E su Malpensa calò il silenzio

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6 Dicembre 2014

E su Malpensa calò il silenzio. Ricordate i fiumi di parole spesi dopo l’accordo Etihad-Alitalia ad agosto scorso o quelli dopo il decreto Linate di poche settimane fa? Politici, amministratori locali, commentatori e quant’altri interessati alla vicenda sono spariti. Salvo qualche sparuta eccezione. Eppure li abbiamo visti prendere posizione in pompa magna, suonare la grancassa mediatica, organizzare manifestazioni davanti al terminal varesino, scatenare dibattiti sui social. Dove sono finiti? Dispersi nel silenzio assordante imposto dalla madre di tutte le battaglie sui cieli italiani, ossia il salvataggio di Alitalia ad opera di Etihad. Azienda che notoriamente ha un piano industriale in cui Malpensa non ha nessun ruolo strategico, a parte la cargo city.

Ed ecco viceversa il rafforzamento di Linate con la funzione di drenaggio di traffico passeggeri pregiato dalla Lombardia e dal Nord Italia verso gli hub di Fiumicino ed addirittura degli Emirati Arabi. Una situazione pericolosa che innesca una guerra fratricida tra due scali che invece dovrebbero essere complementari. Etihad è una azienda privata che comprensibilmente mira solo ai propri interessi, ha chiuso una operazione con Alitalia alle proprie condizioni, la politica si è adeguata e, nel nostro caso, il territorio ne paga le conseguenze. Ma il suddetto territorio non può accettare una situazione penalizzante di questo genere, che mette a repentaglio il futuro dell’aeroporto con le maggiori potenzialità di crescita di traffico d’Italia.

La Sea ha fortunatamente sempre investito nell’adeguare e rafforzare l’infrastruttura. Con l’attuale presidente Modiano sembra addirittura più decisa in questa direzione, anche per sfruttare la visibilità data dal flusso turistico dato da Expo. Chi scrive ha a che fare quotidianamente con il mondo delle lobby e non crede alle coincidenze casuali, soprattutto se trattasi di grandi operazioni con investimenti epocali. Mi fa sorridere pensare alla telenovela della ferrovia Arcisate Stabio, ai tempi data per fatta per fine 2014 e finita nel porto delle nebbie, mentre dall’altra parte riparte la costruzione della linea M4 di Milano che fino a poche settimane fa era data per dispersa ed invece riprende vita e vigore. La prima collegherebbe Malpensa con Alp Transit e quindi porterebbe passeggeri in transito da Malpensa a Zurigo hub in due ore e viceversa. Un concorrente di Fiumicino. La seconda collega il centro di Milano con Linate e quindi con il City airport che drena passeggeri verso Roma. Tutto casuale? A chi ha tempo per indagare l’ardua sentenza.

Credo che il salvataggio di Malpensa, che significa in prospettiva traffico passeggeri almeno doppio di quello attuale, e in soldoni un volano economico ed occupazionale importante per il varesotto, passi non tanto dalla politica ininfluente o prona agli interessi Alitaliani, ma dal territorio in senso globale, che deve fare sistema e trattare direttamente un piano industriale alternativo e quindi espansivo con compagnie aeree di primo livello. Quelle compagnie che in tempi di 5° libertà possono avere interesse ad un hub del Sud Europa. Un’operazione industrialmente non complicata, basta muoversi, magari cogliendo le opportunità che già sono potenzialmente a portata di mano e che portano tutte in Asia. Da Emirates all’Estremo oriente….. anche a costo di scontentare il manovratore.

www.labissa.com

TAG: claudio bollentini, emirates, etihad, la bissa de l'insubria, malpensa, sea
CAT: trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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