Bolloré: il vero Re d’Africa

20 Gennaio 2023

Il neocolonialismo non si basa più sull’occupazione militare dei paesi in via di sviluppo e sulla tratta degli schiavi, ma la sostanza è cambiata di poco. Fragili democrazie, specie in Africa, sono vittime di colpi di Stato, conflitti interetnici ed interreligiosi, di corruzione, ma soprattutto dell’ingerenza del capitale straniero e degli “aiuti” militari delle grandi potenze, che cedono mitragliatrici in cambio di ettari di terra, licenze di sfruttamento minerario e petrolifero, contratti sulle infrastrutture fondamentali di ciascun paese.

In testa a coloro che sfruttano l’Africa ci sono certamente le società minerarie e quelle di trading dei diamanti, ma, con il passare del tempo ed il progressivo miglioramento delle condizioni economiche locali, ora è il tempo di chi controlla la distribuzione, la logistica, le telecomunicazioni. In questo settore vince chi ha già investito da anni, ed ha speso il primo quarto di questo secolo a creare una rete di legami indissolubili con il potere locale. Parliamo di un gruppo industriale francese, iniziato con una fabbrica di carta, e che oggi è una delle maggiori potenze internazionali – quello della famiglia Bolloré.

Quest’anno il gruppo Bolloré festeggia i suoi 200 anni, nei quali la piccola azienda bretone è diventata una delle 500 maggiori società al mondo: con 73 mila dipendenti in 130 paesi, con 20 miliardi di euro di fatturato e 34 miliardi di capitale proprio (2021)[1]. Quotata alla Borsa di Parigi, il controllo resta comunque nelle mani della famiglia Bolloré attraverso una rete complessa di partecipazioni azionarie. Grazie alla sua strategia di diversificazione, basata sull’innovazione e sulla globalizzazione, il gruppo è una potenza a tre teste: trasporti e logistica, comunicazioni, stoccaggio e sistemi elettrici[2]. Senza dimenticare l’industria storica della carta, la distribuzione energetica, i film plastici, la costruzione di automobili, l’agricoltura e i mass media[3].

Il gruppo Bolloré dal 1822 ad oggi

Estate 1949: l’arrivo in fabbrica degli stracci che verranno trasformati in cellulosa[4]

Nel 1822, vicino a Quimper, sul fiume Odet in Bretagna, Jean Guillaume Bolloré e suo cognato Nicolas Le Marié[5] (sindaco di Ergué-Gabéric dal febbraio 1832 al gennaio 1833)[6] pongono la prima pietra della cartiera “Papeteries Bolloré”[7], che produce inizialmente imballaggi “pesanti” e più tardi carta sottile, come bustine di tè, carta per bibite, carta delle sigarette, filtri, carta pergamena[8]. Nicolas Le Marié ha tenuto le redini della fabbrica (a conduzione familiare) per 40 anni, ma è stato poi colpito da un ictus in seguito ad una caduta e, non avendo eredi che gli succedessero (i figli erano morti e la figlia superstite era negli ordini religiosi), ha dovuto cedere il testimone al nipote[9]; così la società ha assunto un nuovo nome, nel 1861, quando il medico Jean-René Bolloré ha preso l’azienda nelle sue mani[10].

Nello stesso anno la moda delle sigarette arriva anche in Francia e la famiglia Bolloré ristruttura un mulino a una trentina di chilometri da Odet, a Cascadec, per aumentare la produzione. La carta copiativa per le lettere, la carta di cotone per la celluloide e la carta velina divengono prodotti secondari e tutti gli sforzi vengono impiegati nella produzione di carta per sigarette[11]. L’immagine del gruppo è a lungo associata a questo prodotto (la Francia produce più della metà della carta per sigarette del mondo negli anni ‘40-‘50[12]) e Jean-René Bolloré, alla sua morte, nel 1881, lascia al figlio René-Guillaume un’eccellenza internazionale[13]. Nel 1918 nasce il brand OCB: “Odet-Cascadec-Bolloré”[14], con fino a 630 dipendenti, che resta il centro del gruppo fino al 2000, quando viene venduto al gruppo Republic Tobacco[15].

Nel 1929 le fabbriche Bolloré producono quasi 2000 tonnellate di bobine di carta e 86 milioni di libri di carta da sigarette da cento fogli. Fino alla guerra, il gruppo Bolloré esporta più del 90% della sua produzione. L’azienda fornisce i marchi americani Camel, Chesterfield, Philip Morris e Old Gold. Il resto della produzione viene venduto alla Régie française des tabacs ed alla British American Tobacco[16]. Il nipote di René-Guillaume Bolloré, anche lui chiamato René, è direttore delle “Papeteries Bolloré” dal 1935 al 1974 – con l’esclusione degli anni della guerra: durante l’occupazione solo uno di essi opera al 20% del potenziale[17]. Dopo la guerra la fabbrica produce carta pregiata, carta per sigarette e carta per libri, il tutto ora viene venduto su un mercato sempre più internazionale sotto la direzione dei fratelli René e del giovanissimo Michel[18].

Nel numero di Natale del 1949, la rivista Réalités[19] presenta l’azienda in otto pagine con magnifiche foto a colori[20]: “Il peso economico complessivo delle tre fabbriche (Odet, Cascadec e Troyes) non è trascurabile: “Con 1500 operai, questi stabilimenti producono 20 tonnellate di carta al giorno – la lunghezza delle bobine prodotte in un giorno farebbe il giro del mondo – dieci milioni di quaderni da cento fogli al mese e realizzano un fatturato di 1300 milioni all’anno”[21]. Ogni fabbrica è specializzata in un prodotto, riducendo i costi. Un successo reso possibile grazie a un audace piano di investimenti: in tre anni vengono stanziati più di 200 milioni di franchi per rinnovare le attrezzature, facendo arrivare nuovi macchinari da Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna[22].

Entra in scena Vincent Bolloré

Foto di famiglia del 1949: René Bolloré (a sinistra in alto); René Bolloré (in alto a destra), padre degli attuali proprietari: il figlio maggiore René (tutti gli anziani della famiglia hanno questo nome), presidente dell’azienda (in basso a sinistra), e Guennaël Bolloré, il più giovane dei tre fratelli (in basso a destra)[23]

L’azienda di famiglia diventa un vero impero sotto l’impulso di Vincent Bolloré (il nipote di Michel); insieme a suo fratello Michel-Yves, Vincent assume la direzione delle cartiere nel 1980-1981, e rileva l’azienda, in grande difficoltà[24], riducendo del 30% gli stipendi e focalizzando sulle bustine di tè e sulla carta metallizzata ultrafine, utilizzata nell’industria dei condensatori: l’operazione funziona, e nasce Bolloré Technologies, che cinque anni dopo è il leader mondiale del settore[25].

