Come si vince una battaglia politica: la lezione del dietrofront sui vaccini

5 Settembre 2018

La notizia del giorno è questa: la maggioranza sarebbe pronta a fare “dietrfront” sull’obbligo vaccinale. Cioè, a stralciare dal decreto milleproroghe l’emendamento che rinviava di un anno l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale previsto dalla Legge Lorenzin, a pena esclusione dalla scuola per i bambini non immunizzati. A presentare lo stralcio dell’emendamento sarà un membro parlamentare del Movimento 5 Stelle, cioè del partito politico che delle istanze “no vax” si fa da sempre portatore sulla scena politica italiana.

Se sarà confermata la scelta di mantenere l’obbligo vaccinale come previsto dall’attuale legge, firmata dall’ex ministro del governo Gentiloni Beatrice Lorenzin, ci troveremo di fronte una sonora, evidente sconfitta politica di chi, per anni, aveva accolto e in qualche modo fomentato e posizioni no-vax. Di contro, quando qualcuno perde c’è anche qualcuno che vince ed è, in questo caso, il fronte ampio e “civico” di chi invece ha tenuto il punto per mantenere la legge così com’è.

Sono stati, anzitutto, un gruppo compatto e nutrito di cittadini che sono: genitori di bambini immunodepressi (i più a rischio, in caso di epidemie, perché non si possono vaccinare); genitori di bimbi sani che sanno che i vaccini hanno migliorato la vita di miliardi di esseri umani; insegnanti e presidi di scuole; medici attivisti che fanno bene il loro lavoro e ci credono; giuristi e avvocati che hanno accompagnato il cammino, e in un paese di centinaia di migliaia di leggi servono sempre.

Sono stati loro, tutti questi soggetti, più o meno in questo ordine, a giocare questa battaglia civica, giuridica e politica e a vincerla. Facendo sentire la loro voce con tutti i mezzi che servivano, fino a far comprendere alla maggioranza che il rischio, tutto politico, era di avere guai seri sia dal punto di vista dell’immagine (immaginate la tragedia di un bambino immuno depresso che muore per colpa di un genitore no vax) sia dal punto di vista politico (i no vax sono una minoranza anche tra gli elettori a 5 Stelle, e comunque sono una minoranza estrema ed estremista nel paese). E poi utilizzando tutti gli strumenti legali e perfettamente legittimi in loro possesso, tra cui – ed è stata la mossa dei presidi – quella di ritenere insufficiente (e lo era, dal punto di vista giuridico) lo strumento della circolare per ammettere bambini non vaccinati che, a rigor di legge vigente, dovevano essere esclusi. La storia è sicuramente più articolata di così, e non possiamo escludere colpi di coda nelle prossime sedute legislative. Ma qualcosa ci insegna già adesso, ed è importante annotarlo.

Quella dei presidi, dei genitori, e dei medici è una vittoria tutta politica, tutta giocata nel perimetro degli strumenti dello stato di diritto. È una vittoria fondata sulle proprie buone ragioni e sulla capacità di dimostrarle e diffonderle, capillarmente, sul territorio, ampliando il fronte della battaglia con il dialogo, la spiegazione, il confronto, e isolando avversari fragili negli argomenti. È una vittoria della competenza e della ragionevolezza, e della società civile contro la politica. Una lezione importante, che servirà a chi governa – che governare non è comandare, facendosi comandare dalle proprie minoranze – e a chi fa opposizione. Che chi governa, appunto, si contrasta anzitutto così.

 

TAG: Vaccini
CAT: Partiti e politici

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