Maria Pia
Baroncelli

bio

Maria Pia Baroncelli è laureata in Economia Politica. Vive e lavora a Milano. Ha appena pubblicato un libro sulla scuola italiana: "Tutta la vita all'ultimo banco" per la collana "Le storie" di Zolfo Editore.

BIO

Ultimi commenti

Pubblicato il 12/01/2023

in: Meneghello, "Fiori italiani": contro la diseducazione di Stato

Definire "il volto postfascista" della scuola l'utilizzo di strumenti a risposta multipla per valutare gli apprendimenti degli studenti significa definire post-fascisti tutti gli stati che aderiscono alle indagini OCSE -PISA sullo stato delle conoscenze dei ragazzi nei principali paesi industrializzati del mondo. Senza quelle indagini, non sapremmo in quali drammatiche situazioni versa l'istruzione italiana nel Sud [...] e nelle Isole, non senza qualche diretta responsabilità degli insegnanti -floricoltori. Scusami tanto, ma sei fuori tema. Il post-fascismo, che non so cos'è, è sicuramente un'altra cosa.

Altro Chiudi
Pubblicato il 18/12/2022

in: Dopo la scuola media unica, il liceo unico?

Caro Paolo, d'accordo sulla didattica (che va rovesciata) e sul voto (che va come minimo riscritto in lettere), ma ammeterai che il modello dell'High School uguale per tutti (con una declinazione delle materie facoltative all'interno dello stesso corso di studi) è adottato in paesi con il PIL ben diverso dal nostro? Il modello europeo, invece, privilegia [...] da sempre la formazione professionale, perchè noi siamo ancora paesi manifatturieri (italiani cinesi d'Europa, ricordi) e la manifattura vuole braccia, non cervelli. Peccato che l'ultimo salto tecnologico lo abbiano fatto gli americani, sui cui server stiamo probabilmente scrivendoci e commentandoci a vicenda. Lasciamo che i ragazzi, fino a 17/18 anni si preoccupino di diventare degli adulti sicuri di sé, cittadini consapevoli e che poi imparino un mestiere DOPO la fine della scuola superiore. D'accordo invece sulla segregazione scolastica che deriva da quella abitativa: qui c'è poco da fare. Anzi, c'è molto da fare, soprattutto dentro la scuola. Una scuola che trattenga al suo interno gli studenti per otto ore al giorno, con la pretesa di educarli, oltre che istruirli, farebbe la differenza. Da noi, invece, la scuola promuove, rimanda, boccia. Punto.

Altro Chiudi
Pubblicato il 17/12/2022

in: Una scuola superiore unica per tutti i ragazzi italiani?

Caro Paolo, ti ringrazio per l'attenzione che mi hai dedicato. Ma sono undici gli articoli che pubblicherò sulla NUOVA scuola unica superiore, che in realtà assomiglia molto a quella canadese, ritenuta la migliore del mondo occidentale. Non voglio impedire a nessun ragazzo di ricevere un'istruzione professionale che magari lo potrebbe condurre verso stipendi più interessanti [...] di un laureto in Lettere Antiche, ma siccome credo nell'uguaglianza e nella fratellanza, ritengo che la scelta debba essere rimandata al termine di un percorso di istruzione uguale per tutti. Non sono komunista - ma credo che tutti debbano godere delle stesse opportunità e la scelta della scuola "della vita" a tredici anni non può che essere influenzata dalle radici socio-culturali della famiglia. Conosci figli di medici che vogliono andare a fare gli operai specializzati? Io no...

Altro Chiudi
Pubblicato il 10/06/2021

in: Italia: Baby Boomer tra un bicchiere di vino e una visita dal dottore

Vivo a Milano, una città ricca, dove di conseguenza sono ricchi anche gli anziani. Il pensionato agiato milanese (esiste, per carità) si confonde sullo sfondo delle sciurette con le borse di Prada. Ma ho visto tavolate di pensionati felici al ristorante (anche nei bar e a mangiare certi gelati enormi) nei piccoli centri dell'Italia del [...] Nord e del Centro , dove in effetti i pensionati felici (spesso anche un po' sovrappeso) sono tantissimi. Ecco, molti di loro sono figli dello stato italiano e delle forze dell'ordine (pensionati giovanissimi e a condizioni favorevolissime), mentre invece i pensionati del futuro (a età molto più avanzata dei loro pingui colleghi e con ben altri sistemi di ricalcolo della pensione) potrebbero finire a frugare nei cassonetti. Aggiungo poi che la spinta al sussidio - purchessia - sta comunque travolgendo anche l'italica gioventù, prontissima a preferire una mancetta (bonus, redditi di cittadinanza, eccetera) pur di non finire sfracellata da contratti di lavoro indegni di un paese civile. Il dramma italiano (perdonami la banalità lessicale) è che invece di riformare la legislazione sul mercato del lavoro (per togliere di mezzo le leggi che consentono lo sfruttamento) si preferisce promettere mance e sussidi. A tutti, anche a chi una volta era considerato troppo GIOVANE per ricevere un sussidio ("Ma vai a lavurà" ti direbbero a Milano). Ed ecco quindi che verso il pingue pensionato (del presente e del passato, ma non certo del futuro) scatta l'invidia, rincorsa a mani basse da chi cerca voti: sussidi per tutti, insomma, chiù pilu pi tutti, e poi se per caso ti trovi un lavoro, te la prendi in c**o.

Altro Chiudi
CARICAMENTO...