Michel-Yves Bolloré ha gestito la parte industriale del gruppo e ha guidato l’uscita dal settore cartario per specializzarsi in una nicchia tecnologica (polipropilene) e industriale (ultrafine) molto specializzata[26]. Il gruppo Bolloré è quindi protetto da qualsiasi tentativo di acquisizione da parte dei grandi gruppi globali, che preferiscono utilizzare i prodotti high-tech (le pellicole e le plastiche sottili) del gruppo Bolloré, piuttosto che acquistare l’azienda.

Vincent, formatosi in campo finanziario grazie a un’esperienza presso l’alleato di famiglia, la società finanziaria del barone Edmond de Rothschild (Vincent aveva solo 23 anni ed era già il Vice Direttore della società finanziaria[27]), trasforma il gruppo in un conglomerato, mescolando partecipazioni finanziarie e investimenti industriali[28]. Nel 1997, assume il controllo della banca Rivaud[29] che è in una grave crisi dovuta a due eventi: una delicata verifica fiscale e l’insuccesso di uno dei suoi investimenti, quello nella compagnia aerea Air Liberté, quasi in bancarotta e poi venduta a British Airways – un’operazione finanziaria decisiva per la costituzione dell’impero Bolloré[30].

Sul mercato finanziario parigino Vincent Bolloré si fa conoscere e temere. Nel 1992 mette le mani sulla holding familiare Compagnie financière Delmas-Vieljeux (gruppo CMA-CGM)[31], che unisce poi con la sua SCAC[32] (Société Commerciale d’Affrètement et de Combustible), acquisita da Suez nel 1986[33]. Questo acquisto permette al Gruppo Bolloré di ottenere una posizione di rilievo nel settore del transito e della movimentazione in Francia e in Africa[34]. L’unico anello della catena logistica che il Gruppo vende è il trasporto marittimo, sicché Saga Italia (l’azienda di spedizioni italiana specializzata in servizi per l’industria oil&gas[35]) e le navi di Delmas con i suoi 21 porti sono stati venduti su consiglio dell’amministratore delegato, Gilles Alix, entrato nel gruppo nel 1987 ed oggi al fianco di Cyrille Bolloré[36].

Non contento, Vincent va all’assalto al gruppo di telecomunicazioni, costruzioni e distribuzione dell’acqua Bouygues (12.5%, nel 1998, dopo un conflitto con la famiglia Bouygues e la crescita significante del gruppo in Borsa[37]). Nonostante il conflitto, Vincent incontra spesso la famiglia Bouygues alle cene di famiglia – il figlio di Vincent, Yannick, è sposato con la nipote di Martin Bouygues – Chloé[38]. Parallelamente, Vincent investe nella holding del gruppo Lazard, la Rue Impériale de Lyon[39], e prova a conquistare la casa cinematografica Pathé[40].

19 aprile 2018: Vincent Bolloré (a sinistra) e suo figlio Cyrille Bolloré (a destra)[41]

Lazard, come Rivaud, è controllata attraverso una rete di holding (Eurafrance, Gaz et Eaux, Euralux e via dicendo) e possiede un bel pacchetto azionario (come Danone, Saint- Gobain, Mediobanca, Generali)[42]. Dopo neanche due mesi Bolloré rivende questa quota a Vivendi-Canal Plus. Queste due operazioni portano nelle casse dell’arcipelago Bolloré plusvalenze per l’equivalente di non meno di 750 miliardi di lire[43]. Dopo tutti i colpi finanziari Vincent ha guadagnato i soprannomi di “il piccolo principe del cash flow” e “lo Scalatore”[44].

A proposito dei figli, Vincent ne ha quattro, tutti impegnati nel gruppo: Yannick (1980), attualmente il Presidente e l’Amministratore delegato di Havas SA, la quinta più grande società di comunicazione globale[45] e presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi[46], una società globale di intrattenimento, media e comunicazioni, controllato dalla famiglia e presieduto dal fratello Cyrille[47]. Si dice che Yannick è in buoni rapporti con Emmanuel Macron, e ha ricevuto Vivendi dal padre[48] pochi giorni prima del fermo giudiziario nei confronti di Vincent[49]. Cyrille, nato nel 1985, ha sostituito il padre come il presidente e CEO del gruppo nel marzo 2019[50]: nel febbraio del 2022 Vincent ha deciso di lasciare le rendini del Gruppo e ha scelto Cyrille come il suo successore[51].

L’unica figlia, Marie (1988) è consigliere di amministrazione di Mediobanca (a rappresentare la famiglia con oltre 8%) dal 28 ottobre 2014 ed occupa la stessa posizione in molte società del Gruppo[52]. Nel 2016 assume la direzione di una nuova divisione di Blue Solutions, specializzata nello stoccaggio di energia. Il figlio più grande, Sebastien, che lavora nel Gruppo dal 2005[53], si occupa dello sviluppo di Blue Solutions negli Stati Uniti[54]. Blue Solutions è iscritta nel registro di trasparenza dei lobbysti europei dal 2017. Nel 2016 ha dichiarato spese annuali di 150.000 euro per questa attività, e solo 9999 euro nel 2018[55].

Tra gli azionisti del gruppo Bolloré ci sono nomi importanti come la famiglia Agnelli (5,6% della Albatros Investissement e Antoine Bernheim (morto nel 2012 all’età di 87 anni), un banchiere d’investimento francese, per 30 anni manager e poi presidente delle Assicurazioni Generali di Trieste[56] nonché socio gerente della banca d’affari Lazard[57], ma soprattutto l’amico d’infanzia di Vincent (amico d’infanzia della madre): Bernard Arnault (l’uomo che ha creato il gruppo fashion LVMH[58]) e François Pinault (multimiliardario, collezionista d’arte, proprietario dell’iconica casa d’aste Christie’s[59])[60].

