Enrico
Cerrini

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Nato nel 1986, cresce a Venturina (LI), frazione di Campiglia Marittima, dove ascolta le storie che provengono dalla Fabbrica (l'acciaieria di Piombino) e matura la passione i viaggi e la politica. Nel 2009 viene eletto consigliere comunale. Nel 2015 consegue il dottorato di Economia Politica all'Università di Siena con una tesi incentrata su teoria dei [...] giochi e storia industriale. Trasferitosi a Roma, collabora con la stesura del Rapporto Italiadecide 2018 e 2019. Dal 2022 lavora presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Scrive su diverse riviste online. Nel 2023 è uscito in libreria "Switchland" il suo primo romanzo.

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Ultimi commenti

Pubblicato il 04/06/2022

in: Breve analisi dei quesiti del referendum sulla giustizia

Caro sig. Giuggiolini. La ringrazio per l'interessante commento con il quale mi sono reso conto di come quel passaggio sia ambiguo. Come ho detto sono un profano della materia e ho finito per inserire una frase assolutamente generica e di principio in un contesto che invece è abbastanza preciso. Da qui nasce il contrasto che [...] lei evidenzia. La frase “La magistratura non dovrebbe avere alcuna voce in capitolo” è solo un auspicio generico. Nel mio mondo ideale, se il popolo vota un corrotto dovrebbe tenerselo per tutto il mandato. Capisco bene che questo auspicio non sarà realizzato sia se passi il referendum che se non passi. Però, voterei sì perché mi pare meno invasivo dare un minimo di discrezionalità. Mi spiego meglio, prendiamo ad esempio la remota ipotesi che un giudice condanni un parlamentare per abuso d’ufficio per aver pilotato una gara d’appalto a favore di una cooperativa di disabili. In questo caso, attualmente il parlamentare decadrebbe automaticamente, perché lo ha deciso la legge in primis e poi un giudice. Se passasse il referendum, mi auguro che il giudice terzo reputi opportuno lasciare il parlamentare al suo posto. Pur non rimanendo la mia soluzione ideale, ci sarebbe un minimo correttivo.

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