Sessismo e superficialità: la (non) economista a 5 Stelle

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31 Gennaio 2018

Un refrain di questa campagna elettorale sta diventando quello dei “candidati competenti”. Competenti sono i candidati del Pd, ha detto Renzi, che qualcosa doveva pur dire per rispondere alle obiezioni sull’evidente criterio di fedeltà cieca e assoluta privilegiato nella scelta dei futuri parlamentari. Super-competenti sono poi i candidati del M5S, ha spiegato il capo politico Di Maio, probabilmente ossessionato dalle giuste critiche al dilettantismo di tanti politici grillini (a partire da lui). E così il giovane capo politico ha tirato fuori ora la carta della giovane candidata che lavora a Berlino: “una giovanissima consulente, economista, plurilaureata, che parla cinque lingue e che ha fatto parte dello staff di Angela Merkel”, l’ha definita.

Ora, Alessia D’Alessandro, la candidata in questione, leggendo il suo profilo Linkedin, risulta aver preso una laurea triennale all’Università privata di Brema Jacobs University e poi un master biennale in un’altra istituzione privata tedesca, Hertie School of Governance. A Science Po risulta aver superato tre corsi, quindi supponiamo vi abbia trascorso un periodo come studente Erasmus. Quindi non è plurilaureata, come sostiene Di Maio, ma ha compiuto un percorso universitario di cinque anni, come migliaia e migliaia di suoi coetanei. E’ difficile anche definirla una economista: non ha un PhD in economia e non risultano suoi lavori scientifici (ho controllato su Accademia.edu, dove ha un account, e su google scholar. Se qualcuno ne rintraccia può segnalarli). Avere compiuto studi in ambito economico non fa di nessuno un economista, così come aver studiato filosofia non rende filosofi o scienze politiche politologi. Non ha nemmeno fatto parte dello staff della Merkel (lei stessa dice di averla incontrata una sola volta); semplicemente dall’aprile 2017 è assistente al marketing presso il Consiglio economico della Cdu.
Insomma, si tratta di una ragazza che sta compiendo un percorso di studi e esperienze di buon livello, internazionale, come tanti altri suoi coetanei e possiamo immaginare che farà strada. Ma per la politica italiana e la nuova favoletta dei super-competenti del M5S diventa subito una star, i titoli universitari e dieci mese di esperienza lavorativa trasformano questa giovane donna in una super competente che farà faville in parlamento.

Ma questo patetico modo di concepire la politica (la politica non come percorso, ma come palcoscenico per leader narcisisti e per le loro figurine) investe anche i media. E questo anche perché la giovane signora in questione è molto bella, ha fatto la modella. E ti pareva che i giornali non si lanciassero su questo prelibato boccone pop? E così ecco subito che il Corriere della Sera ci mostra la gallery delle sue foto, trasformando per giunta la giovane in una consulente economica della Cdu! E titola il 30 gennaio «Dalla CDU ai Cinque stelle in Campania», per dedicarle poi una fondamentale intervista il giorno dopo. Il Giornale annuncia addirittura: «Alessia D’Alessandro, la candidata M5S strappata alla Merkel». Nientemeno! Anche una testata serie come l’Huffington la definisce economista e plurilaureata. Si sprecano, naturalmente, i riferimenti alla sua avvenenza. L’Adnkronos, con foto a schiena nuda, titola: «Chi è Alessia D’Alessandro, la più bella delle liste».  C’è chi già l’ha definita l’anti-Boschi. Così come era stata definita anche Anna Falcone. Chissà perché? Ovviamente perché piace tanto il frame della competizione, e in questo caso un frame che si intreccia ad un altro frame, quello della bella ragazza, che però è anche tanto, tanto brava e studiosa. “Clap, clap, clap, ma che bella cosa, signora mia!”

Questo sono la politica e il sistema mediatico italiani: dilettanteschi, provinciali, non distinguono i titoli di studio, attribuiscono professioni a caso, creano personaggi dal nulla per attirare elettori e lettori un po’ babbei. E sessisti. Sì, sessisti, perché ancora una volta, con questo caso si dimostra che le donne interessano in politica quando sono belle, possono essere rese personaggio, possono entrare in una storia che sia edificante, con tocco sexy, affascinante o un po’ tutto insieme.
Intanto la politica continuano a farla i maschi, di politica nei giornali continuano a scriverne i maschi, nei talk show la voce autorevole ha sempre il volto di un maschio.

Forse dovremmo chiedere l’intervento della Nazioni Unite.

TAG: Alessia D'Alessandro, elezioni politiche 2018, m5s
CAT: Partiti e politici

12 Commenti

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  1. gianmario-nava 6 anni fa

    “evidente criterio di fedeltà cieca e assoluta privilegiato nella scelta dei futuri parlamentari”
    1) stabilire degli indicatori di fedeltà, indicando la loro metrica
    2) misurare ogni candidato con la metrica proposta
    3) redigere un rapporto sintetico sulla base di una statistica descrittiva della popolazione indagata
    4) valutare i risultati del rapporto in funzione dell’avvaloramento della ipotesi avanzata
    5) una volta comprovata l’ipotesi lasciarsi andare a commenti caustici sul caudillo

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  2. aldo-ferrara 6 anni fa

    Cara Collega è la tecnica del rialzo. Un giorno, secoli fa, Leolook al secolo Orlando Cascio – per distinguerlo dal più distinguibile Ministro- mi disse ” Se non fa notizia, alza il tiro rilancia…” il sistema è lè mème.