Con il denaro guadagnato dalle acquisizioni, il gruppo diventa leader nella logistica da e per l’Africa, dove gestisce anche grandi piantagioni. Il continente nero fa la fortuna del gruppo e ancora oggi rappresenta la più importante fonte di fatturato dell’impero Bolloré[61]. Dagli anni 2000 il Gruppo continua a svilupparsi nei settori dell’automobile, della comunicazione e della pubblicità, dei media e delle telecomunicazioni: una partecipazione nell’assicuratore italiano Generali (Vincent è il Vice-Presidente nel 2010-2013), il controllo della banca d’affari italiana Mediobanca nel 2001 (di cui Vincent Bolloré è rimasto azionista fino al 2021[62]).

A ciò si aggiungono i terminal portuali (concessione dei porti di Abidjan nel 2008), la maggior parte dei terminali portuali del Golfo di Guinea, linee ferroviarie (in particolare in Africa), distribuzione di prodotti petroliferi (Bolloré Énergie), vino (Domaine de la Croix, La Bastide Blanche in Côtes de Provence), e molto ancora[63]. Nel 2004, Bolloré è diventato uno dei primi duecento gruppi industriali europei. Nel settore dell’energia, Bolloré è attivo nella logistica e distribuzione di prodotti petroliferi grazie alle controllate Calpam (Germania), CICA (Svizzera), LCA, Charbons Maulois, SFDM, etc. in Francia.

L’influenza nei media

Emmanuel Macron e Vincent Bolloré: in guerra per l’impero mediatico che preoccupa l’Eliseo[64]

A partire dagli anni 2000, Vincent Bolloré decide di entrare nel settore dei media: ora è presente nella pubblicità attraverso Havas (di cui possiede il 36% e tramite il quale ha il 4.49% di Mediaset[65] e il 23.74% di Telecom Italia[66] attraverso Vivendi) e il britannico Aegis (il 28%). Contemporaneamente il finanziere sviluppa anche il primo polo di free press francese di Direct Matin e lancia (nel 2005) due tv: Direct 8 e Direct Star[67]. Nel 2012 è diventato il maggiore azionista di Vivendi group quando i suoi canali televisivi D8 e D17 sono stati venduti a Canal+[68], non senza il supporto del governo francese.

L’occasione per battere Sky e Netflix “arriva nel luglio 2014 dalla volontà dei soci spagnoli di Telefonica di uscire dal capitale di Telecom Italia, che Berlusconi ha tentato di far convolare a nozze con Mediaset. Grazie ad un’operazione in Brasile, Vivendi si ritrova socia di Telecom Italia. Da allora, l’azienda si rafforza progressivamente in Italia grazie anche alla longa manus di Tarak Ben Ammar, un uomo che per trent’anni ha seguito gli affari di famiglia di Silvio Berlusconi. Lo stesso, che siede nel consiglio di Vivendi e di Mediobanca. Intanto, a latere, iniziano le trattative con Mediaset per uno scambio azionario che porti anche al passaggio di mano della pay-tv Premium. Ad un certo punto, l’idillio si rompe: Vivendi ripudia l’intesa raggiunta con Mediaset dando inizio ad una serie di contrasti giudiziari e poi compra il 20% di Mediaset”[69].

Nel 2019 Vivendi compra il 100% di Editis[70], una delle più importanti case editrici francesi (Plon, La Découverte, Perrin e altre)[71]. L’anno successivo, nel 2020, il Gruppo acquista il 29.2% di Lagardère[72], e così diventa il proprietario dell’emittente radiofonica Europe 1 e dei settimanali Le Journal du dimanche e Paris Match, tre media molto influenti a livello politico. Inoltre Hachette, il colosso dell’editoria (Fayard, Calmann-Lévy, Armand Colin) diventa proprietà di Bolloré come la parte del gruppo Lagardère[73]. L’anno dopo, nel 2021, Vivendi compra le azioni di Amber Capital, portando la sua partecipazione in Lagardère al 45,1% del capitale sociale[74].

Emmanuel Macron, preoccupatissimo per l’enorme potere mediatico di Bolloré, chiede al presidente di LVMH, Bernard Arnault (uno tra i dieci uomini più ricchi al mondo), di entrare in Lagardère, per contenere l’avanzata del concorrente e (secondo Nicolas Sarkozy) per impedire la cessione del canale M6 a Vivendi[75]. Nonostante questo, Vincent Bolloré ha un rapporto non facile con i media: si arrabbia facilmente e non tollera quando scrivono su di lui o il suo Gruppo. Ha attaccato, minacciato, censurato, portato in tribunale più volte autori di libri, giornalisti d’inchiesta francesi e non, richiedendo il risarcimento di danni milionari[76].

Nel 2014, Havas ha tentato di cancellare più di 7 milioni di euro di pubblicità al giornale Le Monde, in seguito a un’inchiesta sulle attività di Vincent Bolloré in Costa d’Avorio. Per non parlare della deprogrammazione o censura di diversi documentari che Canal + (gruppo Vivendi) avrebbe dovuto trasmettere[77]. Le sue azioni hanno portato a un’unione di più di trenta giornalisti dalle testate e le ONG più importanti, tra cui Les Echos, Le Monde, Mediapart, che hanno firmato una lettera aperta per denunciare i metodi intimidatori usati da Bolloré[78]. Nell’ottobre del 2022 il gigante perde la causa contro Mediapart per gli articoli sull’attività di Bolloré in Camerun: la Corte di Cassazione schiera dalla parte del giornalista[79].

Il ramo agricolo e l’automotive

Socfin ed il Land Grabbing (impossessamento dei terreni) nei paesi africani[80]

Quello delle attività agricole è un altro “tentacolo” di Bolloré: dal 1991 è azionista di minoranza di Socfin SA Luxembourg (Société Financière des Caoutchoucs, 39.7%)[81], una delle principali industrie agricole del mondo, con quasi 200’000 ettari (palme da olio e alberi della gomma) in 10 paesi dell’Africa e dell’Asia, tra cui Camerun, Costa d’Avorio, Nigeria e Liberia[82]. Nel 2019, Socfin ha ottenuto la terra di più di 200 villaggi e di migliaia di famiglie: gli abitanti che hanno accettato di cedere le loro terre in cambio di posti di lavoro e di aiuti allo sviluppo locale spesso considerano la compensazione insufficiente o ingiusta, e le autorità locali denunciano promesse non mantenute, anche se incluse nell’atto di vendita o di concessione[83].

