Chi è Giuda?

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26 Maggio 2020

                                                                                                                                                             Gustavo Zagrebelsky (1943), già presidente della Corte costituzionale, professore emerito dell’Università di Torino e firma del quotidiano «La Repubblica», ha pubblicato da Einaudi un volume dedicato alla controversa figura di Giuda. Si tratta di un libro nato da una serie di colloqui realizzata per la trasmissione Uomini e profeti di Rai Radio 3 curata da Gabriella Caramore, che qui incalza intelligentemente il suo interlocutore non solo sul ruolo rivestito da Giuda nel Vangelo, bensì su la questione che è alla base di ogni riflessione filosofica, cioè l’opposizione tra male e bene, nelle sue varie declinazioni: colpa e innocenza, odio e amore, vendetta e perdono, condanna e salvezza, libertà e predestinazione.

Alla luce di una considerazione che indica la chiave di lettura dell’intero volume (“Le cose umane sono ambigue, aperte al bene e al male… la storia di Giuda è un inestricabile intreccio di questa duplicità”), Zagrebelsky si interroga sul fascino che la figura del traditore per antonomasia ha esercitato per duemila anni non solo tra i cristiani, ma in ogni settore della cultura occidentale.

Si è descritta e interpretata la sua personalità in molteplici maniere, divergenti e spesso contrapposte: individuo abietto e disperato, umile e avido, intimo di Gesù e posseduto da Satana, capro espiatorio e complice del potere, dissimulatore e sprovveduto. Giuda è stato strumento del diavolo o artefice di un piano divino, ha agito obbedendo al Principe degli inferi o nell’obbedienza del Signore? Nel suo rifiuto del messaggio di Cristo si è fatto portavoce dell’opposizione del popolo ebraico oppure ha collaborato con il Messia nell’opera della salvezza? Era un iniziato alla conoscenza delle verità ultime o un sordido individuo attratto solo dal miraggio di un guadagno?

Zagrebelsky insinua nel lettore il sospetto che Giuda sveli a ognuno di noi un lato della nostra personalità che non vogliamo vedere ed esibire, la parte in ombra della coscienza che abbiamo paura affiori svelandoci quello che temiamo di riconoscere. Nello stesso tempo si chiede se esista “più verità nell’abiezione e nella disperazione che nella santità e nella pacificazione con se stessi”, e se solo attraversando il territorio del peccato si possa arrivare alla verità.

L’agire colpevole di Giuda è stato raccontato, in maniera diretta o traslata, in letteratura (Goethe, Dostoevskij, Mann, Borges…), in musica (Bach e decine di Passioni), in pittura (dal Medioevo a Rembrandt e in tutta l’arte sacra), in una serie infinita di saghe popolari: ne è nata una tradizione culturale diffusa che ha fatto di lui un essere spregevole, con sembianze demoniache, escluso dal consorzio umano.

Molti sono i quesiti che la sua drammatica scelta propone a chi voglia indagarla in profondità: gli autori del volume mettono a confronto i quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli, esaminandone contraddizioni e convergenze. Giuda fu strumento inconsapevole di un disegno provvidenziale di redenzione, o invece vittima di rivalità e invidie tra i discepoli? Fu ostaggio di un’ingenua illusione di insurrezione politica mai attuata da Gesù, o al contrario il più fedele alleato del Messia nel decidere di liberarlo dalla sua limitante natura corporea, assolutizzandone così la spiritualità? Qualsiasi lettura si voglia dare della sua condotta (psicologica, politica, escatologica), essa rimane un mistero insondabile e di ardua decifrazione teologica.

Una questione fondamentale per il credente è posta soprattutto dal suo suicidio. Condannandosi a morte, egli ha mostrato di non sperare o credere nel perdono di Dio, smentendone l’attitudine indulgente e benevola, quasi che la proclamata misericordia divina non fosse in grado di accogliere e compatire il colpevole più esecrabile. Impiccandosi, Giuda ha impedito a Dio la possibilità di assolverlo. È stata questa forse la sua colpa più grande.

Ma esiste un tratto comune nella morte di Giuda e di Gesù, “che potrebbe assurgere a simbolo della comunanza di destino: pendono entrambi dal legno. Il legno potrebbe rappresentare la convergenza delle vie di entrambi e l’unità del disegno in cui, a diverso titolo, sono stati coinvolti”.

Tutti e due capri espiatori, perché se “Gesù ha preso su di sé tutto il male del mondo per renderlo libero, così Giuda ha preso su di sé tutto il tradimento del mondo, per renderlo fedele”: immolandosi e abbracciando fino in fondo la missione che era stata loro affidata, hanno adempiuto le profezie. Si potrebbe addirittura arrivare a considerare Giuda “un martire della libertà, che per devozione a Dio si è prestato a essere satana… come il santo necessario, che, con la sua rivolta, rivela la grandezza dell’uomo anche rispetto a Dio”.

