“Lucy e Le Altre”, una rilettura della figura femminile in Philp Roth

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24 Ottobre 2021

“Lucy e Le Altre”, una rilettura della figura femminile in Philip Roth

“Cosi capitò nelle mani del dottor Morris Frankel, d’ora in avanti citato in quste confessioni col il nome di Harpo: In questi ultimi cinque anni, la Scimmia si è dimenata sul divano di Harpo in attesa di sentirsi dire come doveva comportarsi per diventare la moglie e la madre di qualcuno”.

“Lucy e Le Altre”, rappresentato al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo per la regia di Laura Angiulli, è un adattamento e una rilettura della figura femminile in Philip Roth.
Tre sono i piani di narrazioni, tre scenari di vite umane in cui si dispiega il dramma di ognuno. C’è lo scrittore che cerca di scrivere il suo romanzo, è Ethan Zuckermann, alter ego di Roth, che non riesce a inventarsi una storia plausibile, è così preso dal suo ego e dal superare l’impasse che lo tiene fermo che usa la moglie, immaginandola amante. Erotizza il loro rapporto in realtà solo scenico, finto, nei giochi dei ruoli cui le è richiesto di partecipare e nei quali lei non esiste, è un’altra. Lei lo vede e lo guarda, percepisce l’uomo che è, lui, invece, la ascolta trasfigurandola. L’esistenza di lei è funzionale al suo gioco erotico, lei si assume la responsabilità della riuscita di lui. Il loro rapporto è un’antropologia del sesso, la moglie è il desiderio desiderato ma lui non gli consentirà di apportare modifiche ai suoi taccuini quando lei non si riconoscerà nella donna descritta.
C’è poi il dramma di Levov, un uomo che ha sempre agito nel modo giusto, ha combattuto nei marines contro i Giapponesi, ha sposato miss America e lavorato nell’azienda di famiglia con dedizione e conducendola al successo. È l’uomo che incarna la perfezione, attento nel curare una figlia che trasforma la sua ferita in arma di riscatto. La balbuzie di Merry è la ribellione verso il suo mondo apparentemente perfetto, di quell’immagine dell’America vincente, che appunta spille di merito sulle giacche dei suoi valorosi combattenti, distintivi che dimenticano l’umanità straziata e carne fatta a brandelli in nome di falsi idoli. Per Merry, il Vietnam sarà La Repubblica Democratica del Vietnam dove i valori della presunta democrazia americana che Lindon Johnson sbandiera, conoscono lo strazio e la caducità di ideali solo proclamati.
Anche la madre di Lucy si comporterà, secondo quanto il padre le ha inculcato, sempre nel modo giusto, secondo i valori di un perbenismo che tende a nascondere e giustificare la violenza del marito. Lucy, così come Merry, cerca di opporsi a quel mondo maschile impermeabile alle sofferenze umane, desidererebbe che la madre denunciasse il padre, cerca di armarsi di durezza, dimenticando la misericordia, la pietà, la comprensione. Finirà anche lei in trappola sposando Roy, un uomo che non ama e sposa solo perché resta incinta. Un uomo che, come l’intero universo maschile ritratto, è un buon a nulla che spreca il suo tempo tra le donne e il gioco, e, per realizzare le sue aspirazioni di fotografo, è pronto a sacrificare la moglie e il figlio, sottraendo loro lo spazio del soggiorno per trasformarlo nel suo studio.
Lo zio Jules, che rimprovera spesso Roy, è emblematico degli uomini del dramma: un feroce capitalista, ha diverse amanti di cui la moglie è a conoscenza che sono sul suo libro paga.
Tutte le donne del romanzo compiranno atti più o meno estremi per essere accettate dal feroce mondo maschile per cui esiste solo l’autoaffermazione: Lucy, proprio come le altre, ripetendo il copione della debolezza che rimprovera alla madre, darà alla luce un’altra figlia, quella che Roy gli rivela sognava di avere. Un’altra donna, un altro strumento per tentare di cambiare un uomo, che, come tutti gli uomini di questa tragedia, sono così impegnati a scrivere il copione della propria vita da dimenticarsi della fragilità, della comunione di intenti, della partecipazione al mondo di coppia.
In questa rivisitazione, le donne rappresentate, esasperano le caratteristiche di Libby in “Lasciar andare”, che cercherà di adattarsi in tutti i modi al mondo del marito, cancellando la propria personalità fino a diventare ebrea. Divergono, invece, totalmente dal restante mondo femminile di Roth, da Faunia ad esempio, che si ribellerà a un marito violento e diverrà fulcro della vita di Coleman, madre e amante gli accenderà quel desiderio di vita lontano dalle convenzioni. Sono lontane dalla madre di Gabe Wallach, poderoso modello di donna, la cui morte determinerà nel marito uno sprofondamento nella malinconia e in un senso di solitudine. Sono, infine, quelle di “Lucy e Le Altre”, l’antitesi di Miss Reganhearth, schietta, esuberante, dall’andatura solida e mascolina, ma con una capacità di penetrazione che richiamano i suoi fianchi larghi: riesce a comprendere il mondo maschile che nasconde dietro la facciata di borghese perbenismo impulsi e desideri repressi.

TAG: Roth e il femminile
CAT: Teatro

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