La deforestazione ha danneggiato le popolazioni indigene, in particolare i Pigmei in Camerun e i Bunong in Cambogia, che dipendono fortemente dalla foresta pluviale. I reclami in Camerun, Liberia, Sierra Leone, Costa d’Avorio e Cambogia riguardano la perdita di accesso all’acqua potabile a causa di drenaggi e/o scarichi inquinanti di Socfin[84]. Nel 2021, un rapporto (redatto da “Bread for All”, “Alliance Sud” e “German Tax Justice Network”[85]) accusa Socfin di evasione fiscale[86], di accaparramento di terre[87] e di violazione dei diritti umani[88]: la relazione ha esaminato i conti finanziari 2020 della società e delle sue controllate, scoprendo l’esistenza di trasferimenti di reddito verso l’Europa (in particolare verso la Svizzera) pari a più di 100 milioni di Euro di ricavi nel 2020 (su un totale di 605), anche se il gruppo non produce materie prime in Europa[89]. Nel dicembre del 2022, la Corte d’Appello di Versailles ha ordinato al gruppo Bolloré di chiarire i rapporti con Socfin[90]. Il gruppo Bolloré possiede anche 3300 ettari, distribuiti in tre aziende agricole, negli Stati Uniti – in Georgia e Florida (soia, cotone, olive) e diversi vigneti nel sud della Francia, nella zona della denominazione “Côtes de Provence”, per una superficie totale di 242 ettari, con una produzione di circa 650 mila bottiglie all’anno[91].

La crescita, in Africa come ovunque nel mondo, avviene in modo semplice ed efficiente. L’amministratore delegato Gilles Alix dichiara: “Conosciamo tutti i ministri. Sono amici. Così, di tanto in tanto – sia chiaro – quando non sono più ministri, diamo loro la possibilità di diventare direttori di una delle nostre filiali. Questo per salvarsi la faccia. E poi sappiamo che un giorno potranno tornare a essere ministri.”[92] La stampa francese rinfaccia a Vincent Bolloré i rapporti stretti con molti dittatori africani, specie nella FrançAfrique[93], il sistema neocolonialista francese in Africa. Così, per migliorare l’immagine del gruppo, Bolloré decide di voltare pagina: cede buona parte delle piantagioni, puntando su batterie elettriche e media[94].

Nel giro di un decennio l’impero è diventato solido. Anche se il suo interesse è sostanzialmente industriale, i suoi critici affermano che abbia raggiunto il successo grazie ai legami con i politici francesi, come l’ex presidente Nicolas Sarkozy, al quale ha prestato più volte il suo jet privato Falcon 900[95] e il suo yacht di 60 metri il “Paloma”[96], che in cambio ha favorito la sua ascesa nei media francesi[97]. “La famiglia Bolloré ha una tradizione di ospitalità. Abbiamo ricevuto Mohammed V, Léon Blum, Georges Pompidou e anche molte altre persone modeste e sconosciute. Accogliere Nicolas Sarkozy il giorno dopo la sua elezione è stato per me un onore”, ha risposto Vincent Bolloré[98]. Quando Sarkozy ha lasciato l’Elyseo Vincent ha perso il suo più prezioso alleato. Ha provato a ricollocarsi politicamente, ma non c’è riuscito[99].

Novembre 2012: Vincent Bolloré con Bertrand Delanoë e Anne Hidalgo, a quel tempo sua moglie e vice sindaco di Parigi[100]

Ma è con il sindaco socialista di Parigi Bertrand Delanoë, con cui ha creato nel 2011 il marchio di auto elettriche Autolib, che Bolloré ha il suo capolavoro[101]. Con lo sviluppo dei fonti energetiche alternative, il suo successo, fino al 2017, è visibile in ogni angolo di strada a Parigi, e si espande in diverse città europee e persino negli Stati Uniti a Indianapolis: le auto elettriche Autolib, con le loro batterie specifiche (LMP -Polimero di litio e metallo, prodotte dalla subsidiary del Gruppo in Francia e in Canada, Blue Solutions SAS Ergué-Gabéric[102])[103]. Ma l’azienda non sopravvive alla crisi e i debiti accumulati e chiude nel 2018, lasciando cimiteri di auto elettriche abbandonate[104].

Solo la Blue Solutions SAS è ancora attiva: le sue batterie prodotte sono usate per la produzione di veicoli elettrici (automobili, autobus, tram) e la diffusione di servizi di car-sharing a Lione[105]. Altri servizi analoghi esistono anche a Bordeaux, Indianapolis, Los Angeles (USA) e Singapore[106] (dove il Gruppo ha aperto anche il BlueHub, un edificio da 50’000 m2)[107]. Nelle aree urbane e suburbane, gli autobus elettrici Bluebus, lunghi da sei a dodici metri, sono in di distribuzione a Parigi, Torino, Bruxelles, Lussemburgo, Abidjan, Rennes[108]. In 15 anni Vincent ha investito 1.7 miliardi di euro nello sviluppo della propria tecnologia alternativa delle batterie della nuovissima generazione[109].

L’Africa, cuore nero del gruppo

Kinshasa, 2016[110]

Nel 1985, Vincent Bolloré decide di sbarcare in Africa: prende il controllo di Sofical, che possiede il marchio Bastos, che produce e commercializza sigarette in Africa: in pochi anni diviene il “re delle sigarette d’Africa”[111]. Poi, nel 1986, acquista la Société Commerciale d’Affrètement et de Combustible (SCAC), specializzata nel trasporto marittimo, nella logistica e nella distribuzione di prodotti petroliferi, e contemporaneamente acquisisce SOCOPOA, la Société Commerciale des Ports Africains, e Rivaud, un gruppo arricchito grazie alla tratta degli schiavi[112].

Dopo la creazione di DDB, un centro di produzione di miscele di tabacco a Dunkerque, nel 1992 il gruppo fonda Coralma, che commercializza Gauloises, Gitanes e i marchi Philip Morris, Rothmans e Reynolds. All’alba del 2000, Coralma International ha dieci stabilimenti di produzione. È il principale produttore di sigarette dell’Africa francofona e dell’Oceano Indiano, con 12,5 miliardi di sigarette prodotte localmente. Nel 2001, il Gruppo vende il 75% della società Tobaccor al gruppo britannico Imperial Tobacco[113].

