Dino
Villatico

bio

Nato a Roma nel 1941, sotto il segno del Toro, il segno di Machiavelli, di Shakespeare, Brahms, Čaijkovskij, Marx, Lenin, ma anche quello di Roma, dell'Italia e della Grecia, l'animale sacro a Dioniso. Fino ai 15 anni ha frequentato le scuole argentine a Bahía Blanca, Provincia di Buenos Aires. Sempre in Argentina ha cominciato gli [...] studi musicali, proseguiti al rientro in Italia, dove ha frequentato anche il liceo classico e poi Lettere all'Università. Ha scritto racconti, testi teatrali, romanzi ed è stato docente di storia della musica nei conservatori: dapprima ad Avellino, poi a Firenze, infine a Venezia. Ha collaborato con la Repubblica in qualità di critico musicale. Oggi continua a scrivere critica musicale e altri scritti di vario genere. Latino e greco non sono per lui lingue morte.

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Ultimi commenti

Pubblicato il 29/06/2020

in: Perché la proposta di Pillon va oltre il porno e riguarda i nostri diritti

Il più cattolico degli scrittori italiani, ma proprio per questo nient'affatto bigotto, Alessandro Manzoni, al moralista di turno, un fraticello, che si scandalizza per la presenza di donne in un convento di frati, fa dire a un altro frate: omnia munda mundis, tutto è puro per i puri. E quando ci fu la condanna per [...] Ultimo tango a Parigi, Moravia, in una conversazione televisiva - allora si conversava, non ci si strillava addosso - disse che l'oscenità non esiste, ma la volgarità sì, e si può essere volgari anche infagottati da un tabarro. Ecco: chi vuole censurare la pornografia è volgare. Non perché la pornografia sia cosa lodevole in sé - non è né lodevole né riprovevole -, ma perché c'è, e proibirla la renderebbe ancora più appetibile.

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Pubblicato il 31/05/2020

in: cartoline acustiche da Venezia #13 Harmonics & Gondola

L'acqua! E', più che il paesaggio, la natura di Venezia. I suoni vi si riflettono come sulla superficie di uno specchio. Un suono simile l'ho trovato solo in un'altra città: Istanbul. Le due rivali pubblicamente nemiche intimamente speculari. Aspetto le altre cartoline.

Pubblicato il 10/05/2020

in: I Navigli e la Fase Dubbia

Non fa una grinza. Ma per la fase uno c'era bisogno di polso fermo, e rischiare un'ingiunzione unica alla quale tutti dovessero ubbidire. Ed è andata bene. Per la fase 2 c'era da prendere invece decisioni politiche, e complesse, Perché la copertura dei virologi non funziona più (inutile chiedere "certezze" come ha strillato un viceministro, [...] perché la scienza non le ha) e la responsabilità ricade su politici che invece proprio della reponsabilità vogliono fare a meno: arte della politica è infatti rendere con una decisione certo il probabile, ma costoro di probabile non vogliono saperne. E allora, che c'è di meglio che ricacciare fuori il topico dell'italiano indisciplinato al quale si contrappone l'italiano delatore? E così eccoci rimpiombati nella confusione abituale della non politica italiana.

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