Memoria dopo la Giornata della Memoria

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8 Febbraio 2016

Alcuni segnali positivi fanno cogliere che nonostante tutto, per quanto venga diversamente sentita, manifestata e valutata, la Giornata della Memoria si sia dimostrata ancora utile. Alcuni eventi sono stati chiaramente promossi dalla concomitanza, o comunque in prossimità temporale, con questa data. Altri episodi invece non permettono alcun ottimismo e la riconducono perciò ad uno strumento inefficace a smuovere le coscienze. Si incominci a considerare il bicchiere mezzo pieno:
Annunciata la diffusione di documenti storici via internet ..
La Presidentessa della Camera Laura Boldrini ha scelto, non casualmente la giornata del 27 gennaio per annunciare che verranno resi consultabili i fascicoli finora coperti dal segreto di Stato che erano stati sepolti nel cosiddetto Armadio della Vergogna, un archivio nascosto rinvenuto fortuitamente negli anni novanta presso la Procura Militare a Palazzo Cesi-Gaddi, pieno di atti istruttori lasciati decantare con oltre 2000 notizie di reato sulle stragi nazifasciste.
Del pari in Israele è stata resa pubblica la richiesta di grazia presentata nel 1962 da Eichmann. Un documento che rivela come questi sino all’ultimo si sia sempre ritenuto irresponsabile ultimo delle sue azioni, mascherandosi dietro l’alibi degli ordini ricevuti.
.. mentre altri veleni, almeno per ora, spariscono dalla rete
Il Ministro degli Interni tedesco De Mazière ha fatto chiudere in Germania il sito neonazista e negazionista Altermedia Deutschland, il cui server peraltro è in Russia e deve essere spento dalle autorità di quel Paese. In esito a perquisizioni svolte in 4 Länder ed a Lloret de Mar in Spagna sono stati arrestati due cittadini tedeschi, Ralph Thomas K. di 27 anni, e Jutta V. di 47. I due sono ritenuti essere, con altre 3 persone identificate, gli amministratori del sito. Diffondevano, dopo averli esaminati ed approvati, contenuti postati da simpatizzanti che incitavano all’odio ed alla violenza razzista e negavano la Shoà. I contenuti a sfondo neonazista, potenzialmente scaricabili in tutto il mondo erano idonei ad incoraggiare azioni violente ed ad intimorire i gruppi di persone schernite, in nocumento dell’immagine della Germania all’estero, ha indicato la Procura Generale Federale motivando il proprio intervento e l’accusa contro gli arrestati di aver costituito un’associazione criminale.

E si può annoverare pure positivamente come i media tedeschi diano costantemente larga eco ai procedimenti legali contro i gruppi neonazisti (NSU ed Old School Society, procedura di divieto della NPD). Si indaga addirittura per la presenza, perseguibile come apologia del nazismo, di un simbolo della Wehrmacht su un carro armato finto in una sfilata di carnevale a Steinkirchen. In Italia poi, ma questo già nell’ottobre dello scorso anno, la Camera ha approvato e licenziato devolvendolo in terza lettura al Senato, il disegno di legge sul reato di negazionismo.

 

