Alessandro
Calvi

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Giornalista. Dopo molti anni in cronaca, dal 2007 inizia a scrivere anche di cose politiche. Si è occupato di giustizia, di diritti civili e dei grandi processi italiani, e ha seguito le inchieste sulla politica e su Cosa Nostra. Nel 2013 ha pubblicato «Hanno ammazzato Montesquieu!» con Castelvecchi; nel 2015 «Paracarri - Cronache da un'Italia [...] che nessuno racconta» con Rubbettino.

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Ultimi commenti

Pubblicato il 10/05/2020

in: A Roma la quarantena è meglio in periferia

Il reportage è costruito sull’idea opposta a quella che mi pare lei abbia inteso: nel pezzo si sostiene infatti che la periferia sia la vera città e che per questo resiste anche in tempi di pandemia, mentre il centro è sparito, incapace oramai anche di fingere di essere una città. D’altra parte, come lei stesso [...] ha osservato, scrivo che «i quartieri che danno le spalle al centro paiono formare una città coerente e vera». Dunque, non capisco come avrei potuto sostenere che la periferia sia figlia di un dio minore

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Pubblicato il 10/05/2020

in: A Roma la quarantena è meglio in periferia

Il reportage è costruito sull’idea opposta a quella che mi pare lei abbia inteso: nel pezzo si sostiene infatti che la periferia sia la vera città e che per questo resiste anche in tempi di pandemia, mentre il centro è sparito, incapace oramai anche di fingere di essere una città. D’altra parte, come lei stesso [...] ha osservato, scrivo che «i quartieri che danno le spalle al centro paiono formare una città coerente e vera». Dunque, non capisco come avrei potuto sostenere che la periferia sia figlia di un dio minore

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Pubblicato il 31/01/2017

in: La difesa della Raggi e i rischi di normalizzazione del M5S

Oggi sul Fatto è uscito un pezzo molto interessante e che in un certo senso riattualizza i dubbi sulle scelte di Grillo su Roma contenuti nell'articolo che avevo scritto qualche giorno fa. Il pezzo è qui http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/cera-marra-dietro-laccusa-a-de-vito-che-favori-raggi

Pubblicato il 15/11/2016

in: Trump, i giornali e quella storia che non leggeremo mai

Grazie, però non generalizzerei alla intera categoria. Anzi, direi che alcuni atteggiamenti - forse perché riguardano certe firme che sono tra le più note - spesso oscurano il lavoro di molti altri colleghi dei quali i lettori non conoscono né volto né firma, e sono la gran parte. Ma, come detto sopra, eviterei di farne [...] una questione di giudizi: il problema è nel metodo di lavoro, ossia nel peso sempre minore che ha la cronaca rispetto alle opinioni, mentre la prima garanzia di una buona informazione sta proprio nella presenza prevalente della cronaca rispetto alle opinioni.

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Pubblicato il 15/11/2016

in: Trump, i giornali e quella storia che non leggeremo mai

I dati si riferiscono alla diffusione media Italia più estero. Quanto ai colleghi, si sbaglia. Non giudico nessuno, figuriamoci. Mi sono limitato ad analizzare il quadro e a rilevare il fatto che, nel racconto di queste elezioni, si sia fatto poco ricorso alla cronaca preferendo affidarsi alle opinioni, cosa che evidentemente non ha pagato, come [...] è evidente. La necessità della cronaca, peraltro, non è una mia idea ma è - o forse era - una delle basi del mestiere.

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