggi dentro bottiglie che nemmeno arrivano a mare.

    Rispondi 0 0
  2. oscarnic 4 anni fa

    Grazie per l’attenzione, Uldio.

    Rispondi 0 0
CARICAMENTO...