Nuovo afflato nel perseguire i crimini contro l’umanità ..
L’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo è imputato all’Aia perché avrebbe fomentato 116 omicidi, 38 violenze carnali ed altri 118 crimini perpetrati dai suoi sostenitori che non intendevano accettare gli esiti elettorali.
Annunciata l’apertura in aprile ad Hanau nell’Assia del processo ad un ex SS guardiano ad Auschwitz. Ormai 93 enne l’imputato, per l’età avanzata, sarà giudicato in udienze della durata di non oltre 4 ore, di fronte però al tribunale minorile, perché all’epoca dei fatti aveva 19 e poi 20 anni. L’imputazione è di concorso in omicidio in almeno 1.075 casi in riferimento a 3 trasporti rispettivamente da Berlino, Drancy e Westerbork tra il 1° novembre 1942 ed il 25 giugno 1943. Ad oggi ci sono 3 parti civili costituite.
Ancora prima a Detmold in Nord Reno Vestfalia parte l’11 febbraio il processo all’ormai 94enne ex guardiano di Auschwitz-Birkenau Reinhold Hanning accusato di correo in 170.000 casi di omicidio. 38 le parti civili costituite: oltre che cittadini tedeschi anche israeliani, americani, inglesi, canadesi ed ungheresi. Al momento non risulta invece nessun italiano (e nessun corrispondente fisso di media italiani figura accreditato).
A Kiel pende la valutazione sull’idoneità di stare in giudizio di una donna ormai 91enne che dall’aprile al luglio 1944 fece da radiotelegrafista per le SS nel comando del lager di Auschwitz. L’accusa ne ha chiesto il rinvio a giudizio -anche in questo caso la competenza sarebbe del tribunale minorile- con l’imputazione di concorso in 260.000 casi di omicidio.
La Procura di Francoforte indaga da tempo -ma forse è tattica per lasciare decantare il fascicolo finché l’indagato non sia definitivamente dichiarabile incapace o deceda, come è già capitato in diversi altri casi (Görlitz, Magonza, Norimberga-Fürth, Amburgo)- contro un 94enne ex appartenente alla 5ª Compagnia delle SS Totenkopfsturmbann che prestava servizio a Majdanek tra l’agosto 1943 e gennaio 1944. Qui avrebbe soprattutto preso parte alla cosiddetta azione Erntefest del 3 novembre 1943 in cui almeno 17.000 detenuti ebrei furono uccisi crudelmente in fucilazioni di massa. Altre indagini relative ad ex guardiani del lager di Majdanek pendono poi anche avanti alle procure di Dortmund e Stoccarda. La Procura di Dortmund ha anche avviato indagini contro tre ex membri della 12ª SS Panzer Division “Hitlerjugend”, per il loro presunto coinvolgimento nel massacro di 86 persone ad Ascq in Francia all’inizio dell’aprile 1944, facendone perquisire le abitazioni a fine gennaio.

 

Ora si veda il bicchiere mezzo vuoto:
.. ma con slancio limitato
Non ci si può nascondere che nel settembre 2013 l’autorità centrale di Ludiwsburg per le investigazioni sui crimini nazisti spinta ad una revisione di tutti i fascicoli archiviati all’indomani della sentenza di condanna in primo grado emessa nel caso Demjanjuk nel maggio 2011 -il precedente giudiziario che ha gettato le basi perché possa essere perseguito in concorso di omicidio chiunque abbia prestato servizio in un campo di annientamento nazista indipendentemente da prove di brutalità specifiche- indicò di avere individuato 40 ex guardiani di Auschwitz giudicabili ancora in vita. Di questi 31 cittadini tedeschi. A tutt’oggi invece si è potuto svolgere 1 solo processo. Quello ad Oskar Gröning, condannato in primo grado a Lüneburg, e per il quale pende appello.
È in forse ancora prima del preannunciato avvio a fine febbraio a Neubrandenburg il processo contro l’ex sanitario con rango di SS-Unterscharführer Ernst-Hubert Zafke . L’imputato ormai 95enne accusato di essere stato attivo dal 15 agosto al 14 settembre 1944 ad Auschwitz/Birkenau. Nell’atto di rinvio a giudizio si fa riferimento ad almeno 14 trasporti da Rodi, Trieste, Lione, Mauthausen, Vienna e Westerbork. Nel convoglio dal campo olandese si trovavano anche Anna Frank con i genitori e la sorella; anche se poi Anna Frank è morta nel marzo 1945 a Bergen Belsen.
Già condannato nel dopoguerra a più di tre anni da un tribunale di Cracovia, Zafke dovrebbe rispondere ancora di concorso in 3.681 casi di omicidio. Giudicato in un primo tempo come incapace di sottostare al processo La perizia era stata impugnata dalla Procura ed il Tribunale del ricorso lo ha ritenuto idoneo, anche se con ritmi ridotti, a sottostare al processo. La Corte ha quindi acconsentito all’apertura del dibattimento ma ha fissato solo 3 udienze per ascoltare un perito. In questo atteggiamento ed in alcune esternazioni nei confronti di una parte civile, il Procuratore ed il legale di parte Prof Cornelius Nestler hanno letto la cattiva volontà dei giudici e li hanno ricusati. Essi intenderebbero aprire solo formalmente il dibattimento per chiuderlo subito, attestando ancora l’incapacità dell’imputato a stare in giudizio.