Tra il 2005 ed il 2014 vengono effettuate numerose acquisizioni, in Africa e in Europa: concessione di porti africani, ferrovie, ma anche reti di trasporto e logistica in Nord America, Asia e Medio Oriente. Alla fine del 2014, Cyrille Bolloré annuncia la fusione di Bolloré Logistics, Bolloré Africa Logistics (che include diverse filiali SDV, Saga, Afritramp, Socapo, Antrak, ecc[114]) e Bolloré Énergie sotto un unico marchio: Bolloré Transport & Logistics[115]. La nuova filiale del gruppo Bolloré genera l’80% del fatturato e impiega 36’000 dei 55’000 dipendenti del gruppo[116].

Bolloré Transport & Logistics è presente in 56 paesi[117], 47 di quali in Africa[118]. La nuova holding è suddivisa in quattro unità operative: Bolloré Ports e le sue 21 concessioni portuali (il suo progetto più grande, del valore di oltre un miliardo di euro, si trova in Ghana, a Tema). Bolloré Logistics è quella che impiega più personale, con 21’000 dipendenti, di cui 10’000 in Africa. Comprende, tra gli altri, Saga e SDV, che acquistano dalle aziende capacità di trasporto marittimo e aereo, che rivendono al dettaglio alle PMI, ai grandi gruppi e ai governi, nonché infrastrutture di stoccaggio (1,6 milioni di m2). Tra i settori in crescita ci sono quello dei beni di lusso, l’aeronautica (trasporta più di 300’000 pezzi di ricambio EADS) e l’industria farmaceutica[119].

Il terzo ramo (Bolloré Railways) gestisce tre concessioni ferroviarie in Africa, sia merci che i passegeri, specialmente nelle zone in cui le strade sono pericolose. Sitarail – una ferrovia di 1260 km che collega la Costa d’Avorio al Burkina Faso[120], passa attraverso Niger, Benin e Togo – anche se in Benin una sentenza di tribunale ha costretto il gruppo a interrompere i lavori. Bolloré Railways è impegnato in un progetto grandissimo di ammodernamento di Sitarail (il rinnovo dei binari, la modernizzazione del sistema di sicurezza e la riabilitazione di stazioni, ponti e officine di manutenzione ed il rinnovo del materiale rotabile) che richiede gli investimenti di 260 miliardi di franchi CFA già nella prima fase[121], e per cui sono già stati spesi oltre 45 miliardi di franchi CFA[122].

Il porto di Guinea Conakry appartiene al Gruppo Bolloré dal 2011[123]

Bolloré Energy, con 1000 dipendenti, ed è il principale fornitore di gasolio da riscaldamento in Francia. Attiva nel trasporto e nello stoccaggio massivo di prodotti petroliferi, gestisce l’oleodotto Société Française Donges-Metz (SFDM), lungo 627 km, che trasporta petrolio raffinato tra Donges e Saint-Baussant, vicino a Châlons-en-Champagne[124]. L’azienda progetta, finanzia, costruisce e gestisce anche alberghi in Africa centrale e occidentale. Due dei suoi hotel sono operativi nella Repubblica del Congo e altri due sono in costruzione[125].

Nel dicembre del 2021 Mediterranean Shipping Company annuncia un’offerta (tramite la MSC, società svizzero-italiana con sede a Ginevra e controllata dalla famiglia Aponte – seconda compagnia di navigazione di container al mondo) per l’acquisizione della Bollore Africa Logistics SAS per 5,7 miliardi di euro. Bollore Africa Logistics impiega circa 20’800 persone e ha 16 concessioni di terminal container in Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Gabon. Gestisce anche tre concessioni ferroviarie nella regione – in Camerun, Costa d’Avorio e Benin[126]. Dopo la pandemia, l’anno scorso i ricavi di Bollore Africa Logistics sono diminuiti del 10% a causa del calo delle attività e della fine della concessione a Douala, in Camerun. La vendita dei porti del Gruppo in Africa si conclude in anticipo, il 21 dicembre 2022[127]. Contemporaneamente, Vincent Bolloré annunciato il suo ritiro[128].

I problemi giudiziari

Lo schema dei risultati dell’inchiesta penale sulle tangenti pagate dal gruppo Bolloré in Africa[129]

Nell’aprile del 2016 viene perquisita la sede del Gruppo a Puteaux, alla periferia ovest di Parigi, dagli agenti di polizia dell’Ufficio centrale per la lotta alla corruzione e ai reati finanziari e fiscali (OCLCLIFF)[130]. Vogliono sapere come il Gruppo ha ottenuto il controllo su porto di Conakry, in Guinea. Il sequestro dà inizio ad una serie di inchieste giudiziarie: nell’aprile del 2018 Vincent Bolloré è stato fermato per 36 ore a Nanterre per “corruzione di pubblici ufficiali stranieri”[131]. L’annuncio della custodia cautelare di Vincent provoca un crollo delle azioni del gruppo alla borsa di Parigi: quasi l’8% in una mattina[132].

Sotto inchiesta sono finiti due dei sedici terminal container gestiti dal gruppo a Lomé, in Togo, ed a Conakry, in Guinea. I magistrati sospettano che i dirigenti del gruppo abbiano utilizzato Havas per facilitare l’ascesa al potere di leader africani, fornendo servizi di consulenza e comunicazione sottofatturati. E questo, con un unico obiettivo: ottenere le concessioni portuali dei lucrosi terminal container[133]. Vengono arrestati anche Gilles Alix, e Jean-Philippe Dorent, il capo della divisione internazionale di Havas, che si è occupato del sostegno del gruppo Bolloré durante la campagna elettorale di Alpha Condé[134]. Nello stesso anno, Dorent è anche responsabile della campagna del giovane presidente togolese Faure Gnassingbé, ancora oggi al potere. Il figlio di Gnassingbé Eyadema, al potere da oltre trentasette anni, era allora in corsa per la rielezione[135].

L’elezione di Alpha Condé, nel novembre 2010, ha cancellato la licenza del gruppo francese Necotrans, che gestiva il porto di Conakry: prendendo il potere Condé affida la gestione del porto al suo “amico” Vincent Bolloré, scatenando una battaglia legale da parte di Necotrans che finisce con una sconfitta e l’acquisizione di questa società, per una cifra irrisoria, da parte del gruppo Bolloré[136]. Dal 2011 il gruppo ha investito 140 milioni di euro nel porto, di cui 80 milioni solo per le infrastrutture[137].

