Luca
Vaglio

bio

Luca Vaglio è nato nel 1973 non lontano da Lecco e vive a Milano dove lavora come giornalista. Scrive di libri, di letteratura e di poesia, di città, a volte di sport, più precisamente di calcio, e di altre cose. Ha pubblicato il romanzo Il vuoto (Morellini Editore, 2019), le raccolte di poesia Il mondo [...] nel cerchio di cinque metri (Marco Saya Edizioni, 2018), Milano dalle finestre dei bar (Marco Saya Edizioni, 2013), La memoria della felicità (Zona, 2008), il saggio-inchiesta Cercando la poesia perduta (Marco Saya Edizioni, 2016) e il racconto In riva al Lario (Lite Editions, 2013).

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Ultimi commenti

Pubblicato il 28/09/2018

in: La mappa della poesia italiana: lirici, performer e sperimentatori

L'articolo è sulla poesia italiana e il quadro-discorso attuale (che ovviamente può essere integrato e ampliato, poiché non è possibile un articolo che dica tutto) è questo, verosimilmente. L'influenza di alcune esperienze francesi si vede ad esempio (non esclusiva, ma insieme ad altre esperienze e scritture) in certe scritture di ricerca, ma qui si parla [...] di letteratura italiana, per quanto è possibile farlo.

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Pubblicato il 13/06/2017

in: Vincere non è l'unica cosa che conta

Caro Tito, (preferisco chi firma con nome e cognome, ma tant'è, e non capisco perchè posta il suo commento tre volte), non ero interessato a fare una rigorosa analisi tecnica della gara (altri l'hanno fatto per quanto possibile), il dato saliente è che la Juventus ha giocato un'ottima finale nel primo tempo e non è [...] riuscita a esprimersi nel secondo (potrebbe esserci qualche ragione contingente: Khedira a corto di condizione per via dell'infortunio, un piccolo problema occorso a Pjanic), semplicemente ho voluto riflettere sul fatto che la Juventus ha partecipato a 9 fonali (più del Barcellona) e ne ha vinte slo due (spesso perdendo, per viarie ragioni, anche con squadre sulla carta più deboli, come ho scritto), da lì il mio suggerimento a viverla con distacco a pensare che vincere non è l'unica cosa che conta, in modo da essere poi più sereni e forse avere più possibilità di vincere. Poi, come è facile capire, uso la parola incantesimo alla fine di un ragionamento articolato, che qui ho appena sintetizzato: è choaro che ci sono modi per spiegare una sconfitta razionalmente, ma spesso, se si guarda al complesso delle cose e alla storia, queste (eventuali) spiegazioni non sono tutto, spesso c'è anche dell'altro, così come in ogni cosa non tutto è risolvibile facendo 2+2. Il senso del mio pezzo è questo. Quanto al taglio in qualche modo letterario, è cosa non infrequente nei pezzi dedicati al calcio e allo sport, soprattutto se non ci si dedica alla pura cronaca, e pure i riferimenti ai classici, ai miti greci e ai linguaggi simbolici sono numerosissimi nel linguaggio della psicanalisi e in altri studi analoghi che cercano di dare conto degli aspetti emozionali, psicologici, intuitivi della realtà... poi, le ricordo che la Juventus ha giocato due finali in tre anni, quest'anno ha eliminato il Barcellona, due anni fa il Real (il Real non aveva l'ossessione di vincere, al massimo un atteggiamento fin anche spavaldo, è diverso, e poi ci sono le fasi, c'è stato un tempo non troppo lontano in cui il Real non riusciva a vincere la Champions)... quindi dire che, al di là dei valori di squadra, c'è (stato) negli anni un "problema" con le finali, ha qualche ragione di fatto, poi, si vedrà, la Juventus è una squadra forte, come altre ha le carte in regola per giovarsi la Champions in futuro e prima o poi per vincerla, Un saluto, LV.

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