Beppi Ilqualunque

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2 Settembre 2019

Facciamo un gioco: provate a pensare a qualche caratteristica significativa di Giuseppe Conte al di là dell’eleganza da Boggi e del ciuffo parabolico. Vi è venuto in mente? No vero? Allora proviamo con il Conte-pensiero: provate a dire qualcosa che denoti il pensiero del nostro quasi-bis Presidente del Consiglio dei Ministri al di là dell’avvocato del popolo e del, quantomeno tardivo, blastaggio di Salvini in aula.

Se non vi è venuto in mente nulla non preoccupatevi, non c’è niente che non vada in voi, è che il personaggio è proprio così, all’80% di trasparenza. Beppi Ilqualunque è un avvocato, professione sovrabbondante in Italia e fra le più sopravvalutate in termini intellettuali. Niente contro beninteso, ho anche molti amici avvocati, ma ritenere che un legale possa, come Conte interpretando attivamente il proprio ruolo, governare un Paese è qualcosa di oltraggiosamente qualunquista, nel senso dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, che all’inizio dell’Italia repubblicana predicava il governo dei ragionieri.

I legali rappresentano interessi e li compongono all’interno di un quadro comunemente accettato, il diritto, con degli strumenti altrettanto accettati, i contratti. La politica è attribuzione di valori, sposta il perimetro del quadro, è molto molto diverso. Soprattutto, sarò un inguaribile romantico, la politica presuppone idee e passioni, i partiti esistono esattamente per rappresentare “parti”, prese di cappello. Di tutto questo in Beppi Ilqualunque non v’è traccia, a parte Padre Pio non si sa cosa gli piaccia e non gli piaccia, non si sa nulla, è come la base bianca dei gelati, un’elegante tela vuota da riempire.

Non avendone alcuna cognizione precisa nemmeno dopo un anno al governo, potremmo ancora giocando immaginare l’avvocato Conte. Poiché egli sa di social climber lontano due chilometri, di quelli che odiano il golf, gli scacchi e la caccia ma si iscrivono a tutti i circolo in cerca della “bazza”, del contatto giusto, ce lo immaginiamo peripatetico agganciare qualche grillino in ascesa e alla ricerca di persone competenti (nel loro mondo semplice dotate di cravatta e pochette e meno svantaggiate fisionomicamente del Senatore Giarrusso). Di qui, nel più favoloso esercizio di stupro della meritocrazia dall’invenzione della Lotteria, Beppi Ilqualunque è diventato legale rappresentante della società fra i 5 Stelle e la Lega. Di quel Governo di Destra il nostro è stato sorridente e non parlante amministratore delegato, firmatario di tutto quello che i soci gli sottoponevano. Solo dopo che uno dei soci gli aveva ritirato il mandato il Nostro ha tirato fuori una vis polemica un po’ tardiva, ma sufficiente, siamo di bocca buonissima, ad annoverarlo come riserva della Repubblica e probabile successore di sé stesso con una maggioranza di segno contrario. Bianchi, neri, gialli per Beppi Ilqualunque va tutto bene, lui è un grande ed elegante professionista e può gestire qualunque governo, anche il Molotov-Ribbentrop, figuriamoci il Di Maio-Franceschini.

Che poi tutto questo abbia qualche senso, al di là del piacere orgiastico di andare in culo a Salvini, è un altro paio di maniche. Perfettamente legittima dal punto di vista algebrico, l’alleanza M5S-PD è politicamente mostruosa e può produrre solo ulteriore paralisi o un’altra folle corsa alla redistribuzione (di niente). Comunque vada sarà un disastro.

In questo contesto l’azzimato Beppi Ilqualunque non pare avere altra funzione che quella di procalcare, colui che garantisce che tutte le incrostazioni di interessi e follie di questo paese rimangano il più possibile indenni. Il suo risposiamo garbo ha tranquillizzato le cancellerie europee e tutti sono contenti.

Soprattutto sarà contento lui, Ilqualunque, che al termine di questa esperienza si sarà riempito di biglietti da visita e potrà finalmente aprirsi un megastudio in zona Prati con le boiserie di mogano e spostare il suo ciuffo corvino tra un arbitrato e un consiglio di amministrazione. Come insegnano i presidenti americani, i dané si fanno a fine mandato e Ilqualunque ne farà un botto.

E voi se avete un figlio vestitelo bene, che non si sa mai…

TAG: #GovernoConte, crisi di governo
CAT: Governo, Partiti e politici

Un commento

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  1. saulagana 5 anni fa

    Scrivere non è un obbligo. Se si deve, almeno farlo bene: punteggiatura, soggetto, predicato verbale, complemento. Altrimenti per tutto il resto c’è il libro delle facce.
    Infatti io, consapevole di non saper scrivere, mi diverto sul social di Zuckerberg o tedio gli amici su WhatsApp.

    Rispondi 0 1
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