3 pensieri sulla coerenza

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30 Agosto 2019

Nel pasticciaccio brutto della recente crisi di governo fa un pò specie sentir parlare di coerenza, una cosa che in politica italiana (ma non solo) è un pò come l’araba fenice, che ci sia (all’occorrenza) ognun lo dice, cosa sia nessun lo sa.

E’ incoerente Renzi che prima era contrario all’accordo con M5S, poi ne diventa lo sponsor principale. E’ incoerente Zingaretti che priva voleva votare, poi fa il governo con M5S. Per gli stessi motivi è incoerente anche il Movimento 5 Stelle che lancia una mozione di sfiducia, salvo poi ritirarla quando qualcuno gli spiega che si può fare un governo anche senza di lui.

L’unico coerente sembra Calenda e in tanti gliene danno atto

Ma che vuol dire essere coerente? Cerchiamo su Wikipedia la storia politica dell’unico che sembra esserlo.

Political career
In 2009 Calenda was appointed political coordinator of Future Italy, a liberal centrist think tank founded by Montezemolo.[6]

In 2012 he joined Civic Choice, the liberal political party of incumbent Prime Minister Mario Monti. Calenda ran in the 2013 general election, but failed to win a seat in the Chamber of Deputies.[7]

On 2 May 2013 he was appointed Deputy Minister of Economic Development in the government of Enrico Letta,[8] and was later confirmed in that post in the cabinet of Letta’s successor, Matteo Renzi.[9]

On 20 January 2016, Renzi appointed him Italy’s Permanent Representative to the European Union, an office he took up on March 21 that year.[10] This appointment was criticised by both the opposition and Italian diplomats, because the office of Permanent Representative had always been held by a diplomat and not by a politician such as Calenda.[11][12]

Quindi abbiamo una partenza in Italia Futura, il passaggio in Scelta Civica, tutto sommato in continuità, una candidatura alla Camera non andata a buon fine, un’esperienza di governo con Letta e poi Renzi (#staisereno).  Il rapporto con Renzi si consolida con la rappresentanza presso la EU. Fin qui sembra non ci siano particolari cambi di rotta. Sull’esperienza di governo poi  leggiamo che

 Before his nomination, Calenda was widely seen as a strong supporter of free market and globalization, moreover he often expressed his positive view about TTIP, a proposed trade agreement between the European Union and the United States, with the aim of promoting trade and multilateral economic growth.[15][16] However, his tenure as minister was characterized by his opposition to foreign multinational corporations and his defence of Italian workers. His policies became particularly evident in January 2018 when the Brazilian company Embraco, a subsidiary of the US multinational Whirlpool, announced an offshoring to shift its production from Turin to Slovakia.[17] After weeks of tensions and protests, the Italian government and Embraco reached a deal to postpone the relocation and suspend the layoffs, permitting to reach a better agreement for workers during the following year.[18][19]

Quindi l’originaria apertura verso la globalizzazione e i mercati, corregge verso forme di protezionismo e biasimo della concorrenza internazionale tra le nazioni.

On 6 March 2018, two days after the 2018 general election which saw the defeat of Renzi’s Democratic Party and a strong showing of populist forces like the Five Star Movement and the League, Calenda announced he would join the Democrats, stating that “we must not form a new party but work to uplift the one that already exists.”[20] He also added that the PD must be reorganized as a real leftist force and must not support any cabinet led by populist parties.[21][22]

Especially after his enter in the PD, Calenda became increasingly critic toward Third Way policies promoted by Bill Clinton in the United States, Tony Blair in the United Kingdom and more recently by Renzi in Italy, which according to him were made only by optimism and slogans and had mainly contributed to the defeats of the centre-left in the Western world.[23] He also expressed his pessimistic view about globalization and centre-left politics, which according to him, have failed in protecting workers from offshoring and unemployment.[24] According to him, the new left-wing must “defend the workplace and not the work itself, and must offer protection to workers.”[25] Due to his statements, Calenda was labeled by many political commentators as a workerist.[26]

Nel PD la virata a sinistra continua verso l’indicazione di rispondere a sinistra ai populisti e sovranisti.

