Le mele marce del Paradiso Terrestre

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9 Ottobre 2020

È iniziato con un piccolo scandalo locale, peraltro in un Paese, lo Zambia, che era tra i più poveri e meno conosciuti del mondo, che solo negli ultimi vent’anni, grazie allo sfruttamento minerario, ha iniziato a crescere economicamente[1]. Ma, in fondo, è rimasto quello che era cento anni fa, quando era una colonia inglese, la Rhodesia Settentrionale, ed era la meravigliosa cornice delle Cascate Vittoria e delle mille tribù Bantu: una terra di foreste e fiumi, di colori e profumi, di montagne e savane – una terra benedetta dalla natura e dal clima, ma proprio perché era stata dimenticata dallo sviluppo industriale[2]. Quando, all’inizio del 21° secolo, le multinazionali hanno volto il loro sguardo rapace sullo Zambia, la miseria è stata sostituita dalla sopraffazione, ed ogni piccolo scandalo locale si è rivelato, purtroppo, come il segno di un sociale sotterraneo e finora incurabile.

Il piccolo scandalo di cui parliamo riguarda Wynter Kabimba – uno dei principali collaboratori dell’allora presidente Michael Sata: certamente non un dittatore, o un sanguinario aguzzino, ma piuttosto un burocrate, nato il 12 gennaio 1958 nel distretto di Mumbwa e laureato in giurisprudenza nel 1981[3]. La sua terra ha una storia più che millenaria, gli scavi archeologici vi hanno trovato tracce di civiltà risalenti al pleistocene (quindi vecchie di due milioni di anni), e Mumbwa stessa, che ha due secoli di vita, è stata il crocevia di decine di popoli in fuga da guerre lontane, il cuore di una valle in cui da secoli si coltiva il cotone e si parlano lingue e dialetti diversi – una sorta di paradiso naturale, oramai sopraffatto dalla costruzione di basi militari e dall’apertura di inquinanti miniere d’oro e di rame[4].

Wynter Kabimba è un funzionario statale, promosso (dopo 15 anni) alla posizione di amministratore delegato della capitale, Lusaka. La sua è una carriera parallela a quella di Michael Sata, di cui diventa consulente legale negli anni in cui quest’ultimo è governatore distrettuale di Lusaka (1986-1988) e, successivamente, quando Sata diventa ministro per l’edilizia abitativa[5]. Sata si batterà nell’arena per tutta la vita, mentre Kabimba lascia la politica nel 1995[6], sfiduciato dalla vittoria elettorale del presidente Frederick Chiluba, che guida un regime tra i più corrotti al mondo[7].

Una carriera all’ombra del presidente

Wynter Kabimba (a sinistra) e Michael Sata (a destra)

Kabimba torna nell’arena nel 2008, dopo la morte del successore di Chiluba, Levy Mwanawasa[8]: nell’aprile del 2009, Kabimba viene eletto Segretario Generale del Fronte Patriottico, il più alto organo politico del partito[9]. In quel ruolo è responsabile dell’amministrazione generale del partito e coordina i contatti con la base, sparsa per tutto il paese, ed i parlamentari che seggono a Lusaka – e lo fa così bene, che il Fronte Patriottico, nato nel 2009, vince le elezioni del 2011, portando al potere Michael Sata, protettore ed amico di Kabimba[10]. Amicizie a parte, l’avvocato di Mumbwa ha il merito di aver strutturato ed organizzato il partito, di averne esteso la militanza politica e le vittorie elettorali in ogni più sperduto angolo dello Zambia, e di aver garantito la sua democraticità interna[11].

Nominato Ministro della Giustizia, si fa paladino della lotta alla corruzione. Proclama agli investitori stranieri che “il governo non è interessato a coloro che vengono in Zambia per compiere atti di corruzione”[12]. Ma pochi mesi dopo la sua testa è la prima a rischiare di cadere: nel dicembre del 2012 Wynter Kabimba viene chiamato a comparire, di fronte alla Commissione Anticorruzione (ACC), per rispondere alle accuse secondo cui Trafigura, una società commerciale multinazionale[13], avrebbe pagato una tangente, per ottenere dallo Stato un contratto per la fornitura di benzina e diesel da 500 milioni di dollari, l’intermediario Midland Energy Zambia, una piccola società di facciata, della quale Kabimba è membro del consiglio di amministrazione ed azionista di maggioranza[14].

Michael Sata interviene a difesa del suo scudiero: secondo la denuncia della CDDR (Coalition for the Defense of Democratic Rights), il presidente chiede ai magistrati di lasciare in pace il suo ministro della Giustizia[15]. Lo assolvono[16] per insufficienza di prove[17], ma la stampa e l’opinione pubblica sono certi che la decisione sia frutto delle pressioni politiche del Presidente[18]. Gli oppositori del PF non si danno per vinti: il 13 gennaio 2014, a seguito di una denuncia lanciata da parte di un attivista per i diritti civili, Brebner Changala, e dall’ex senatore Lucky Mulusa, viene aperto un nuovo procedimento contro Kabimba, con l’accusa di abuso d’ufficio[19]. Ancora una volta: un nulla di fatto per insufficienza di prove[20].