Nell’ottobre del 2013 un tribunale francese ha condannato il gruppo Bolloré a pagare due milioni di euro a Necotrans per l’illecita assegnazione della concessione del terminal del porto di Conakry[138]. Nel maggio 2014, il tribunale arbitrale della Corte comune di giustizia e arbitrato di Ohada (CCJA) ha condannato la Guinea a pagare più di 38 milioni di euro (più gli interessi) a Necotrans. Diciotto mesi dopo, il lodo è stato annullato per l’aumento di sette volte del compenso dei tre arbitri[139]. Nell’agosto 2016, anche il tribunale arbitrale del Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (ICSID) ha stabilito che la risoluzione era illegale e ha respinto anche le accuse di corruzione. Alla fine Necotrans ottiene solo 449’000 euro, nemmeno sufficienti a pagare i milioni di euro di spese legali[140].

Nel 2009 in Togo il gruppo Bolloré si è aggiudicato la concessione di 35 anni del porto di Lomé, pochi mesi prima della rielezione di Faure Gnassingbé (il cui famiglia ha monopolizzato il potere per più di 55 anni[141]), anche lui sostenuto da Havas in campagna elettorale[142], suscitando dei sospetti di corruzione[143]. Stavolta ad essere danneggiato è Jacques Dupuydauby, ex partner di Bolloré in Togo[144], ma non solo.

Giugno 2014: Vincent Bolloré e il presidente guineano, Alpha Condé[145]

Dopo la vendita dei porti a MSC, una nuova onda di proteste si è sollevata. Nathaniel Olympio, capofila del Partito dei togolesi (Pt) denuncia: “Sin dal suo arrivo nel 2010 sulla scia delle elezioni presidenziali togolesi, Vincent Bolloré ha navigato in acque torbide” e aggiunge: “Ha finito per confessare a un magistrato della Procura nazionale delle finanze (Pnf) di Parigi di aver corrotto funzionari pubblici stranieri per ottenere la concessione per il porto di Lomé. E quando procede alla vendita dei suoi beni togolesi, l’operazione non avviene nella trasparenza. Nessuno sa quale sia l’importo della transazione. Nessun togolese è informato del processo che circonda questa vendita”[146].

Dopo anni di investigazioni, a fine febbraio 2021, Vincent Bolloré ammette la colpevolezza e “patteggia” con la giustizia francese[147]. Il fascicolo penale deve tornare sul tavolo di un giudice istruttore. Il Gruppo Bolloré invece deve pagare 12 milioni di euro al Tesoro togolese, versati l’8 marzo 2021[148]. Ma il caso non è chiuso e nel novembre del 2022 si tiene una nuova udienza sulle presunte pratiche di corruzione in Togo. Sherpa e Anticor, due ONG e parti civili nel caso[149], lanciano l’allarme sulla dannosa espansione della giustizia negoziata nei casi di corruzione, che consente di evitare un processo pubblico, come ha fatto il gruppo Bolloré all’inizio del 2019[150].

In Costa d’Avorio, la morsa del gruppo sulle attività di container del porto di Abidjan sta iniziando a infastidire le autorità. Il progetto di “anello ferroviario” di 2700 km, che collega Cotonou ad Abidjan, passando per Niamey e Ouagadougou, è fermo a causa di ostacoli politici e legali. Si vocifera che le autorità ivoriane ritengano che Bolloré Transport & Logistics (BTL) abbia commesso un illecito nella vendita delle sue attività africane alla MSC. Visto che lo Stato ha investito 1.5 miliardi di euro nel porto di Abidjan (Bolloré detiene una concessione in ciascuno dei due terminal del porto), la vendita a MSC senza l’approvazione delle autorità ivoriane suscita indignazione. Alassane Ouattara, il presidente della Costa d’Avorio, non nasconde il suo fastidio a Cyrille Bolloré e Philippe Labonne, il suo braccio destro e amministratore delegato di Bolloré Group – e quindi a Nicolas Sarkozy, amico intimo di Alassane Ouattara[151].

Ma i problemi giudiziari non finiscono qui: nell’ottobre 2020, la magistratura di Parigi “ha aperto un’indagine preliminare, ancora in corso, sulle condizioni per la concessione del contratto di concessione per il container terminal del porto camerunese di Kribi a un gruppo costituito dal gruppo Bolloré, CMA-CGM e dalla China Harbour Enginering Company. Il processo di assegnazione sarebbe stato truccato. In Camerun, un giudice sta anche indagando su possibili reati di falsificazione di prove, false testimonianze e false notizie” commessi da Camrail, una filiale del gruppo Bolloré”[152].

La corruzione non è l’unico problema – nell’estate del 2021 dieci persone, tra cui quattro dirigenti di Bolloré Africa Logistics, vengono arrestati dopo il ritrovamento di 145 kili di cocaina arrivata dal Brasile nel porto di Cotonou. L’operazione anti-droga è stata ordinata dal Presidente, Patrice Talon, nella speranza che contribuisca a cancellare la reputazione di debolezza del suo Paese nei confronti della droga[153].

Una filiale del gruppo, la Douala International Terminal (DIT), viene accusata di appropriazione indebita dal 2004 al 2019, in complicità con Paul Biya, presidente del Camerun[154], versando diverse decine di migliaia di euro a una fondazione creata da Chantal Biya, moglie del Presidente. In più, i giornali di proprietà di Vincent Bolloré curano l’immagine dei capi degli Stati amici: così Matin Plus, in collaborazione con Le Monde, traccia un bilancio lusinghiero dei più di venticinque anni di governo di Paul Biya, che starebbe lottando per “rivalutare il potere d’acquisto” dei camerunesi e “rafforzare le istituzioni per la promozione dei diritti umani”[155]. In Camerun il gruppo Bolloré si impossessa di tutta l’economia: trasporti ferroviari, oleodotti, strutture portuali, piantagioni – il gigante è indispensabile per l’economia del Paese[156].

