Campagna elettorale: per dirla con Foucault i temi ci sarebbero. Ma poi?
Alberto Cattaneo
Pubblicato - 15/Feb/2018
Amante della letteratura, lobbista per passione, golfista nel tempo libero.
Forse ci siamo sbagliati. Forse in questo Paese tocca essere un po’ meno diretti nell’affrontare il tema della regolamentazione della professione di lobbista. Cinquanta e […]
A Facebook manca l’opzione “non mi piace”. Il successo di un post sta nell’unica scelta del “like”, o viceversa, nell’indifferenza del “non me ne frega […]
Ultimi commenti
in: Dismaland chiude, per fortuna (e grazie, Banksy)
Andrea, Che dire? A Dismaland c'ero anche io. Chissà, magari nello stesso momento, nella stessa coda, sotto la stessa pioggia. Ma forse anche no. Il clima inglese alla fine è uguale sempre a se stesso, pioggia, vento e, quando meno te lo aspetti, un sole caldo e rassicurante. Se non siamo stati nello stesso giorno, [...] alla stessa ora, ti assicuro comunque che tutto era come lo racconti tu, compresa la lunga coda, i bambini nel fango, i punk dai capelli rossi e dalle creste lunghe. Ma i punk esistono ancora? Si entra e il messaggio è chiaro: amuse yourself. Prova a divertirti se ci riesci. Prova a divertirti delle contraddizioni della vita, perché sono ciò che rimane a uno sguardo disincantato sul mondo. Uno sguardo distopico diresti tu. Io preferisco disincantato o dis-ingaggiato. Il senso della vita per Banksy sta proprio nel non essere ingaggiati, nel non crederci. Salvarsi è prendere le distanze. Infatti lo slogan del besument park è "Winning is Strictly Prohibited". Non ci rimane dunque che il disincanto e l'ironia (altra parola chiave) per affrontare il nostro mondo. "It's not you, it's youporn". Non esisti più tu. Tutto è pornografia. Sono stato anche io alla Tate Modern Gallery. Strane coincidenze vero? Tu dici che quelle battaglie, quelle utopie non ti appartengono. Davvero? Certo nulla di paragonabile a quanto vissuto a Dismaland, ma alla Tate c'era la certezza che loro avevano qualcosa per lottare mentre in Banksy no. Qui il porno è strumento di battaglia. A me la pop-art anni 60' e 70' è piaciuta. Io non rinuncio ad un po' di utopia. Pornoutopia? Forse, adesso, bisognerebbe pensare di andare a Calais. Chissà come potrà essere l'arte di Dismaland calata nella realtà e non rinchiusa nella cornice di un parco di divertimenti in disuso. E la nuvoletta dove rifugiarsi dal mondo che, sinistramente, assume le forme di un fungo atomico che effetto farà a Calais?
Altro Chiudi