“NOI” di Evgenij Zamjatin. Un profetico, abbacinante, romanzo


Classe 1972, architetto di formazione, è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Cooperative Lavoratori di Milano (promosso dalle ACLI e dalla CISL), oltre che Presidente Nazionale di Confcooperative Habitat. In questo ambito ha ideato e realizzato il Concorso per giovani professionisti “AAA architetticercasi” nel 2008, nel 2010, nel 2013, nel 2015 e nel [...] 2019. Ha collaborato con Giancarlo Consonni al corso di “Progettazione Urbanistica” presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e, dal 1997 al 2008, ha svolto l’attività di Amministratore in un comune di 18.000 abitanti della provincia di Milano. N.B.: le opinioni da me espresse su "Gli Stati Generali" sono strettamente personali e in alcun modo riferibili alle realtà che rappresento.
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Ultimi commenti
in: La disfatta civica e le pulsioni repressive
Gentile Dino, grazie. Concordo molto sull'impostazione "pessimista" (mi perdoni la semplificazione) a cui lei dà una cornice strutturale che, ugualmente, mi vede concorde nell'analisi. E sì, penso che sia tardi proprio per quella ragione di disimpegno costante rispetto alla costruzione di una coscienza collettiva che - non moralisticamente - potesse determinare una sorta di responsabilità [...] collettiva di stampo repubblicano. Invece siamo al grado "meno di zero". Anche io chiudo con una domanda: e se trovassimo da dove cominciare, sarebbe ancora possibile continuare? Un saluto
Altro Chiudiin: Vasilij Grossman,"Vita e Destino". Un romanzo definitivo
Grazie Roberto. Vedo solo ora il tuo commento che mi fa davvero molto piacere. Grazie di cuore, davvero. Un libro che mi ha toccato nel profondo. Vibrante come pochissime opere. Un saluto
in: L'eutanasia di Stato che ha ucciso Charlie è inumana
Ringrazio del commento e dell'invito. Resto però sul punto che, probabilmente, ho affrontato con troppa emotività; il punto è che questo caso mi ha colpito frontalmente proprio per la violenza con cui lo Stato - richiamandosi a nobili principi - abbia sostituito integralmente la volontà di chi, a mio avviso, aveva l'unica e ultima parola [...] circa la vita del bambino, ossia i genitori. È chiaro che qui il tanto citato "rapporto medico/paziente" sia saltato e nessuna mediazione si è trovata, delegando la decisione ultima ai tribunali e alla scienza. Ma, mi chiedo, è giusto ciò? Perché v'è una sfera della conoscenza che è sempre ipotetica - ossia le immani sofferenze a cui, dicono medici, sarebbe sottoposto il bambino - a cui si dà valore assoluto come sigillo per procedere a togliere la vita, mentre a un'altra sfera altrettanto ipotetica - quella della amorevole compassione piena di speranza di due genitori - a cui con altrettanta assolutezza si nega valore. Per questo penso che sia nei casi limite come quelli che ho citato, sia in questo, debba prevalere la volontà dell'individuo o di chi ne ha la piena potestà. "Nè Dio, nè Stato, nè servi nè padroni", si cantava una volta. Ecco, su questo tema la penso convintamente così. Grazie ancora.
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