 

La barca non è piena ..
L’84enne sopravvissuta alla Shoà Ruth Klueger parlando al Bundestag alle commemorazioni del 27 gennaio ha lodato Angela Merkel per avere offerto le porte ai fuggiaschi dalla guerra in Siria. La Germania di oggi ha indicato -ed a ragione- è ben diversa da quella della seconda guerra mondiale.
.. però gli sfollati non sono sempre ben accetti
L’Europa traballa di fronte all’ondata di fuggiaschi. Le sospensioni di Schengen si moltiplicano. La Svezia respinge 80.000 persone. La Danimarca segue il suo esempio. In Germania, dopo l’apertura ai rifugiati, il Partito Cristiano Sociale, una delle forze di governo, vuole imporre un tetto di 200.000 ingressi all’anno. Poco importa che questo sia incompatibile con i diritti umani che impongono l’esame individuale di ogni singola richiesta di asilo. Il suo leader Horst Seehofer riesce a bloccare per 2 anni il diritto al ricongiungimento familiare per chi sia stato solo temporaneamente tollerato ad entrare nel Paese. (Ma non si era detto che un problema del ricorso alle violenze di Colonia fosse dovuto allo sbandamento di tanti uomini soli?). E questo vale anche per molti fuggiaschi dalla Siria in guerra. Angela Merkel aggiunge apertamente che si aspetta che i rifugiati siriani finita la guerra se ne vadano. Inoltre la Tunisia, l’Algeria ed il Marocco vengono classificati come Paesi non pericolosi, la cui provenienza non dà diritto d’asilo. Poco importa se siano una polveriera. Si erigono centri alle frontiere per mandare tutti via più in fretta e comunque chi entra viene chiamato a contribuire con i propri averi alla propria assistenza sociale. Nulla di sostanzialmente diverso da quello che accadeva ai richiedenti rifugio in Svizzera nella seconda guerra mondiale. Stesse incertezze e sbandamento.

Aumentano le intolleranze.
Gli attacchi incendiari a case per i rifugiati in Germania in un anno si sono quintuplicati. Si contano più di 1.000 atti criminali contro tali strutture nel 2015/16. A Villingen-Schwenningen ignoti hanno lanciato nottetempo addirittura una bomba a mano in una casa con 170 richiedenti asilo. Un atto inquietante pur se l’ordigno non è esploso ed anche se poi gli inquirenti lo hanno ricondotto ad una lotta tra addetti alla vigilanza prevalentemente di origini est europee, fermandone 3. In Svezia, uomini mascherati e vestiti di nero hanno aggredito i migranti nel centro città.
Tornando in Germania la portavoce della AfD Franke Petri ha scaldato gli animi dicendo che si deve sparare ai fuggiaschi che cerchino di oltrepassare di nascosto le frontiere. I fuggiaschi sussunti tutti come delinquenti. Ed i giornalisti che vogliano fare la cronaca delle manifestazioni del suo partito come nemici da colpire con spray urticante. L’omologo movimento anti stranieri Pegida nato a Dresda intanto si espande, anche se solo con piccoli gruppi, in molti altri Paesi europei. Dove Pegida non è forte ci sono altre sigle: Partij voor de Vrijheid, Front National, Lega Nord e così via.
Ben inteso l’immigrazione incontrollata non è scevra da problemi, la tedesca ARD riferisce di aggressioni a rifugiati cristiani da parte di altri fuggiaschi mussulmani dentro alcuni centri di accoglienza. Il corrispondente del Corriere della Sera Taino indica che svastiche sarebbero state graffite alle pareti in altri. Ma non ci si può nascondere che anche i nostri padri e madri sono stati sfollati in un’Europa sconquassata. E che il significato del Giorno della Memoria dovrebbe essere prima di tutto di ricordare ed insegnare la tolleranza.
In questo clima, si lasci concludere -per quanto in sé e per sé del tutto inconferente- un dettaglio: la corte costituzionale tedesca di Karlsruhe ha recentemente bocciato un mandato di cattura europeo bloccando l’estradizione in Italia di un condannato in contumacia. Per i giudici tedeschi era un atto dovuto perché l’imputato non si è potuto difendere. Ma è un fatto che esce dalla prassi consolidata e che quindi può essere interpretato come ulteriore segnale di come l’Unione Europea stia rischiando di sgretolarsi.
Tanti forse sanno ricordare con le belle parole, ma non lo vogliono fare con la ragione. E tanti di coloro che sono nati dopo la guerra e dovrebbero aver raccolto il testimone, non sembrano avere capito veramente quel che patirono i loro nonni e genitori. Anche per questo si dovrebbe dedicare attenzione ai tardivi processi agli ex aguzzini dei lager.

TAG: Germania, storia e memoria
CAT: Storia

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