Member of the European Parliament, 2019–present
In January 2019, Calenda launched his political manifesto Siamo Europei (“We Are Europeans”) with the aim of creating a joint list composed by PD and other progressive and Europeanist parties for the May’s European election,[28] in which he was elected in the North-East constituency, receiving more than 270,000 votes.[29]

In parliament, Calenda has since been serving on the Committee on Industry, Research and Energy (ITRE). In addition to his committee assignments, he is a member of the parliament’s delegation for relations with Canada.

L’approdo più recente riguarda una santa alleanza che includa moderati, socialdemocratici, liberali (ma non troppo) contro sovranisti e populisti, che però li affronti sul loro terreno che include la demagogia comprensibile alle “casalinghe di Pomigliano”.  Posto che quelli come Renzi e Zingaretti invece della santa alleanza fanno il governo con M5s lui si dimette per fare un partito suo… che però perseguirà da fuori sempre la santa alleanza perché contro i populisti sovranisti non si vince da soli.

A questo vengono fuori alcune domande: ma quelli che parlano di coerenza, esattamente di che parlano? Siamo tutti d’accordo che è bello e buono rimanere fedeli ai propri principi. Ma se andare al governo significa fare accordi con un partito che ha principi diversi (e in Italia questo avviene sempre) che fai? Per coerenza stai all’opposizione per sempre? Quanta flessibilità è consentita nello spettro politico? Renzi che nasceva rottamatore, s’è dovuto calmare per governare, è incoerente? Se anche fosse è una colpa questa?

Calenda che partiva col think tank di Montezemolo (che non è esattamente di sinistra) e poi pian piano si è moderato sulla globalizzazione girando a sinistra nel PD è coerente? La santa alleanza contro i sovranisti, che vuol dire mettere insieme gente accomunata dall’esser diversa dagli avversari (e neanche tanto visto che il pd con m5s ci governa e che lui la concorrenza tra le nazioni non la vuole) è una soluzione coerente?

Nel PD che c’era entrato a fare? Pensava che fosse qualcosa di diverso da un organizzazione fatta di correnti fedeli ai propri boss, dove o sei un boss o non conti nulla? Ora uscire è una scelta coerente? Solo perché rispetta l’impegno di dimettersi se gli altri non avessero condiviso la strategia (elettoralmente suicida secondo i sondaggi) di fare la santa alleanza e schiantarsi?

Non mi aspetto di avere risposte alle domande

quindi propongo i 3 pensieri del titolo:

  1. La coerenza verso la santa alleanza in nome della quale Calenda lascia il PD come si parla col fatto che i suoi avversari e alleati prospettici oggi governano insieme?
  2. In un contesto come quello italiano, al netto della propaganda, in quali termini ha senso parlare di coerenza
  3. Non è che alla fin fine la lettura più aderente alla realtà è che ognuno bada al suo Particulare?

E sicuramente meritevole restare fedele ai propri principi, così come è sicuramente incoerente muoversi da un estremo all’altro dello spettro politico secondo le convenienze. Per il resto ha poco senso far distinzioni manichee tra bianco e nero, in un sistema politico dove si trovano esclusivamente tonalità di grigio peraltro con la tendenza a modificarsi nel tempo.

@massimofamularo

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TAG: Carlo Calenda, Giuseppe Conte, governo, Matteo Renzi, matteo salvini, Pd
CAT: Partiti e politici

Un commento

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  1. alec84 5 anni fa

    La coerenza non esiste. Nessuno può essere tutta la vita coerente e non so nemmeno quanto sia auspicabile, la realtà cambia e ci si adatta alla realtà. La vera coerenza è avere ragioni plausibili per spiegare (non giustificare, che sa già di colpa) il cambiamento di idea. Poi si può benissimo non essere d’accordo con la spiegazione, eh.

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