A questo punto, nell’estate del 2014, Michael Sata si ammala gravemente – anche se si cerca di impedire che la notizia trapeli[21]. Alla fine di settembre la situazione si aggrava al punto che la famiglia del presidente decide di trasportarlo a Londra, ed a quel punto la sua malattia diventa di dominio pubblico[22]. Ci si aspetta che Kabimba dirigesse il governo durante la sua assenza, ma Sata e il suo scudiero litigano[23]: Wynter Kabimba viene rimosso dall’incarico di Ministro della Giustizia e da quello di capo del PF[24]. Poco dopo Kabimba viene anche espulso dal partito[25]. Lo accusano persino di aver avvelenato il presidente[26]. Il posto di reggente viene preso dal Ministro della Difesa, Edgar Lungu[27]. Michael Sata muore il 28 ottobre del 2014 in un ospedale di Londra, e poche ore dopo Lungu giura come nuovo presidente[28].

Kabimba medita vendetta, e fonda un nuovo partito, il Partito dell’Arcobaleno (RP – Rainbow Party[29]) che, nelle sue intenzioni, deve prendere il potere contro il PF ed il suo nuovo capo. Ma la figura di Kabimba è macchiata da un nuovo scandalo: lui stesso ha ammesso, nel giugno del 2014, di avere introdotto illegalmente, nella sua funzione di Ministro della Giustizia, alcune centinaia di cittadini kenioti in Zambia, allo scopo di farli votare a favore del FP[30]. Il Dipartimento per l’Immigrazione risponde tiepidamente sul caso, che non ha avuto conseguenze sulle votazioni, ma la reputazione di Kabimba è distrutta per sempre[31]. Alle elezioni del 2016, Lungu viene eletto presidente[32], il RP prende solo lo 0,26% alle elezioni presidenziali e lo 0,95% (quindi nessun seggio) alle elezioni parlamentari[33].

Vita e morte di un ambizioso bullo di campagna

Micahel Sata nel 1965, mentre parla ad una manifestazione filo-comunista nel suo villaggio natale di Chitulika

A questo punto, vista la figuraccia del RP alle elezioni, anche le ONG internazionali iniziano a chiedersi se, dietro i fatti di corruzione legati a Kabimba, non ci fosse, in realtà, il presidente[34]. Un uomo partito dal nulla, nato il 6 luglio 1937 nello sperduto villaggio di Chitulika – nella provincia di Mpika[35], uno dei posti più belli ed isolati del pianeta, grande come l’Ungheria, ma in cui, negli anni 30, vivono non più di 25’000 persone di etnia Tumbuka, sparsi tra decine di villaggi, giunti lì tra il 17° ed il 19° secolo perché sconfitti e perseguitati da una guerra tribale nel Congo orientale[36].

È zona tradizionale di missionari cattolici, che nel dopoguerra ne fanno la sede dell’arcidiocesi più importante della Rhodesia[37]. Michael Sata studia nelle loro scuole missionarie, ma viene espulso all’età di 19 anni per bullismo[38]. Entra nella Polizia della Rhodesia del Nord, ma lo licenziano, perché viene condannato a due anni di carcere per atti di violenza[39]. Viene rilasciato dopo sei mesi, in circostanze non chiare, e va a vivere in Inghilterra, dove lavora come addetto in una lavanderia, poi come facchino ed infine come addetto alle pulizie nelle Ferrovie[40].

A 25 anni, occupato come operaio nella Roberts Construction (una multinazionale dell’edilizia con sede a Dubai[41]), tornato a Lusaka, Michael Sata diviene Segretario Generale Nazionale del NUECGW, il sindacato zambiano dei lavoratori dell’edilizia[42] – un’organizzazione filo-sovietica, che lo porta a stretto contatto con i combattenti per la libertà dell’UNIP, United Independence Party[43], che in quegli anni è al potere in Zambia[44]. Nel 1963 l’UNIP lo manda a Mosca, in un’università militare, per essere addestrato come sindacalista e commissario politico[45]. Nel febbraio 1964 entra a far parte della direzione giovanile dell’UNIP – un gruppo famoso per l’aggressività ideologica e la propensione alle risse[46].

Dal 1973 al 1990 l’UNIP guida una dittatura sostenuta da Mosca[47]. Quando, nel 1991, dietro le pressioni del Fondo Monetario Internazionale, l’UNIP accetta elezioni democratiche, il neonato MMD (Movimento per la Democrazia Multipartitica) di Frederick Chiluba stravince le elezioni[48]. Deluso dal suo partito, nel 2000 Sata lascia l’UNIP per aderire al MMD. Viene eletto tre volte in parlamento, nominato Ministro del Governo Locale e dell’Edilizia Abitativa, poi Ministro del Lavoro e dei Servizi Sociali ed in seguito Ministro della Salute[49]. Nel 2001, in contrasto con il Presidente uscente Frederick Chiluba, che candida come successore Levy Mwanawasa, Michael Sata fuoriesce dal partito e fonda il PF[50]. Rimane all’opposizione per un decennio, durante il quale viene sconfitto alle elezioni del 2001 da Mwanawasa[51].

