Musica
Mi innamorai con Ornella
22 Novembre 2025
Ero un giovane liceale e quando uscì il long playing di Ornella Vanoni con i brasiliani Toquinho e Vinicius de Moraes- La voglia, la pazzia, l’incoscienza l’allegria”- lo regalai alla mia fidanzatina Stefania, che poi è diventata mia moglie.
Mi entrava nel cuore un pezzo formidabile per la suadente musica e per la raffinatezza della voce di Ornella:”Samba della Rosa”: “ e’ primavera e una rosa tu sei, vieni a piantare una rosa nei sogni miei”.
Così dicevo e canticchiavo a Stefania, mia compagna di banco, ripetendo il ritornello della canzone.
La samba è colorata anche dalla voce del poeta Vinicius de Moraes e dalla chitarra melodiosa della tipica musica brasiliana di Toquinho.
Sentivamo quel disco io e Stefania giovanissimi – avevamo 17,18 anni nei primi anni ‘80 – ogni qualvolta ci incontravamo, accompagnati dalla sontuosa Ornella.
C’era di tutto: poesia struggente, musicalità ricercata, ma soprattutto la voce con acuti penetranti di Ornella.
Ma è una voce soffusa, come un’acqua tersa che ti scivola addosso e ti lascia la gradevolezza della freschezza, o come un canto melodioso di un uccello in un’aurora di primavera.
Rappresenta per me la Sarah Vaughan italiana: ne aveva la medesima classe, pura nitida, scintillante, adamantina, vellutata.
Ricordo un altro long playing di Ornella: quello del 1986 “Ornella &… duetti, trii e quartetti”, che la vede duettare con maestri come George Benson, Michael Brecker, Randy Brecker, Ron Carter, Herbie Hancock, Herbie Mann e Steve Gadd.
Ha anche collaborato con Eliane Elias, Gil Evans, Lee Konitz e Chris Hunter. Sono questi i migliori jazzisti, senza dimenticare Gerry Mulligan nel magistrale accompagnamento con il sax baritono nella canzone “Uomini”, una perla.
Ecco, per me Ornella era la magnificenza della musica e quando l’ho rivista a Napoli con Gino Paoli – in compagnia di Stefania – nel bellissimo concerto che ha raccolto tutti i successi di entrambi, il mio cuore è stato accarezzato dalla commozione e dalla malinconia: mi ha richiamato la giovinezza.
Aveva ragione Paoli quando le dedicò “Senza fine”: Tu sei un attimo senza fine, non hai ieri
non hai domani” e Paoli era ispirato dalle sue mani grandi, mani senza fine.
E me la porto nel cuore: perché mi sono innamorato con la sua voce.
Devi fare login per commentare
Accedi