Non c’ero a Genova in quel luglio 2001. Ero al mare, per pigrizia, disinteresse, tutti quei buoni motivi che ti portano a non fare quello che sarebbe giusto fare.
I fatti della Diaz mi hanno cambiato la vita: da allora ho giurato a me stesso che non avrei più ceduto all’indifferenza.
Quelle torture e quelle violenze hanno cambiato in me anche il giudizio che avevo sulle forze dell’ordine: fino a quel giorno per me una divisa significava sicurezza, fiducia nello stato. Pensavo agli agenti delle scorte morti per difendere Falcone e Borsellino, e tanti altri fedeli servitori dello stato, che combattono contro i criminali veri, rischiando la vita per un misero stipendio.
Poi, dopo Genova, ho capito che ci sono anche veri e propri criminali che indossano senza onore una divisa, che sono capaci di prendere a calci ragazzini, che sfogano la rabbia per la loro impotenza come uomini prendendo a calci delle donne indifese. A costoro, che non hanno mai pagato per i loro crimini, da allora auguro una fine violenta e senza gloria, come, evidentemente, sono loro.
Spero che Polizia e Carabinieri si liberino al più presto di questa teppaglia che infanga la loro immagine, e i recenti sviluppi fanno pensare che qualcosa stia cambiando.
Nel frattempo, per chi non conosce quei fatti o li ha dimenticati, ecco alcuni riferimenti importanti per documentarsi:
Vent’anni fa, durante il G8 di Genova, avevo smesso di essere un cittadino ed ero solo un padre isterico. Mia figlia aveva 16 anni e ci era andata, vestita di trecce, golf peruviani e catenine, ed a me erano bastate le notizie arrivate il primo giorno per farmi salire in auto e correre come un [...]
Si possono eseguire ordini sbagliati. Si può eccedere in un momento di tensione. Si può cadere nel nervosismo. Nella vita, insomma, si può sbagliare anche quando […]
Attenzione
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Buon giorno.
Non ero al mare.In diretta TV. Non ho perso un minuto dell atroce spettacolo della devastazione di Genova.
Saluti