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Media

Immigrazione, il ruolo dei media nella costruzione dell’emergenza

di Antonio Nizzoli
22 Giugno 2015

Emergenza immigrati, immigrazione e degrado, immigrazione e criminalità. Di nuovo come nel 2007-2008. Nei report dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza (“http://osservatorio.it/cont/sicurezza/sicurezza.php”) viene indicata come Bolla emergenziale e tiene insieme rappresentazione (nei telegiornali del prime time delle sette reti generaliste), percezione e dati reali. La parte che qui interessa è la rappresentazione (per la percezione ci sono le indagini demoscopiche e forse le recenti elezioni locali e i dati reali arriveranno fra un bel po’). Ecco: le notizie dei telegiornali del prime time ci stanno (ri)raccontando che c’è un’emergenza immigrazione, che il paese è sull’orlo del collasso per l’invasione di decine, centinaia di migliaia di disperati (e in Libia ce ne sono milioni pronti alla traversata!) che metteranno in ginocchio la sicurezza e la convivenza civile dell’Italia.

Possibile che un paese di 60 milioni di abitanti si senta minacciato da un flusso migratorio rilevante ma comunque contenuto sotto lo 0,25% della propria popolazione? Sì, se si (ri)crea un plot narrativo che mette in relazione i fatti più eterogenei secondo il filo rosso dell’emergenza immigrazione. Così gli sbarchi, i centri d’accoglienza pieni, le stazioni ferroviarie stracolme, i valichi delle frontiere presi d’assalto, i casi di scabbia, i giardinetti invasi da bivacchi (ovviamente sporchi e degradanti) si uniscono al braccio staccato con un machete al controllore ferroviario, allo stupro della ragazza disabile, al malaffare di mafia capitale, all’aumento dei borseggi, delle rapine, dei furti, dei campi Rom covi di delinquenti. Ma anche alle foto del degrado delle città, sporche, pericolose, in cui si espletano le funzioni corporali all’aria aperta in pieno centro storico, si devastano i monumenti, si è costretti a vedere decine di disperati in strutture di plexiglass come negli acquari. L’elenco è lunghissimo e controllare se si esagera, si sovrastimi (o sottostimi!) i fenomeni è praticamente impossibile.

Un dubbio rimane: ma “normalmente” le cose sono così diverse? Prima, sei mesi fa, era tutto diverso? E fra tre mesi (o anche uno solo) il plot resisterà o il filo narrativo si sfilaccerà perché poco “trendy”, poco funzionale ad una rappresentazione emergenziale che si sposterà su qualcos’altro? È probabile che l’estate porti ad un cambio di emergenza, perché dopo un po’, se non succede qualcosa di clamoroso, l’appeal emergenziale perde di grip, e viene sostituito da …l’emergenza morti in montagna, i suicidi degli imprenditori, i bitbull che uccidono, l’invasione delle alghe…! Il flusso immigratorio è un problema, non un’emergenza se per emergenza si intende qualche cosa che viene fuori, diventa visibile quando prima non lo era. Sono anni che ci sono sbarchi (ma soprattutto arrivi anche via terra!) e il problema dell’accoglienza non è una sorpresa. Affrontare questi drammi con il tono a cui stiamo assistendo nell’informazione televisiva è un buon modo per gettare fumo negli occhi, spaventare e lasciare nell’indeterminato il problema, senza approfondire da dove vengono, perché, con quali diritti, dove vogliono andare i migranti che ci stanno “invadendo”. Aspettando le “meduse assassine” dell’estate incombente…

immigrazione
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