Il 16 aprile del 2002 viene arrestato per furto d’auto: sostiene che le accuse sono pretesti politici[52]. Il 23 luglio 2005 viene arrestato per sedizione e spionaggio, perché ha sostenuto i minatori che scioperano: il Ministro dello Sviluppo Minerario lo definisce pubblicamente “un terrorista che attenta alla governabilità dello Zambia”. Viene rilasciato l’8 agosto[53]. Sata si difende, nega ogni accusa e si dichiara vittima di persecuzioni politiche[54]. Nel 2006, candidandosi per le Presidenziali, perde le elezioni tra violente proteste dei manifestanti e contestazioni di brogli elettorali[55].

Nel 5 dicembre del 2006 ha ancora guai con la giustizia: Sata viene arrestato per evasione truffa sulla tassa patrimoniale[56]. Una accusa che, se confermata, gli sarebbe costata due anni di prigione – cosa che avrebbe posto fine alla sua carriera politica. Lee Habasonda, direttore esecutivo del Southern African Center for Constructive Resolution of Disputes, dichiara che l’arresto è ingiustificato e frutto della vendetta del presidente Mwanawasa[57]. Nel 2008 si candida di nuovo, e perde ancora: anche in questo caso Sata parlando di brogli e accusa la commissione elettorale di aver truccato i risultati dello spoglio[58]. Il 20 settembre 2011 Sata vince le presidenziali contro Rupiah Banda, candidato del MMD. Una vittoria condita dalle immancabili rivolte popolari, che avvengono soprattutto nella regione mineraria[59].

È rimasto un bullo di campagna: violento, determinato, rude, autoritario e dalla lingua tagliente, chiamato da molti, per la sua spietatezza, il Re Cobra[60]. La sua spregiudicatezza mette in difficoltà il Paese anche in politica estera. Ma una volta eletto, la sua posizione critica verso la Cina, che detiene contratti miliardari per le miniere dello Zambia (bersaglio della sua propaganda elettorale), viene molto ridimensionata[61]. Resta un uomo con la fama di essere rozzo e corrotto[62], specie dopo che le ONG internazionali, resesi conto del fatto che Kabimba fosse poco più di un fantoccio nelle sue mani, si sono seriamente messe ad indagare sulla possibilità che Trafigura avesse corrotto anche il presidente, sostenendolo in campagna elettorale in cambio delle concessioni minerarie che Sata aveva promesso di togliere alle industrie cinesi[63].

Quello di Sata è un mandato breve: dopo l’ultima comparsa in pubblico dal ritorno da New York nel settembre del 2014, il Presidente non presenzia più in alcuna cerimonia pubblica – è gravissimo[64]. Il 19 ottobre 2014 vola a Londra per entrare in ospedale. Sarà il suo ultimo viaggio. Muore il 28 ottobre, le cause del decesso non vengono rivelate[65]. Nessuno crede al figlio, Mulenga Sata, che sostiene che sia morto per un attacco cardiaco[66].

Trafigura: Il fantasma dietro l’ombra del presidente

La carcassa della Probo Koala, sequestrata dalla magistratura che indaga sui crimini ambientali di Trafigura

Trafigura Group Pte. Ltd. è una società multinazionale di trading con sede a Singapore, fondata nel 1993[67], ed è il secondo gruppo commerciale di petrolio al mondo dopo Vitol[68] ed il più grande trader mondiale di prodotti minerari[69]. È stata fondata dal trader francese Claude Dauphin, che ha lavorato per anni per Marc Rich: un uomo d’affari vissuto tra Israele, Stati Uniti e Svizzera, perseguito penalmente, condannato e graziato più di 60 volte per i suoi intrighi politici ed affaristici[70], fondatore dell’industria mineraria Glencore, morto in Svizzera, a 78 anni, nel giugno del 2013[71]. Avendo imparato dal suo mentore, Dauphin ha costruito una società senza alcuna trasparenza, con la holding (Farringford NV[72]) nascosta a Willemstad, nell’isola di Curaçao, paradiso fiscale estremamente protettivo con i propri clienti[73].

Trafigura non estrae né petrolio né minerali, si limita a comprarli e venderli, per cui si trova nella situazione in cui le multinazionali minerarie sono suoi formidabili concorrenti. Per restare sul mercato, deve arrivare anche nelle zone più sperdute e rischiose del pianeta, tenendo i prezzi più bassi possibile, oppure corrompendo funzionari governativi per convincerli a comprare costosi prodotti di Trafigura[74].

