UE e Continuità territoriale: finzione o realtà?

12 Luglio 2022

La notizia dell’Ansa è passata nel maggio scorso sotto silenzio, sommersa dalle notizie del fronte ucraino. Ma non è affatto da sottovalutare.

Ansa 02.05.2022

Eurocamera e cittadini suonano la carica, riformare la UE

Il Parlamento europeo, settimana prossima, attiverà l’articolo 48 e chiederà l’avvio di una convenzione per cambiare i trattati fondanti dell’Ue”. Così, rivolto ai cittadini e spalle alla presidenza dell’emiciclo di Strasburgo, l’eurodeputato belga Guy Verhofstadt indica che le richieste di riformare l’Europa promosse a gran voce in questi mesi dai cittadini non erano solo metaforiche. E suona la carica per un iter che non sarà facile da portare a compimento ma ritenuto sempre più necessario, e che vede l’approvazione anche di Roma.

Nella penultima mattinata dei lavori della Conferenza sul Futuro dell’Europa (Cofoe) le 178 raccomandazioni emerse dai panel dei cittadini sono state riassunte in 49 proposte. Alcune implicano modifiche radicali delle regole di funzionamento dell’Ue, basti citare il superamento dell’unanimità per le decisione del Consiglio (che rappresenta i 27 Stati membri), la creazione di una difesa comune e l’istituzione di liste transnazionali. Non solo: dall’esercizio di democrazia partecipativa emergono anche istanze sociali come il salario minimo e l’abbandono dell’allevamento e dell’agricoltura intensiva.”

L’indicazione, insomma, è chiara: l’Europa deve essere più vicina ai suoi cittadini. E in questi giorni  in cui vacanze, mare, sole si intrecciano e si convogliano attraverso viaggi dai prezzi estremamente costosi, quanto in appresso potrebbe essere  argomento-trigger per avviare la discussione sulla NEXT UE, l’Europa che vorremmo tutti più vicina.

Da molto ormai avverto da parte dei nostri connazionali distacco dalla politica estera. Una giustificazione è data dalla sua assenza, l’altra è dovuta al fatto che è difficile leggere la stampa estera perché da sempre siamo abituati a parlare una sola lingua ed infine perché i nostri isolani, siciliani e sardi, hanno allergia a tutto quello che è “lontano”, lo vivono con distacco. Se gli arabi, i normanni nostri progenitori non fossero stati curiosi e intrepidi i siciliani non ci sarebbero stati. Così come trovo singolare che le campagne elettorali per le Europee sono così vuotate di contenuti europei appunto da pensare che potrebbero pure eliminarle. Ora avviene quanto segue in quel di Bruxelles, la capitale del Belgio e a periodi alterni anche d’Europa quando il PE non si sposta, armi, bagagli e scartoffie a Strasburgo per la plenaria. A proposito il trasloco mensile quanto costa e non potrebbero invece digitalizzare le scartoffie ?

Insomma si sta pensando di modificare i Trattati TUE e TFUE. Le sigle nascondano in realtà i principi dottrinali giuridici e le fonti primarie di diritto da quando con l’art. 11 della nostra Costituzione abbiamo fatto opera di subalternità della stessa ai dettami europei. E in Europa esistono ben 8 “regioni ultraperiferiche ”(RUP), territori geograficamente distanti dal continente europeo, ma che sono parte integrante degli stati membri ai quali appartengono. Ora se si pensa che nel nostro Paese ci sono le due isole maggiori del Mediterraneo, si immaginerà che i nostri deputati europei del V° Collegio ad esse si dedichino con ricca messe di provvedimenti legislativi. Ciò può avvenire su tutto ma non sul traffico aereo di spostamento che in linguaggio politichese chiamasi “ continuità territoriale”. Questa dovrebbe favorire gli spostamenti tra Isole e Continente a prezzi competitivi e ridotti per i residenti. Ma se si fa una simulazione si vede che il biglietto Olbia- Roma costa sui 250€ e Roma- Parigi  88,48€.

Il deputato europeo siciliano o sardo immediatamente allarmato propone di inserire nel Tratto di Funzionamento TFUE un articolo il 349 che così recita:

Articolo 349

(ex articolo 299, paragrafo 2, secondo, terzo e quarto comma, del TCE)

Tenuto conto della situazione socioeconomica strutturale della Guadalupa, della Guyana francese, della Martinica, della Riunione, di Saint Barthélemy, di Saint Martin, delle Azzorre, di Madera e delle isole Canarie, aggravata dalla loro grande distanza, dall’insularità, dalla superficie ridotta, dalla topografia e dal clima difficili, dalla dipendenza economica da alcuni prodotti, fattori la cui persistenza e il cui cumulo recano grave danno al loro sviluppo, il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo, adotta misure specifiche volte, in particolare, a stabilire le condizioni di applicazione dei trattati a tali regioni, ivi comprese politiche comuni. Allorché adotta le misure specifiche in questione secondo una procedura legislativa speciale, il Consiglio delibera altresì su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo.