6 aprile 2016: Vincent Bolloré ed il presidente del Camerun, Paul Biya[157]

Tutto è iniziato nel 1986, quando il gruppo Bolloré si è insediato in Camerun acquistando una società di logistica dalla Compagnie Financière de Suez, che era presente nel Paese dagli anni Quaranta. In seguito, ha approfittato di un programma di privatizzazione delle istituzioni finanziarie internazionali: nel 1999 ha ottenuto una concessione ferroviaria (Camrail) per trentacinque anni, ha investito in piantagioni di olio di palma e nel 2004, insieme ad A.P. Møller-Mærsk, si è aggiudicato la concessione del terminal container di Douala, attraverso il quale entra ed esce il 95% delle merci provenienti da Camerun, Ciad e Repubblica Centrafricana[158].

Nel 1994 si è aggiudicato anche la gestione del terminal del legname dello stesso porto e nel 2015 si è aggiudicato un terminal nel nuovo porto di Kribi (Kribi Containers Terminal), in associazione con la China Harbour Engineering Company (CHEC) e la francese CMA-CGM. Nel 2020 la società statale Port autonome de Douala (PAD) ha finalmente ripreso il controllo del terminal container di Douala, il contratto di 15 anni non è stato prolungato dall’autorità portuale e dopo una lunga battaglia il Gruppo Bolloré ha lasciato il porto[159]. Ma già a dicembre 2022 Bolloré Africa Logistics e l’Autorità portuale di Douala hanno firmato il contratto di concessione per il Terminal del legno del porto di Douala, per altri 15 anni[160], per poi vendere il tutto al Gruppo MSC[161].

Nel 2007, per aggiudicarsi la concessione del porto di Dakar, Bolloré ha realizzato un programma dedicato al presidente senegalese sul canale televisivo Direct 8, e una doppia “prima pagina” sui suoi giornali Matin Plus e Direct soir: “Abdoulaye Wade: un grande africano”[162]. Nel settembre 2018, un articolo del quotidiano Libération ha rivelato che il gruppo Bolloré è stato colto in flagrante in Senegal: le autorità fiscali hanno scoperto “irregolarità nelle note” per circa 2,3 milioni di euro[163]. Nel Burkina Faso, uno dei forzieri dell’oro africano, una filiale del gruppo, nel 2018, ha cercato di esportare illegalmente oro nascosto dentro carichi di carbone per 500 milioni di euro.

I fatti dimostrano che Bolloré ha sempre giocato sporco in Africa: già nel 2001 il gruppo è finito nel mirino delle Nazioni Unite per lo “sfruttamento illegale” delle risorse naturali, in particolare della columbite-tantalite (o coltan), il cui commercio alimenta il commercio di armi[164]. In un rapporto dell’aprile 2001, le Nazioni Unite hanno indicato che SDV, una società interamente controllata dal gruppo Bolloré, era “tra i principali anelli di questa rete di sfruttamento e di guerra”. Migliaia di tonnellate di colombo-tantalite sono state caricate da Kigali (Ruanda) o sono transitate attraverso il porto di Dar es Salaam (Tanzania)” [165]. Un rapporto del 2002 inserisce SDV nell’elenco delle aziende che “violano le linee guida dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per le imprese multinazionali”[166].

In Liberia il gruppo Bolloré possiede la più grande piantagione di gomma attraverso la sua controllata Liberia Agricultural Company (LAC). Nel maggio 2006, la missione delle Nazioni Unite in Liberia ha pubblicato un rapporto che descrive le catastrofiche condizioni dei diritti umani nella piantagione: lavoro minorile per i bambini sotto i 14 anni, uso di prodotti cancerogeni, divieto di sindacato, licenziamenti arbitrari, mantenimento dell’ordine da parte di milizie private, sfratto di 75 villaggi, un paradiso[167].

Si tratta di un quadro tragico e sconcertante, anche perché i paesi africani, che lentamente iniziano a tentare di difendersi, fanno fatica a liberarsi dal giogo del gigante francese. Anche perché Bolloré, quando è in difficoltà, vende gli assets problematici ed usa il ricavo per rilanciare in progetti sempre più ambiziosi, come quello di partecipare al gigantesco progetto di collegare la costa di Cabinda con quella del canale di Suez[168]. A duecento anni dalla sua nascita, il gruppo Bolloré è probabilmente l’esempio più riuscito del neocolonialismo occidentale in Africa.