Lo Zambia, per questa multinazionale, è un partner importante, perché l’azienda fondata da Claude Dauphin sogna di ripristinare la grande strada camionale di oltre 2000 km che unisce il Mozambico (attraversando lo Zambia e la Repubblica Democratica del Congo) al porto angolano di Lobito[75], diventando l’unica grande alternativa alla Grande Strada che i Cinesi stanno costruendo tra l’Egitto, l’Etiopia e la costa angolana[76]. Si tratta di impegni per decine e decine di miliardi, che possono significare il successo di un’industria, o il suo fallimento –perché la storia di poco più di un quarto di secolo di Trafigura è piena di scandali. Ecco i più noti.

Oil For Food. A metà del 2005 la Trafigura rimane coinvolta in un’indagine in cui si dimostra che abbia lucrato su di un carico di petrolio all’interno del programma Oil For Food[77] – il piano commerciale (un grande fallimento diplomatico) stabilito nel 1995 dalle Nazioni Unite per permettere all’Iraq di Saddam Hussein di vendere petrolio ma senza comprare delle armi[78] – un programma che è stato fonte di miliardi di transazioni illegali[79]. Trafigura Beheer BV, una sua società olandese[80], noleggia, tra il 13 maggio e il 27 agosto del 2001 un’autocisterna turbina registrata in Liberia, la Essex, per effettuare un carico di greggio iracheno[81]. Dopo aver fatto certificare dalle autorità il normale carico, la società lo rimpingua illecitamente con altri 272’000 barili, che vengono venduti di nascosto ed i cui proventi sfuggono al controllo delle Nazioni Unite[82]. Trafigura finisce per patteggiare un risarcimento di 9,9 milioni di dollari tra sanzioni penali e civili[83].

Probo Koala e lo sversamento di rifiuti tossici – Nel 2006 Trafigura noleggia la petroliera Probo Koala per il trasporto di 84’989 tonnellate di nafta che è il residuo delle lavorazioni petrolifere. Fallite delle trattative con alcune società specializzate (una di Amsterdam e una di Lagos[84]) nel trattamento di rifiuti tossici, Trafigura affida lo smaltimento a Compagnie Tommy Inc., una società canadese, che oggi è stata radiata per mancati adempimenti formali[85]. Compagnie Tommy, in violazione delle leggi, nel 19 agosto del 2006 scarica nell’ambiente 528 di tonnellate di materiale tossico in 12 discariche abusive vicino ad Abidjan (Costa D’Avorio)[86], provocando un disastro ambientale di gravi proporzioni e avvelenando numerosi residenti[87]: vengono sversati nell’ambiente anche 500 tonnellate di una miscela di carburante, idrogeno solforato e idrossido di sodio, nota come soda caustica a causa della quale muoiono 17 persone e oltre 200’000 rimangono intossicate[88]. Trafigura finisce per questo davanti ai tribunali di Costa D’Avorio, Paesi Bassi e Regno Unito, condannata tutte le volte[89]: è costretta a risarcire con 198 milioni di dollari il governo della Costa D’Avorio per le bonifiche ambientali e per i danni alle vittime, 1,3 milioni di euro ai Paesi Bassi, 30 milioni di sterline per risarcire 29’614 ricorrenti[90] rappresentati dallo studio legale Leigh Day & Co nel Regno Unito[91].

Esplosione di un serbatoio a Sløvåg – Al centro di questa drammatica storia c’è la Vest Tank ApS, una società con sede a Hvide Sande (Danimarca), nata nel 2002 e fallita nel 2016[92], che firma un contratto con Trafigura per effettuare attività di desolforazione di carburante cocker di bassa qualità[93]. Il 24 maggio 2007, durante il trattamento dei residui di carico delle navi, e dopo aver pompato tali residui nei propri serbatoi, la Vest Tank procede con il lavaggio della nave utilizzando acido cloridrico, creando così una miscela volatile molto instabile[94]. A causa di un innesco prodotto da un filtro a carbone difettoso, l’esplosione è inevitabile[95]: l’incidente crea una nube tossica che si estende per un’area vastissima fino a raggiungere Eivindvik, una città a circa 20 km di distanza, interessando una popolazione di 1000 abitanti[96]. Con le indagini sulla Vest Tank si apre un capitolo vasto ed inquietante: Trafigura, che apparentemente sembrerebbe non direttamente responsabile dell’accaduto, in realtà si scopre poi affidarsi comunemente a queste pratiche per raffinare a basso costo carburante di scarsa qualità[97], trasformando le stesse sue petroliere in cargo che trasportano rifiuti pericolosi[98], attività severamente vietata in Europa[99] ma che portano poi, nel luglio del 2010, alla condanna della società per traffico illecito di rifiuti, considerando la reiterazione del crimine dopo il caso Probo Koala.[100]

Corruzione in Giamaica – Nel 2006 Trafigura viene accusata di aver trasferito al PNP (Partito Nazionale del Popolo) ingenti somme di denaro in cambio della promessa di licenze estrattive nel momento in cui avessero vinto le elezioni[101]. Il caso viene sollevato dal leader dell’opposizione giamaicana, Bruce Golding, che è in possesso di un estratto conto dal quale si evincono versamenti di oltre 31 milioni di dollari operati da parte di Trafigura a favore dell’associazione CCOC[102] – un conto bancario ed un’associazione controllati dal segretario generale del PNP Colin Campbell e da altri colleghi del suo partito[103]. L’inchiesta è ancora in corso.

