Salute e clima, un legame inscindibile in una visione ecosistemica

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19 Luglio 2016

Considerazioni a valle della Seconda Conferenza Globale sulla Salute e Sul Clima

di Domenico Vito

 

Il 7 e l’8 luglio, a Parigi, si è tenuta la  Seconda Conferenza Globale sulla Salute e sul Clima. La conferenza, ospitata dalla OMS e dal governo Francese, e in stretta collaborazione con il governo del Marocco, ha riunito più di 300 ministri di governo, operatori della sanità ed esperti nel cambiamento climatico e nello sviluppo sostenibile che si sono incontrati per individuare soluzioni all’impatto negativo del cambiamento climatico sulla salute umana. Sebbene se ne parli poco, I due temi sono infatti fortemente connessi. Lo ha sostienuto anche Segolene Royal, Ministro Francese per l’ambiente e l’energia, che durante la conferenza ha detto: “ Salute e Clima sono inestricabilmente collegati perchè la salute dell’uomo dipende direttamente dalla salute del pianeta”. Questa affermazione pone all’interno di una visione ecosistemica il problema della salute umana, mettendola così in relazione con il cambiamento climatico. Esso, infatti,  colpisce alcune delle determinanti sociali e ambientali della salute, come qualità dell’aria, l’ accesso all’acqua potabile e una sufficiente nutrizione.

Tale impatto, secondo l’OMS può essere attribuito a 4 grandi fenomeni :

1) Alte temperature dell’aria: temperature dell’aria estremamente alte contribuiscono direttamente ai decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie , in particolare tra gli anziani. Uno studio  pubblicato da un gruppo di ricerca dell’ Environmental Change Institute dell’Università di Oxford, ha preso come caso di studio le città di Parigi e Londra osservando la relazione tra ondate di calore e mortalità nelle due città nel 2003. Da questo studio è emerso che a Parigi, durante l’ondata di caldo dell’estate 2003, 506 su 735 morti estive registrate erano dovute ad una ondata di caldo aggravata dal cambiamento climatico. L’ impatto del cambiamento climatico è stato meno grave a Londra con l’aggiunta di 64 morti su un totale di 315 decessi.

2) Inquinamento: i rischi sulla salute derivano anche dall’emissione di inquinanti: dati dell’OMS confermano che  le morti per inquinamento dell’aria raggiungono i 12,6 milioni ogni anno. Queste si divido in morti causate da inquinamento sia outdoor che indoor, e patologie correlate.

3) Disastri naturali e variabilità delle precipitazioni: a livello globale, il numero di disastri legati al clima è più che triplicato dal 1960. Ogni anno, questi disastri si traducono in oltre 60 000 morti, principalmente nei paesi in via di sviluppo. Quando questi fenomeni colpiscono le strutture e altri servizi essenziali generano un gravi danni ai sistemi sanitarii che non sono in grado di rispondere. Inoltre, le precipitazioni possono influenzare le forniture di acqua potabile compromettendo l’igiene e aumentando il rischio di patologie gastrointestinali.

4) Malattie trasmesse attraverso vettori: il cambiamento climatico  influenza pesantemente le malattie di origine idrica e le malattie trasmesse attraverso vettori. Esso  inoltre incide sull’allungamento delle stagioni di trasmissione di importanti malattie come malaria e dengue, alterando allo stesso tempo la loro distribuzione geografica.

Sempre il WHO stima che tra il 2030 e il 2050 , il cambiamento climatico causerà circa 250 000 ulteriori morti l’anno  dovuti a malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. I costi dei danni diretti per la salute (cioè escludendo i costi nei settori di supporto), si stimano attorno ai 2-4 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.

Flavia Bustreo, Assistant Director General per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’OMS, durante la conferenza ha affermato che “il peso delle malattie e delle morti causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento dell’aria non solo è tragico, ma anche evitabile”. Il dibattito difatti, ha avuto come oggetto la protezione delle popolazioni e la possibilità di interventi efficaci, con la proposta di un quadro operativo che definisca le principali funzioni dei sistemi sanitari per aumentare la loro resilienza di fronte alla variabilità al cambiamento climatico. La conferenza ha posto le basi per attivare anche i meccanismi della finanza climatica in un settore  che,  come ha affermato Richard Kinley – capo ad interim dello UN climate forum, è stato “sottorappresentato nella discussione sul cambiamento climatico”. Ad oggi solo 1,5% dei finanziamenti internazionali per il clima sono allocati in progetti per la salute. Eppure, salute e settori correlati come l’acqua e i servizi igienico-sanitari, possono prospettare significativi investimenti legati al rischio climatico.

La conferenza ha inoltre messo in luce i vantaggi del passaggio a fonti di energia rinnovabile. Questi contribuiranno a ridurre i livelli di inquinanti atmosferici, oltre a fornire potenza per i servizi sanitari nei paesi a basso reddito. In questo senso il settore sanitario deve fare un maggiore sforzo per promuovere strutture sanitarie bassa emissione, migliorando contemporaneamente l’erogazione dei servizi e la percentuale di gas climalteranti.

Dalla conferenza è emerso anche il ruolo di una produzione alimentare più sostenibile e di un’alimentazione più sana per migliorare l’ambiente e ridurre le malattie non trasmissibili. Un modo per farlo sarebbe quello di promuovere una dieta ricca di frutta e verdura, tra cui le varietà stagionali locali.E’ stato annunciato anche un gruppo di lavoro per valutare i costi sanitari evitati dagli investimenti in mitigazione e adattamento.

Infine, è stata sottolineata l’importanza del settore della sanità nell’avere una forte leadership nel comunicare ai responsabili politici e pubblici l’urgenza di contrastare il cambiamento climatico e i suoi gravi e crescenti rischi per la salute, ponendo l’accento sui vantaggi che si possono ottenere affrontandolo nelle sue varie componenti come ad esempio l’inquinamento atmosferico. Questo sarà l’obiettivo della campagna BreatheLife, lanciata dall’OMS e della Clean Air Coalition, durante la conferenza.

In conclusione, in una visione ecosistemica globale, salute e cambiamenti climatici sono strettamente correlati: pensare strategie di mitigazione e adattamento significa anche considerare la salute della componente antropica. Ciò si riflette nel legame che la stessa Christiana Figueres ha evidenziato tra gli SDG 3 legato alla salute e l’SDG 13 legato al contrasto dei cambiamenti climatici: “La salute dell’uomo dipende direttamente dalla salute del pianeta”.

TAG: cambiamenti climatici, clima, oms, Salute
CAT: clima

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