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Costume

Nella terra degli ‘Umarells’

di Gianluca Angelini
11 Aprile 2016

L’Italia è piena di cantieri. Grandi, piccoli. Importanti o dimenticati. Soprattutto cittadini. Osservati, con attenzione e spirito critico – molto spirito critico – da un esercito di anziani e pensionati. Mani dietro la schiena, estate o inverno, se ne stanno lì a guardare, concionare, dare consigli. Un po’ ovunque, da Nord a Sud. Ma se c’è una terra d’elezione, una che dell’anziano-fermo-a-guardare-il-cantiere ne ha fatto una vera e propria mistica, beh, quella è l’Emilia-Romagna.
Sarà per quella parola bolognese ‘Umarell’, ossia omarino, divenuta – per geniale intuizione di Danilo Masotti che sul tema ha scritto un libro amatissimo – la definizione perfetta, usata ormai urbi et orbi, ma, tra la ‘Via Emilia e il West’, l’anziano-scruta-cantieri è una vera e propria religione. Dal Modenese, al Bolognese, giù giù fino a Riccione, l’Umarell è un vero e proprio protagonista: amato, vezzeggiato, coccolato. Pure premiato. Capace di attirare la simpatia di Amministrazioni e cittadinanza varia.
Se nel 2015, a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna è nato il ‘Premio Umarell’ – che, alla sua prima edizione, ha incoronato il signor Franco Bonini, per la sua fedele presenza al cantiere ‘Bologna per Bologna’ tanto da vincere un incontro con il direttore dei lavori Fabio Monzali – nei primi mesi dell’anno è stato tutto un susseguirsi di iniziative dedicate agli omarini. Ultima in ordine di tempo, quella della città di Mirandola, nel Modenese, che ha lanciato, con gran successo, il progetto scolastico ‘Umarells a Mirandola’ grazie al quale ‘pensionati professionisti’, sorveglieranno i tanti cantieri aperti in città dopo il terremoto che sconvolse l’Emilia nel maggio del 2012.
Dall’inizio del 2016, ad ogni modo, è stata lanciata, sempre grazie all’intraprendenza di Masotti, una app – ribattezzata ‘Umarells’, e come sennò – che geolocalizza tutti i cantieri in Italia permettendo agli appassionati di non perdersi nemmeno una occasione per osservare e discettare riprendendo i lavoratori con il più classico dei ‘guarda che così non va…,’ mentre, nel capoluogo regionale è nata la ‘Umarèl Card’, ideata dall’associazione ‘Succede solo a Bologna’ per aiutare economicamente il progetto ‘Io sostengo San Petronio’ e completare i lavori di restauro della Basilica. Nel dettaglio, con un’offerta minima di cinque euro, si riceve una carta che offre la possibilità di scegliere quando seguire gli operai all’opera. La prima data per la supervisione ai lavori è caduta lo scorso 18 marzo.
E se sotto le Due Torri una farmacia presenta, scherzosamente, tariffe agevolate per gli ‘Umarells’ che seguiranno i lavori di restauro della struttura e pure gli operai si preoccupano dei loro osservatori, tanto da scrivere su un cartello affisso a una rete metallica ‘’La direzione informa che i lavori si sono spostati in Piazza San Francesco’ – una cosa piaciuta anche al sindaco, Virginio Merola, che ha rilanciato sulla sua pagina Facebook la foto e l’invito a seguire nuovi cantieri cittadini – a Riccione, nel 2015, il Comune ha stanziato 11.000 euro per retribuire i pensionati impegnati a sorvegliare i lavori in corso.
Una mossa apprezzata anche ai media nazionali che, nelle scorse settimane, hanno dato diverso spazio alla notizia pur se, più di recente, il Comune romagnolo ha deciso di non pagare più gli anziani rivedendo, così una scelta compiuta dalla precedente Amministrazione di diverso colore.
Difficile, gli ‘Umarells’ se ne abbiano troppo a male. Ché guardare i lavori, commentare, redarguire scuotendo la testa, passare la giornata tra amici appoggiati a una rete metallica, è uno stile di vita. Senza prezzo.

(Immagine di copertina tratta da la pagina Facebook ‘Umarells’ – foto di Salvatore Martini)

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