Traffico d’armi nel Sud Sudan – Nel 2012, secondo le dichiarazioni del presidente del Sud Sudan Salva Kiir, Trafigura avrebbe acquistato un carico di petrolio stipato sulla Ratna Shradha, una nave battente bandiera indiana – un carico che però era posto sotto sequestro dalle autorità sudanesi[104]. Ma Trafigura non cambia atteggiamento: nel 2019, ancora in Sud Sudan, l’azienda viene coinvolta in un caso di traffico d’armi: la ONG Public Eye scopre due documenti, datati gennaio 2016, nel quale si legge un versamento di 45 milioni di dollari, pagati da Trafigura, su un conto bancario intestato a ZIVHG Ltd., più altri 35 milioni di dollari versati al Ministero delle Finanze e della Pianificazione Economica del Sud Sudan[105]. ZIVHG è una società di proprietà di Israel Ziv, un commerciante di petrolio che, secondo l’OFAC, Office Foreign Asstes Control[106], avrebbe fornito armi e munizioni sia al governo del Sud Sudan che all’opposizione per circa 150 milioni di dollari usando pagamenti forniti dal settore petrolifero[107]. Le conclusioni di Public Eye sono chiare[108]: con quei soldi, che hanno armato le due fazioni contrapposte nella guerra civile, Trafigura ha acquisito il diritto (che ancora dura) di vendere petrolio e minerali al governo del Sud Sudan per l’eternità[109].

Corruzione in Angola – Grazie ad un’indagine condotta nel settembre del 2013 dalla rivista Energy Compass, viene alla luce la solita rete di pagamenti illeciti[110]. Stavolta l’obiettivo non è di far comprare petrolio di Trafigura agli angolani, che con la loro azienda di Stato, Sonangol, ne hanno in grande abbondanza[111], ma di ottenere petrolio angolano da vendere a prezzi stracciati. Nel 2009 Claude Dauphin fonda una serie di società a Singapore (sede anche di Trafigura), tra i cui azionisti ci sono due generali angolani, Leopoldino Fragoso do Nascimento ed il suo capo, il generale Manuel Hélder Vieira Dias “Kopelipa”, capo della Guardia Presidenziale[112]. Queste società (Cochan Ltd. Nassau, Cochan Pte. Ltd. Singapore, DTS Holdings Pte. Ltd. Singapore, Sonangol Comercialização Internacional Ltd. Luanda e Pumangol Ltda. Luanda) ottengono contratti per la commercializzazione del petrolio prodotto e raffinato da Sonangol per 931 milioni di dollari (2010) e poi per 3,3 miliardi di dollari (2011). Queste società lo rivendono con un guadagno di circa il 20%, un guadagno condiviso tra Trafigura ed i maggiori collaboratori del presidente angolano José Eduardo Dos Santos[113].

Gianluca Savoini e i finanziamenti illeciti alla Lega Nord – Secondo un’inchiesta del settimanale milanese L’Espresso, pubblicata nel febbraio 2019[114], il giornalista Gianluca Savoini[115], amico e collaboratore di Matteo Salvini, che all’epoca era Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni nel Governo Italiano[116], assieme ad altri cinque personaggi italiani e russi non ancora identificati, si incontrano all’Hotel Metropol di Mosca per discutere di un possibile accordo per finanziare, con 65 milioni di dollari, provenienti dalla vendita del petrolio russo, il partito di Salvini “Lega – Salvini Premier” e la sua campagna per le elezioni europee[117].  A supporto di tale inchiesta Buzz Feed News pubblica l’intera trascrizione di una registrazione audio che documenta 1 ore 15’ di incontro cui partecipa anche Vladimir Putin[118].

Durante l’incontro nel quale si discutono i dettagli per mettere in piedi in modo sicuro il finanziamento illecito, si esaminano le modalità per effettuare un transito di combustibili da una società russa ad ENI[119], ripetutamente citata durante la conversazione, passando per vari intermediari importanti – come Trafigura, nominata due volte – che sarebbero in grado di trasferire i soldi su conti utilizzabili dal partito; anche le banche, secondo i loro piani, dovranno essere grandi banche per scongiurare controlli antiriciclaggio[120].

Lo scopo dell’operazione è evidente: l’Italia acquista metano, benzina, kerosene, petrolio grezzo, gas ed altri prodotti energetici all’estero, di cui solo una parte viene estratta o acquistata da ENI[121] – il resto viene acquistato sul “libero” mercato. In passato, quando Silvio Berlusconi era presidente del consiglio, Vladimir Putin fece con lui un accordo (secondo il quale vennero pagate tangenti, indagate dalla magistratura senza arrivare a celebrare un processo) per avvantaggiare i produttori russi sul mercato italiano[122]. Oggi, che la Lega è il secondo partito italiano, Mosca cambia referente – e lo stesso fa Trafigura.

