IL VOLTO DI GESÙ, Il PANNO DELLA VERONICA E LA PANDEMIA

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1 Aprile 2021

Questa pandemia fa sentire fortemente l’assoluta incapacità al cospetto della morte: non ne osserviamo neppure il sotteso valore sacro, perché le sue liturgie, quelle del culto del sepolcro, del rispetto del cadavere, non sono più ammesse.

Non possiamo salutare gli ammalati di Covid, toccarne la mano per l’ ultima volta, accarezzarne il volto, vederli sorridere o piangere prima dell’ultimo viaggio: come se fosse profanata la pietà e la misericordia di Dio.

La peste, ci aveva insegnato Camus, è orribile per questo: si abbandona l’altro al suo crudele destino, alla solitudine muta, alle fosse comuni, senza pudore alcuno; tutto sarà ammassato e cremato, non bisogna lasciare alcuna traccia, perché l’infezione del morbo si propaga, come avveniva con i monatti di manzoniana memoria.

Questo iato fra l’umano ed il disumano, questo perseguire perverso, corrosivo, progressivo dell’ancestrale bestialità che colpisce tutti, ci induce a capire, nella Pasqua che si approssima, che forse la vita-nella scissione tra il sapere ed il non sapere -si desertifica nel buio del nulla, nella sua irriducibile cupezza.

E alla VI stazione il volto di Gesù è deterso con un panno di lino dalla Veronica: lo avevano detto nelle Sacre Scritture che dovevano trovare compimento: “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia” (Isaia 53, 2-3).

E quel cencio, nel quale si stampò il Suo volto, non levigherà i ripudiati dalla pandemia, nessuna Veronica detergerà, come avvenne con il Cristo, il viso dei nostri malati, nessuna Madre potrà vedere, per l’ultima volta il suo Figlio, nessuna carezza di lino mitigherà la solitudine crudele degli abbandonati dalla Storia.

Ci resta la preghiera per invocare Dio, se c’è ancora.

TAG: albert camus, Gesù, pandemia, pasqua 2021, sacre scritture
CAT: Teologia

Un commento

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  1. andrea-lenzi 3 anni fa

    Se un dio creatore esiste, allora ha creato lui ogni virus, batterio, e poure la necessità di mangiare ogni giorno per non morire, quindi la crudele quotidiana lotta per la sopravvivenza.

    Sbugiardata la bontà o l’esistenza di un dio creatore, occorre notare che nella bibbia, UNICA fonte delle credenze cattoliche e cristiane, dio ammazza con le proprie mani, incita a farlo, terrorizza e ricatta psicologicamente, accetta l’incesto, invita alla guerra e chiama le donne inferiori ed i gay abominevoli.

    CHhiarito questo, OGNI pubblicità alla superstizione cattolica la rende credibile agli occhi dei bambini e dei più ingenui, che poi votano leggi cattodementi ed incivili:

    ancora oggi 2 cittadini non si possono sposare se sono dello stesso sesso, non si può morire con dignità e senza soffrire con l’eutanasia, finanziamo la scuola (a discapito della pubblica) per favorire il Vaticano che ne ha il 99%; permettiamo la presenza di “insegnanti” di religione nella scuola pubblica, che oltre ad essere pura propaganda religiosa, addirittura vengoono pagati 1,2 MILIARDI all’anno di soli stipendi (seguiranno le pensioni) dal nostro stato laico… e la lista è lunga.

    Per essere “buoni” non serve alcuna superstizione religiosa, mentre la religione è da 2000 anni il terreno perfetto per l’intolleranza, verso donne, gay, chi crede ad altre superstizioni, chi non crede, chi chiede eutanasia.

    Quindi, basta con le banalità bibliche, per favore

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