Immigrazione
Gli attacchi di Trump alla parlamentare Ilhan Omar: Make America White Again?
Con l’economia americana sempre più in difficoltà Donald Trump ha iniziato comizi per convincere gli americani che tutto sta andando a gonfie vele. Il presidente ha anche ripreso gli attacchi ai migranti in maniera spropositata. (Foto: Ilhan Omar, parlamentare del Minnesota)
“Il signor Trump non denigra solo i migranti somali in generale ma anche altri migranti specialmente quelli di colore e quelli di religione musulmana….. Non si rende conto però del profondo amore dei somali per questo Paese”. Queste le parole di Ilhan Omar, parlamentare del Minnesota, in un articolo nel New York Times dove ha reagito agli attacchi senza precedenti del presidente ai somali negli Usa. Trump aveva attaccato Omar etichettandola “spazzatura come i suoi amici” aggiungendo che i “Somalians” (termine improprio in inglese per “Somalis”) incluso Omar dovrebbero “essere cacciati dagli Usa perché hanno distrutto il Paese”.
Gli attacchi di Trump ai migranti sono notissimi. Da ricordare che l’attuale presidente Usa iniziò la sua campagna elettorale nel 2015 attaccando i migranti messicani di “essere stupratori”, continuando la sua retorica durante il suo primo mandato. Vanno ricordati il divieto di ingresso a migranti di alcuni Paesi musulmani ma anche parole offensive sui migranti di Paesi poveri. In un caso in particolare Trump in un incontro alla Casa Bianca disse di non potere capire perché gli Usa accettano migranti “da Paesi di m…da” come Haiti e nazioni africane. In quel caso la reazione dei leader repubblicani fu tutt’altro che positiva. Nel recente attacco ai somali però i leader repubblicani alla Camera e al Senato non hanno aperto bocca. Il vicepresidente J.D. Vance e la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt hanno applaudito Trump.

I recenti attacchi ai somali hanno causato serie preoccupazioni a questa comunità che aumenta l’esistente clima di paura di tutti i migranti con la campagna di deportazione di massa già in corso. Nel caso dei somali però ci dovrebbe essere un po’ più di sicurezza poiché il 90 percento di loro sono cittadini americani, secondo il Pew Research Center. Il clima di tensione però imperversa soprattutto in Minnesota dove vive il 40 percento dei somali. Un piccolo gruppo di loro poco meno di 100 mila ha un visto temporaneo di 18 mesi chiamato Temporary Protective Status (TPS) che li protegge dalla deportazione perché la Somalia non è affatto un Paese sicuro. Ciononostante Trump ha però revocato questo TPS non solo ai migranti somali ma anche a quelli del Venezuela, Haiti, Afghanistan, Camerun, Honduras, Nicaragua e Myanmar.
Questi Paesi fanno parte di quelli poco desiderati di Trump poiché il suo atteggiamento verso i rifugiati bianchi è diverso. Per esempio il 47esimo presidente ha già indicato che per il 2026 il numero di rifugiati negli Usa sarà 7500 e la stragrande maggioranza saranno bianchi dell’Africa del Sud. In effetti, nonostante la sua politica aggressiva anti-migranti Trump rivela una posizione nativista che si rifa al clima xenofobo degli inizi del Novecento. La riforma sull’immigrazione del 1924 impose limiti all’immigrazione per favorire ingressi dall’Europa occidentale e specialmente del Nord, riducendo i numeri di cattolici e ebrei. La legge impose rigidi limiti agli ingressi dell’Asia e Africa e in un articolo del New York Times si legge che l’idea era di mantenere le razze che esistevano a quell’epoca. In effetti, la politica di Trump sull’immigrazione si potrebbe incapsulare nel suo slogan Make America White Again.

Il presidente statunitense si trova in una situazione sfavorevole poiché l’economia non va bene e i sondaggi lo vedono con un indice di gradimento del 36 percento. L’immigrazione era uno dei punti forti per lui nel mese di gennaio quando il 57 percento approvava il suo operato. Adesso, secondo un sondaggio di Reuters/Ipso, la cifra è scesa al 40 percento. Gli attacchi ai somali sono un tentativo di ritornare alle sue radici. Non è sufficiente ed ecco perché ha ripreso i suoi rally che odorano di campagna elettorale. Nel primo di questi in Pennsylvania il 47esimo presidente ha attaccato di nuovo Omar e i somali, reiterando in tono scherzoso, la sua espressione dei migranti di Paesi di m…da e il suo desiderio di avere più immigrati da Paesi come la Norvegia. Inoltre Trump ha detto che Omar dovrebbe essere “mandata a casa”, frase ripetuta in coro da molti dei mille presenti. Trump però ha poi toccato il tema dell’economia asserendo che tutto va a gonfie vele e che i bambini americani non hanno bisogno di 37 bambole ma si potrebbero accontentare con una o due. Una tacita ammissione che le cose non vanno bene. Ne sanno qualcosa gli agricoltori che hanno registrato perdite di 44 miliardi di dollari che Trump ha cercato di mitigare con un salvataggio di 12 miliardi, un’altra tacita ammissione che la sua politica sui dazi non stia funzionando.
Rispondendo al comizio di Trump in Pennsylvania Omar ha scritto su X (già Twitter) che il presidente ha “un’ossessione” con lei che va “oltre la stranezza. In mancanza di una politica economica fa ricorso a menzogne bigotte. Continua a essere un imbarazzo”.
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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.
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