Operazione Car Wash in Brasile – I nomi di Glencore, Vitol e Trafigura saltano fuori in una indagine[123], alla ribalta delle cronache dall’inizio del 2015, che mette in luce lo scandalo più grande che il Brasile abbia mai vissuto e forse uno dei più grandi scandali di corruzione del mondo[124]. Una fitta rete tra imprenditori e politica, conniventi nell’acquisire contratti illecitamente e poi a nasconderne i proventi: riciclaggio di denaro sporco, appalti truccati e finanziamenti illeciti[125]. Trafigura è oggetto dell’indagine, assieme alle altre due compagnie Vitol e Glencore, per aver pagato tangenti alla compagnia petrolifera statale Petrobras per ottenere contratti di appalto[126]. Le indagini sono ancora in corso e Trafigura è coinvolta sempre più pesantemente nel turbine delle investigazioni delle autorità brasiliane[127].

I giochi di prestigio di Denis Gokana – Il presidente di SNPC (Société Nationale de Pétroles du Congo), amico e consigliere personale del presidente congolese Denis Sassou-Nguesso, ha ideato, insieme al management di Trafigura, un metodo spettacolare di finanziamento del movimento politico che sostiene il regime di Brazzaville: Trafigura presta a due società indicate da Gokana (Sphynx Bermuda Ltd. Hamilton e Africa Oil and Gas Corporation SA Brazzaville) 650 milioni di dollari, che scompaiono in mille rivoli, ed in cambio consegna, sotto forma di restituzione del prestito (più gli interessi), petrolio per un valore di 1,4 miliardi di dollari, prodotto dall’azienda petrolifera congolese, la SNPC, di cui lui è, appunto, il presidente[128]. La denuncia della ONG londinese Global Witness, finora, non ha avuto conseguenze.

La lotta possibile contro le mele marce

Un’immagine dei bellissimi viali alberati che circondano il centro finanziario modernissimo di Lusaka

Con il passare degli anni, la reputazione di Trafigura crea dei problemi seri allo sviluppo normale degli affari della multinazionale. La morte del fondatore, Claude Dauphin, morto a soli 64 anni, di cancro al pancreas, in un ospedale di Bogotà[129], costringe la società ad una scelta radicale: il nuovo presidente, il geologo australiano Jeremy Weir, per la prima volta presenta i risultati di Trafigura in un evento pubblico e con il contraddittorio[130], promette profondi cambiamenti in direzione di una maggiore trasparenza. Con un colpo di mano coraggioso ed inatteso, chiude contemporaneamente tutte le collaborazioni con tutti gli intermediari, mettendo così fine a 25 anni di pratiche di corruzione[131].

Da allora, Trafigura tratta direttamente con i Ministeri dell’Energia di ciascun Paese, e sempre alla luce del sole[132]. Naturalmente, questa decisione non impedisce affatto che, all’interno di quei ministeri, non ci siano dirigenti o politici che, per firmare qualsivoglia contratto, non esigano un kick-back, una tangente, una partecipazione a qualche società di intermediazione di facciata, ma è pur sempre un primo passo. Per quanto riguarda quel paradiso terrestre che è lo Zambia, anche se le mele marce note con il nome di Michael Sata e Wynter Kabimba non ci sono più, sotto l’attuale presidenza di Edgar Lungu le cose non è che siano cambiate in modo apprezzabile.

Di questo parlerò comunque in un prossimo articolo. Almeno, nella classifica delle nazioni con il minore tasso di corruzione al mondo, lo Zambia, nel 2019, è risalito fino al 113° posto – comunque molto meglio dei paesi vicini, che si trovano quasi tutti intorno al 150° posto o ancora più in giù, in una lista che comprende 180 giurisdizioni[133]. Questo conferma la mia profonda convinzione: l’uomo non è stato cacciato dal Giardino dell’Eden perché Eva aveva mangiato una mela, ma perché Adamo le aveva fatte marcire tutte con la sua corruttela.