Con questa riflessione finale che parrebbe indicare un’assoluzione, o perlomeno una comprensiva apertura verso le ragioni di chi ha tradito, Zagrebelsky suggerisce che nella colpa e nella disperazione Giuda è nostro fratello, simbolo per eccellenza della tribolata condizione umana.

 

GUSTAVO ZAGREBELSKY, GIUDA. IL TRADIMENTO FEDELE – EINAUDI, TORINO 2019

 

TAG: libri, teologia
CAT: Letteratura

2 Commenti

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  1. beniamino-tiburzio 4 anni fa

    E adesso arriva Zagrebelskj. Buon ultimo. Tuttologo : giurista, politico attivista, teologo, storico ecc. ecc.- Giuda come estremo punto di approdo lo propongono tutti. Non che si sia obbligati a seguire le tracce di tutti quelli che si sono occupati e si occuperanno della vicenda dell’iscariota, ma un minimo di rigore e di pudore nel trarre conclusioni esistenziali sulle umane vicende. Insomma : è proprio sicuro che l’apostolo si sia suicidato ? Bulgakov, ne ” Il maestro e Margherita ” lo nega, molti Evangeli Apocrifi lo escludono, altri non ne parlano. Tutti questi esercizi acrobatici degli scrittori dei duemila anni passati, siamo sicuri che non siano fini a sé stessi

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  2. raffaele-pisani 4 anni fa

    STENTO A CREDERE AL TRADIMENTO DI GIUDA!
    Quanti dubbi ho sul “tradimento” di Giuda. Stento anche a credere che la crocifissione di Cristo era stata già stabilita da suo Padre. Cerco di seguire un ragionamento ma… mi smarrisco. Come mai per catturare Gesù, il personaggio più conosciuto d’allora, i soldati avrebbero avuto bisogno che qualcuno glielo indicasse con un bacio. E’ più credibile pensare che Giuda dovesse svelare l’eventuale nascondiglio di Gesù. Ma in nessuna pagina dei Vangeli si parla di nascondigli, l’operato di Gesù era tutto alla luce del sole. L’evangelista Matteo dice:-” Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la sfoderò e colpì un servo del sommo sacerdote, amputandogli l’orecchio. Allora dice a lui Gesù: rimetti la tua spada al suo posto, poiché tutti quelli che mettono mano alla spada, di spada periranno. Fa’ che si adempiano le Scritture, le quali dicono che così deve accadere.”- Quindi Giuda era un predestinato! Se è così io sono dalla parte di chi ritiene che Giuda sia stato costretto a “tradire” il Cristo. E chi sa che le cose non siano andate più o meno così: Gesù, trovandosi da solo con Giuda, gli dice: -”Uno dei miei discepoli dovrà assumersi il compito di consegnarmi alle guardie dei sommi sacerdoti. Giuda, tu sai l’amore che io ho per te, io so l’amore che tu hai per me: in nome di questo amore io ti scelgo affinché tu faccia ciò che è necessario fare.”- -”Signore – gli controbatte Giuda – come posso io che ti amo più della mia vita tradirti?”- Gesù guarda con infinita tenerezza il povero, sconcertato, piangente Giuda, lo abbraccia, gli asciuga le lacrime che sgorgano copiose, lo accarezza, lo bacia… poi gli ribadisce:-” Giuda, è necessario, è indispensabile che tu faccia ciò che ti chiedo… te lo ordino! Io mi addosso i mali del mondo, tu ti fai carico di questo “tradimento. E’ il disegno del Padre mio che lo vuole. In nome dell’amore che ci unisce, fa che si adempiano le Scritture. Il tempo è giunto!”- E’ il giovedì sera. E’ l’ultima cena di Gesù con gli Apostoli. Giuda gli è seduto accanto. Con lo sguardo scongiura il Maestro affinché non lo sottoponga ad una tale prova… Ma Gesù è irremovibile, e spinge Giuda ad alzarsi e andare. Giuda, tremante, quasi ipnotizzato dallo sguardo e dalle parole del Cristo, va e fa ciò che gli ha ordinato Gesù. E, di notte, avviene ciò che sappiamo. E poi avviene anche il suicidio di Giuda, ma non perché colpevole di tradimento, bensì perché non resiste al dolore di non aver saputo opporsi e dire no a ciò che Gesù gli aveva ordinato. Giuda è in Paradiso, accanto a Gesù.
    Raffaele Pisani

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