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  3. dionysos41 6 anni fa

    Da condividere sillaba per sillaba. Compresa la “causticità” rimproverata da Nava nei confronti delle scelte di Renzi. Che il criterio fosse la subordinazione al capo l’hanno capito anche dentro il PD! Ma questo, ormai, accade in tutti i partiti. Che ci provino adesso a rimproverare il dirigismo del PCI! Cambiato il riferimento ideologico, il verticismo delle scelte resta lo stesso anche negli schieramenti che un tempo si dichiaravano oppositori dei comunisti. Bel panorama politico, davvero! Incoraggiante, soprattutto.

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  4. mario-bosso 6 anni fa

    Se non sbaglio Walter Veltroni (ex segretario del PD, sindaco di Roma, vice premier, ministro) non è laureato ma solo diplomato (Walter Veltroni ha conseguito nel 1973 il diploma di istruzione secondaria superiore rilasciato dall’Istituto di stato per la Cinematografia e la Televisione) come ad esempio è diplomato Di Maio. Però non ho mai ne sentito ne letto nulla a riguardo. Però fate le pulci agli altri. Che dite volete provarci? Cordiali saluti.

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  5. marco-baudino 6 anni fa

    Ah, informate Di Maio che PhD significa Phisical Doctor, che magari, visto che Ph e F si pronunciano allo stesso modo, magari dall’eccitazione del momento, si sbaglia. Ma non pensate male, non ne sto facendo una questione di…sessismo… ;-)

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  6. daniele-mazzini 6 anni fa

    Articolo molto condivisibile, ma definire l’Huffington post “una testata seria” si poteva evitare!

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  7. gianmario-nava 6 anni fa

    ” il verticismo delle scelte”
    Curiosamente abbiamo un presidente del consiglio dei ministri che, verticisticamente, governa il consesso
    o addirittura un presidente della repubblica che, ancora più solitariamente, sceglie il precedente.
    Per non parlare dei presidenti delle camre che fanno e disfano, all’interno dei regolamenti certo, ma a loro discrezione.
    Ma forse si voleve criticare i “criteri” di scelta noni “ruoli” di chi sceglie.
    Se fosse così, ripeto, come ci si è (si sono) buttati sull’osso della non-economista-modella (che è poi l’argomento dell’articolo, Renzi è messo lì perchè la conversazione sociale oggi lo impone) ci si butta sull’argoneto “fedeltà” senza uno straccio di argomentazione. “Ma è evidente, patente, solare!” Ma anche no. All’ingrosso, per sentito dire, di pancia, seguendo l’onda dei titoli del web, ascoltando gli esclusi, questo il processo di formazione dell’opinione. Rispettabilissima ma anche contestabilissima come non provata ma evocata.
    Il panorama politico è quello che è, nè meglio nè peggio di 10, 20 o 50 anni fa.
    Sono cambiati il contesto, le sfide, i problemi, le opportunità, le persone, le ideologie.
    Ci sono proposte e squadre in campo, scegliete. Se volete che le persone vegano scelte in altro modo, iscrivetevi ad un partito e fate la vostra battaglia. Guardate in faccia i candidati e votate chi volete, ma francamente la questione della scelta per fedeltà o meno mi sembra più liquida dei commenti alla schiena della candidata.

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  8. marco-baudino 6 anni fa

    Mi scusi Gianmario, non confondiamo la cioccolata con quell’altra cosa marrone. 50 anni fa c’erano in Italia dei veri professionisti preparati per la politica. Nel bene e nel male ,ma davvero PhD della politica!! Non la banda di dilettanti allo sbaraglio di oggi!! Ministri della pubblica istruzione analfabeti compresi.

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  9. guido-rietti 6 anni fa

    Non per difendere Di Maio, lungi da me! Ma Ph.D. significa “Doctor of Philosophy” e, se proprio esistesse, Physical Doctor si scriverebbe con la ‘y’.

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  10. dionysos41 6 anni fa

    Caro Mario Bosso, premesso che non ebbi né ho nessuna stima di Veltroni, che la sua cultura non fosse astrale lo si capiva e lo si vedeva, al di fuori del cinema se,bra non capire un’acca, e anche il cinema, se poi lo pratica, non è che gli viene fatto bene. Di Maio, se vogliamo essere buoni, si troverebbe nelle stesse condizioni, ma … in realtà di tutto cviò che ha detto e fatto, niente mi pare raggiunga nemmeno la mediocrissima prestazione di Veltroni. Il punto non è se si ha la laura o no. Nemmeno Montale ce l’aveva. Ma ci ha dimostrato, credo, che poteva farne a meno. Di Maio, che cosa ha dimostrato?

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