[1] https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/za.html
[2] James L. Newman, “The Peopling of Africa: A Geographic Interpretation” Yale University Press, New Haven 1995; Christopher Ehret, “An African Classical Age: Eastern and Southern Africa in World History, 1000 B.C. to A.D. 400”, James Currey Publishing, London 1998; Kevin Shillington, “History of Africa”, St. Martin’s Press, New York 2005
[3] http://www.lusakavoice.com/2013/09/18/wynter-m-kabimba/
[4] Andrew Roberts, “A history of Zambia”, Holmes & Meier Publishing, New York 1976
[5] https://africanarguments.org/2014/09/02/zambia-kabimba-dismissal-bolsters-sata-but-president-remains-silent-and-unseen-by-arthur-simuchoba/
[6] https://dokumen.tips/amp/documents/the-world-bank-group-insol-international-round-tablelusakalusakacurriculum.html
[7] https://web.archive.org/web/20080609003037/http://www.news24.com/News24/Africa/News/0,,2-11-1447_2015932,00.html ; http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/3302419.stm ; https://web.archive.org/web/20071001000417/http://www.news24.com/News24/Africa/News/0,,2-11-1447_2019091,00.html ; http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/6624547.stm
[8] https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/za.html ; https://web.archive.org/web/20080614095733/http://www.africaliberalnetwork.org/newsletter_item.aspx?i_PageID=1420&i_NewsID=24
[9] https://www.goodcountry.org/global-vote/elections/zambia/candidates/wynter-kabimba/
[10] https://allafrica.com/stories/201212171987.html
[11] http://www.lusakavoice.com/2013/09/18/wynter-m-kabimba/
[12] https://www.voanews.com/africa/zambias-justice-minister-vows-fight-corruption
[13] https://www.banktrack.org/company/trafigura
[14] https://www.theguardian.com/world/2012/dec/03/trafigura-zambia-bribery-allegations
[15] https://zambiareports.com/2012/12/07/satas-soft-approach-on-anti-corruption-comes-under-fire/
[16] https://www.lusakatimes.com/2013/06/05/government-backs-its-trafigura-oil-deal/
[17] https://www.lusakatimes.com/2013/04/24/wynter-kabimba-and-gbm-were-thoroughly-investigated-before-being-cleared-insists-acc/
[18] https://allafrica.com/stories/201306270860.html ; https://allafrica.com/stories/201212171987.html
[19] https://www.laz.org.zm/2014/04/07/tribunal-report/
[20] http://www.laz.org.zm/wp-content/uploads/2014/04/Wynter-Kabimba-Tribunal-Report.pdf
[21] https://mg.co.za/article/2014-10-21-zambia-has-king-cobra-lost-his-bite/
[22] https://www.bbc.com/news/world-africa-29692576
[23] https://www.africa-confidential.com/index.aspx?pageid=21&articleid=5814
[24] https://www.lusakatimes.com/2014/11/28/wynter-kabimba-resigns-pf/ ; https://www.bloomberg.com/news/articles/2014-08-28/zambian-president-fires-justice-minister-amid-succession-battle ; https://www.bbc.com/news/world-africa-28975016
[25] http://www.daily-mail.co.zm/wynter-kabimba-quits-pf/
[26] https://www.zambiadailynation.com/2015/09/25/i-didnt-kill-sata-kabimba/
[27] https://archive.shine.cn/article/article_xinhua.aspx?id=238118
[28] https://www.bbc.com/news/world-africa-29813612
[29] https://www.zambiawatchdog.com/kabimba-forms-his-rainbow-party-as-revealed/
[30] https://www.zambiawatchdog.com/73332/
[31] https://www.lusakatimes.com/2014/06/19/immigration-department-ignorant-kabimba-revelations-smuggled-kenyans-zambia/
[32] https://www.reuters.com/article/us-zambia-election-idUSKCN10Q13R
[33] https://en.wikipedia.org/wiki/2016_Zambian_general_election#Arrests_of_opposition_members
[34] https://zambiareports.com/2012/12/07/satas-soft-approach-on-anti-corruption-comes-under-fire/ ; Marc Guéniot, Marietta Harjono, Andreas Missbach, Gian Valentino Viredaz, “Dirty Diesel: How Swiss traders flood Africa with toxic fuels”, Public Eye, Lausanne 2006, pages 46-47 – see https://issuu.com/erklaerungvbern/docs/2016_dirtydiesel_a-public-eye-inves/46
[35] https://en.wikipedia.org/wiki/Michael_Sata
[36] Yizende A. Chondoka, “A history of the Tumbuka from 1400 to 1900”, Xlibris Publishing, Bloomington (Indiana, USA) 2015
[37] http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-43-1951-ocr.pdf
[38] https://zambianeye.com/michael-satas-life-history-from-1937-to-1973/
[39] https://zambianeye.com/michael-satas-life-history-from-1937-to-1973/
[40] https://zambianeye.com/michael-satas-life-history-from-1937-to-1973/
[41] https://www.roberts.co/projects/
[42] John Kombe, “A political discourse on Michael Chilufya Sata, the man of action: His vision and legacy”, Dr. Dickson Banda Publisher, Lusaka 2016, pages 23-25
[43] https://zambianeye.com/michael-satas-life-history-from-1937-to-1973/
[44] Giacomo Macola, “Nkumbula, UNIP, and the Roots of Authoritarianism in Nationalist Zambia”, in “Liberal Nationalism in Central Africa – a biography of Harry Mwaanga Nkumbula”, Palgrave Macmillan, New York 2010, pages 73-94; see also https://www.cambridge.org/core/journals/history-in-africa/article/archives-of-zambias-united-national-independence-party/598A1C6BCA73ADDA61636F8FF6B8A779
[45] https://www.zambianobserver.com/the-life-history-ofmr-micheal-c-sata/
