Religion Today film festival. Nomadi nella fede
Si è da poco conclusa la XXIV edizione del Religion Today Film Festival, che oltre alla città di Trento ha visto protagonisti altri luoghi di grande suggestione in cui è stato possibile approfondire molti temi legati alla manifestazione di quest’anno dal titolo “Nomadi nella fede” e dedicata al viaggio e al pellegrinaggio.
Un programma ricco e interessante di opere cinematografiche provenienti da varie zone del mondo accompagnate da approfondimenti che hanno coinvolto numerose forme artistiche e culturali, oltre alla Settima Arte: Musica, Pittura, Teatro, ad esempio.
I film hanno partecipato a un numero consistente di concorsi, sostenuti da giurati attenti e preparati, opere che hanno avuto il pregio di far riflettere ed emozionare.
Il premio per il “Miglior film” è andato a Esaù – dell’israeliano Pavel Lungin, autore russo-francese – adattamento di un romanzo omonimo di Meir Shalev in cui si racconta di uno scrittore che, dopo lungo tempo, torna nella sua casa di origine per affrontare il fratello che gli ha rubato amore e denaro; il soggetto è una rivisitazione in chiave moderna della storia biblica di Giacobbe e Esaù.
Tra i molti lavori provenienti dall’Iran, il riconoscimento per il “Miglior documentario-corto” è stato assegnato a I won’t remain alone, di Yaser Talebi: nel nord del Paese mediorientale vive un’anziana coppia di persone disabili. Il figlio più giovane entra in coma dopo un incidente e i due genitori decidono di donarne gli organi, sfidando la tradizione islamica di sepoltura, la burocrazia labirintica e il grande dolore. La troupe cinematografica si reca dalla coppia, dopo cinque anni dall’accaduto, per testimoniare la sua conciliazione con la vita eterna.
Ogni opera presentata la festival non ha proposto solo il tema del dialogo interreligioso, con un messaggio che riguarda la pace e la convivenza tra i popoli, ma ha preso in considerazone anche altri aspetti della realtà attuale come ad esempio il bel cortometraggio intitolato Dolapò is fine, presentato per un pubblico formato dagli studenti delle scuole superiori e firmato da Ethosheia Hylton (Regno Unito/USA) in cui due donne superano insieme i pregiudizi legati al razzismo e ritrovano il legame con le proprie radici afro e con la propria identità.
Tornando alla ricerca spirituale, è stata conferita una Menzione speciale ad un film italiano, del regista Salvatore Romano, dal titolo semplice, ma significativo: L’incontro. Un viaggio fisico e metaforico di un giovane uomo che, in una Calabria aspra e accogliente allo stesso tempo, svolge un percorso di redenzione.
Il Religion Today film festival è una realtà culturale davvero importante, in quest’epoca in cui i valori positivi sono sfilacciati e le priorità capovolte. Il Direttore artistico, Andrea Morghen, ha così dichiarato, al termine della manifestazione 2021: “Lo sforzo organizzativo è stato enorme, ma ora siamo veramente felici” e noi ci auguriamo di tornare “a riveder le stelle” grazie al festival, alle partnership, a tutte e tutti coloro che credono ancora nel nutrimento vivo e fertile dell’interiorità.
Un commento
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Per essere buoni ed altruisti la superstizione religiosa non serve; al contrario, la religione è il terreno fertile per intolleranza, maschilismo ed omofobia, come mostrano gli ultimi 2000 anni di storia, anche presente, e come scritto chiaramente nei vari testi “sacri”. Ogni “apertura” da parte delle superstizioni religiose è in realtà una apertura ad una precedente chiusura causata dalla religione stessa. C’è disperato bisogno di scuole laiche, ovunque, e di solidarietà vera, non soldi spesi in festival del nulla, o cattedrali e moschee