Le misure di cui al primo comma riguardano in particolare politiche doganali e commerciali, politica fiscale, zone franche, politiche in materia di agricoltura e di pesca, condizioni di fornitura delle materie prime e di beni di consumo primari, aiuti di Stato e condizioni di accesso ai fondi strutturali e ai programmi orizzontali dell’Unione.

Il Consiglio adotta le misure di cui al primo comma tenendo conto delle caratteristiche e dei vincoli specifici delle regioni ultraperiferiche senza compromettere l’integrità e la coerenza dell’ordinamento giuridico dell’Unione, ivi compresi il mercato interno e le politiche comuni.

Il testo è chiaro, il riferimento alle Isole ora citate esclude al momento attuale quelle altre che noi abbiamo citato e che non sono solo italiane, bensì anche francesi, greche, svedesi o danesi. Tuttavia i due Trattati Europei , prima o poi, dovranno tener conto della nostra modifica Costituzionale e inserire le nostre Isole mediterranee nel citato articolo 349.

Come si nota i riferimento agli Enti territoriali sono assai limitati nella loro sostanza, si limitano a procedure formali di cui è investito il Comitato delle Regioni. Solo in tema di ambiente (art.191) e continuità territoriale (art.349), i riferimenti specifici alle zone geograficamente disagiate è evidente ma non tocca le isole maggiori del mediterraneo come Sicilia, Sardegna e Corsica, le più coinvolte nei processi autonomistici o le lontane Isole Fǽr Ǿer.

Il riferimento dell’art. 349 alle isole della Martinica, Guadalupa, della Guyana francese, della Riunione, di Saint Barthélemy, di Saint Martin, lascerebbe intuire l’attenzione alla connotazione transoceanica che rendesse indispensabile quel riferimento legislativo. Invece, medesima attenzione è posta ad isole cisoceaniche al Continente Europeo, quali Azzorre, Madera e Canarie. Nessun cenno alle isole del Mediterraneo, almeno le maggiori, alle quali non è assegnato il destino della continuità territoriale.

Su questo problema, bene ha fatto il Parlalento italiano che, sulla base di una proposta di legge d’Iniziativa Popolare, ha modificato la Carta Costituzionale all’art.119 che così dunque adesso recita, dopo il V comma: La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità. Però i biglietti aerei restano fuori controllo del mercato. Immagino che i Deputati siciliani e sardi al PE conoscano questo problema, ma lo vogliamo affrontare unitamente agli sgravi fiscali della zona franca di cui parlammo in questa sede tempo addietro ( 8 giugno 2018, https://www.glistatigenerali.com/geopolitica_istituzioni-ue/quale-futuro-per-lue-lacerata-o-diversificata/)  e che ora sembra entrata definitivamente negli archivi dell’Agenda Politica?

TAG: continuità territoriale, NEXT UE, riformare la UE
CAT: Istituzioni UE, trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

3 Commenti

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  1. andrea-lenzi 2 anni fa

    digressione lessicale 1. “Il Parlamento europeo, LA settimana prossima…” senza articolo è gergo milanese, ma non italiano :-)

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  2. andrea-lenzi 2 anni fa

    digressione lessicale 2:
    CUI
    è il caso dativo singolare del pronome relativo latino qui/quae/quod ;
    “CUI” si scrive in modo identico per il genere maschile, femminile e neutro e la sua traduzione è esclusivamente:
    AL QUALE (masch.) / ALLA QUALE (femm.) / AL QUALE (neutro)
    “A cui”, quindi, sarebbe come scrivere “a al quale”;
    “nei casi in cui” = “nei casi in al quale”;
    “per cui” = “per al quale”;
    …e così via.

    Forme corrette:
    Ecco Tizio, cui volevo parlare.
    Ecco Tizio e Caio, ai quali volevo parlare.
    Ti racconto la vicenda di Tizio, nella quale non vorrei trovarmi.
    Questo è il motivo per il quale sono venuto.

    “CUI”, come tutti gli altri vocaboli latini, proviene dal linguaggio tecnico della giurisprudenza, nel quale il latino è usato correttamente, fino a quando esce da quel contesto per venire usato impropriamente e poi ripetuto talmente tante volte da divenire una realtà consolidata, pur essendo un errore marchiano.

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  3. aldo-ferrara 2 anni fa

    il virgolettato risale al notiziario ANSA. In genere mi limito a riferire integralmente.

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