[46] https://www.lusakatimes.com/2014/02/03/biography-president-michael-chilufya-sata/
[47] P. Ebow Bondzi-Simpson, “The Law and Economic Development in the Third World”, Praeger Publishers, Westport (Connecticut, USA) 1992, pages 22-43
[48] Frank M. Chitambala, “History of the United National Independence Party”, originally published from the author in Lusaka in 1984, quoted in the edition made by the Indiana University, Bloomington (USA) 2010
[49] https://www.treccani.it/enciclopedia/michael-sata/
[50]https://en.wikipedia.org/wiki/Patriotic_Front_(Zambia)#:~:text=The%20Patriotic%20Front%20(PF)%20is,presidential%20candidate%20for%202001%20elections.
[51] https://www.eisa.org/wep/zam2001resultsp.htm
[52] http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/1936090.stm
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[54] https://www.nytimes.com/2005/07/24/world/africa/zambia-arrests-opposition-leader-citing-role-in-miners-riot.html
[55] https://www.aljazeera.com/news/2006/10/2/zambian-opposition-admits-defeat
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[58] https://www.lusakatimes.com/2008/11/01/elections-have-been-rigged-sata/
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[60] https://www.news24.com/News24/Sata-Zambias-the-king-cobra-20110918
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[62] https://zambiareports.com/2012/12/07/satas-soft-approach-on-anti-corruption-comes-under-fire/ ; https://www.theguardian.com/world/2012/dec/03/trafigura-zambia-bribery-allegations ; https://www.u4.no/publications/sub-saharan-africa-overview-of-corruption-and-anti-corruption
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[68] Daniel Amman, “The King of oil: The secret lives of Marc Rich”, St. Martin’s Press, New York 2009
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[92] https://datacvr.virk.dk/data/visenhed?enhedstype=virksomhed&id=26844444
[93] https://www.nrk.no/dokumentar/vest-tank-sweetened-coker-gasoline-1.6104693
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[101] https://www.theguardian.com/world/2020/may/31/trafigura-investigated-for-alleged-corruption-market-manipulation
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[110] http://www.energyintel.com/pages/articlesummary/781232/angola–what-s-behind-trafigura-s-ejection-from-products-swap- ; https://www.publiceye.ch/fileadmin/doc/Rohstoffe/2013_PublicEye_Trafiguras_Business_in_Angola_EN_Report.pdf
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[113] https://www.makaangola.org/2013/01/trafigura-e-a-mafia-presidencial/?lang=en
[114] https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/02/21/news/tre-milioni-matteo-salvini-russia-1.331924
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[117] https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/02/21/news/tre-milioni-matteo-salvini-russia-1.331924
[118] https://www.buzzfeednews.com/article/albertonardelli/flight-records-gianluca-savoini ; https://www.ilpost.it/2019/08/08/savoini-russia-indagine-buzzfeed/
[119] https://www.huffingtonpost.it/entry/buzzfeed-pubblica-un-audio-che-rivela-i-tentativi-di-alcuni-russi-di-finanziare-la-lega-con-i-milioni-del-petrolio_it_5d25c9eae4b0583e4829d2ff
[120] https://www.buzzfeednews.com/article/buzzfeednews/transcript-lega-russia-oil-deal-meeting
[121] https://www.confartigianato.it/2020/01/studi-da-iraq-e-libia-il-314-dellimport-di-petrolio-con-20-barile-petrolio-il-pil-cala-di-71-miliardi-e-04-punti/ ; https://www.ilsole24ore.com/art/il-petrolio-arriva-iraq-e-azerbaigian-AE1YKyQ ; https://www.quattroruote.it/news/ecologia/2017/10/18/petrolio_l_iraq_guida_le_importazioni_italiane.html
[122] https://www.repubblica.it/esteri/2010/12/10/news/gas_terza-10023464/
[123] https://www.globalwitness.org/en/campaigns/corruption-and-money-laundering/friends-low-places/
[124] https://www.theguardian.com/world/2017/jun/01/brazil-operation-car-wash-is-this-the-biggest-corruption-scandal-in-history
[125] https://www.theguardian.com/world/2017/jun/01/brazil-operation-car-wash-is-this-the-biggest-corruption-scandal-in-history
[126] https://www.swissinfo.ch/eng/sprawling-brazilian-probe_swiss-prosecutors-search-vitol-and-trafigura-offices-as-part-of-car-wash-probe/45385906
[127] https://www.theguardian.com/world/2020/may/31/trafigura-investigated-for-alleged-corruption-market-manipulation
[128] “Rigged: Where has republic of Congo oil’s money gone?”, Global Witness, London 2020; https://www.emia.org/news/story/2733 ; https://www.globalwitness.org/en/archive/7563/ ; https://minbane.wordpress.com/tag/denis-gokana/
[129] https://www.trafigura.com/claude-dauphin-obituary
[130] https://www.bloomberg.com/news/articles/2015-04-16/trafigura-ceo-set-to-make-history-at-swiss-commodities-summit
[131] https://www.reuters.com/article/us-trafigura-strategy-idUSKCN1U90OJ
[132] https://www.ft.com/content/7e528ea2-a630-11e9-984c-fac8325aaa04
[133] https://www.transparency.it/wp-content/uploads/2020/01/CPI2019_Mappa_Classifica.pdf

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CAT: Africa, Geopolitica

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