[1] Official web-site: https://www.bollore.com/en/
[2] Official web-site: https://www.bollore.com/en/
[3] https://www.bollore.com/en/portefeuille-de-participation/
[4] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=Ren%C3%A9-Guillaume_Bollor%C3%A9_%281911-1999%29%2C_r%C3%A9sistant_et_entrepreneur
[5] Although some sources state that the factory was founded by a certain René Bolloré, a former naval doctor, who learnt papermaking during his travels in the Far East, particularly Japan: http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[6] http://www.grandterrier.net/wiki/index.php?title=Nicolas_Le_Mari%C3%A9%2C_maire_%281832%29
[7] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[8] http://grandterrier.net/wiki/index.php?title=Ergu%C3%A9-Gab%C3%A9ric_:_le_berceau_des_papeteries_Bollor%C3%A9
[9] http://www.grandterrier.net/wiki/index.php?title=Nicolas_Le_Mari%C3%A9%2C_maire_%281832%29
[10] https://www.letelegramme.fr/histoire/a-ergue-les-papeteries-bollore-14-10-2018-12105647.php#WKbuisbcVxauc9RL.99
[11] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[12] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[13] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=Ren%C3%A9-Guillaume_Bollor%C3%A9_%281911-1999%29%2C_r%C3%A9sistant_et_entrepreneur
[14] Official web-site: https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[15] https://www.ouest-france.fr/bretagne/quimperle-29300/le-nom-de-bollore-reste-attache-la-commune-852643
[16] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[17] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[18] https://www.ouest-france.fr/bretagne/quimperle-29300/le-nom-de-bollore-reste-attache-la-commune-852643 ; http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=Michel_Bollor%C3%A9_%281922%2C1997%29%2C_entrepreneur
[19] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[20] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=Ren%C3%A9-Guillaume_Bollor%C3%A9_%281911-1999%29%2C_r%C3%A9sistant_et_entrepreneur
[21] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[22] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[23] http://grandterrier.bzh/wiki/index.php?title=L%27entreprise_Bollor%C3%A9%2C_R%C3%A9alit%C3%A9s_No%C3%ABl_1949
[24] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[25] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[26] https://www.aege.fr/agenda/desindustrialisation-francaise-une-fatalite-405
[27] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[28] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[29] https://www.ilblogdellestelle.it/2016/12/il_distruttore.html
[30] https://www.lesechos.fr/2015/04/rivaud-un-jackpot-decisif-dans-la-constitution-de-lempire-1106566
[31] https://www.lesechos.fr/1992/01/bollore-sempare-de-delmas-vieljeux-918373
[32] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[33] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[34] https://www.bollore-transport-logistics.com/lentreprise/historique
[35] https://aircargoitaly.com/bollore-ha-ceduto-la-sua-quota-in-saga-italia-a-kerry-logistics/
[36] https://www.bollore-transport-logistics.com/medias/actualites/sitarail-lance-les-travaux-de-modernisation-du-chemin-de-fer-reliant-la-cote-divoire-et-le-burkina-faso
[37] https://www.lepoint.fr/economie/les-raids-dingues-de-bollore-bouygues-la-bagarre-des-copains-de-cm1–12-02-2022-2464547_28.php#11
[38] https://www.milanofinanza.it/news/bollore-ha-venduto-il-suo-12-5-in-bouygues-al-finanziere-pinault-1000453?amp=False&archivio=True ; https://books.google.it/books?id=Oa3SCQAAQBAJ&pg=PT38&lpg=PT38&dq=bollore,+Bouygues&source=bl&ots=fc_j3_7B-T&sig=ACfU3U2CSgEZXal2ZDA0mVLW-BZaPyAFTg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwim9L6h-4f8AhWyiv0HHeGACMkQ6AF6BAgaEAM#v=onepage&q=bollore%2C%20Bouygues&f=false
[39] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/07/12/lazard-ombra-di-bollore.html ; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/01/la-lazard-bollore-la-scalata-impossibile.html
[40] https://books.google.it/books?id=Oa3SCQAAQBAJ&pg=PT38&lpg=PT38&dq=bollore,+Bouygues&source=bl&ots=fc_j3_7B-T&sig=ACfU3U2CSgEZXal2ZDA0mVLW-BZaPyAFTg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwim9L6h-4f8AhWyiv0HHeGACMkQ6AF6BAgaEAM#v=onepage&q=bollore%2C%20Bouygues&f=false ; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/07/12/lazard-ombra-di-bollore.html
[41] https://www.lemonde.fr/economie/article/2019/03/14/cyrille-bollore-nomme-pdg-du-groupe-bollore-succedant-a-son-pere_5436162_3234.html
[42] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/01/la-lazard-bollore-la-scalata-impossibile.html
[43] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/07/12/lazard-ombra-di-bollore.html
[44] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[45] https://web.archive.org/web/20160421071939/https://www.havas.com/group/management-committee/executive-committee ; https://www.bloomberg.com/profile/person/16255200
[46] https://www.vivendi.com/en/biography/yannick-bollore/
[47] https://variety.com/exec/cyrille-bollore/ ; https://www.vivendi.com/en/biography/cyrille-bollore/
[48] https://www.askanews.it/economia/2018/04/19/vivendi-vincent-bollor%c3%a8-lascia-la-presidenza-al-figlio-yannick-pn_20180419_00212/
[49] https://formiche.net/2018/04/bollore-vivendi-tim-capozzi/
[50] https://variety.com/exec/cyrille-bollore/ ; https://www.lemonde.fr/economie/article/2019/03/14/cyrille-bollore-nomme-pdg-du-groupe-bollore-succedant-a-son-pere_5436162_3234.html
[51] https://www.lesechos.fr/industrie-services/tourisme-transport/cyrille-bollore-un-heritier-tres-discret-1387636
[52] https://www.mediobanca.com/it/corporate-governance/consiglio-di-amministrazione/marie-bollore.html ; https://it.marketscreener.com/leader-finanza/Marie-Bollore-0D0RLK-E/biografia/
[53] https://wallmine.com/lse/0o0e/officer/2055129/sebastien-bollore ; https://it.marketscreener.com/leader-finanza/Sebastien-Bollore-05YLQ0-E/biografia/
[54] https://www.italiaoggi.it/news/l-ascesa-di-marie-bollore-dopo-mediobanca-la-direzione-di-una-societa-energetica-201605241238405199
[55] https://www.lobbyfacts.eu/datacard/bollor%C3%A9-blue-solutions?rid=452735627624-04
[56] https://web.archive.org/web/20140305103536/http://www.ilfoglio.it/ritratti/1080
[57] https://www.lemonde.fr/economie/article/2012/06/05/antoine-bernheim-l-un-des-parrains-du-capitalisme-francais_1713203_3234.html#
[58] https://www.forbes.com/profile/bernard-arnault/?sh=541c0da966fa
[59] https://www.forbes.com/profile/francois-pinault/
[60] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/07/12/lazard-ombra-di-bollore.html ; https://www.lemonde.fr/economie/article/2012/06/05/antoine-bernheim-l-un-des-parrains-du-capitalisme-francais_1713203_3234.html#
[61] https://www.ilblogdellestelle.it/2016/12/il_distruttore.html
[62] https://www.repubblica.it/economia/2022/03/11/news/bollore_dice_addio_a_mediobanca_e_guarda_alla_francia-341072817/
[63] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/ ; https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[64] https://www.huffingtonpost.it/entry/la-resistenza-su-tim-di-vincent-bollore-il-nemico-giurato-di-macron_it_619b8963e4b0451e54fca133/
[65] https://www.mfemediaforeurope.com/it/governance/struttura-del-capitale-sociale/
[66] https://www.gruppotim.it/it/investitori/azioni/partecipazioni.html
[67] https://www.ilblogdellestelle.it/2016/12/il_distruttore.html
[68] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[69] https://www.ilblogdellestelle.it/2016/12/il_distruttore.html
[70] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[71] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[72] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[73] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[74] https://www.bollore.com/en/le-groupe/history/
[75] https://www.huffingtonpost.it/entry/la-resistenza-su-tim-di-vincent-bollore-il-nemico-giurato-di-macron_it_619b8963e4b0451e54fca133/
[76] https://angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com/2018/03/27/la-presa-di-bollore-sui-media-reportage-censurati-e-richieste-di-danni-milionarie-la-stampa-insorge/
[77] https://angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com/2018/03/27/la-presa-di-bollore-sui-media-reportage-censurati-e-richieste-di-danni-milionarie-la-stampa-insorge/
[78] https://angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com/2018/03/27/la-presa-di-bollore-sui-media-reportage-censurati-e-richieste-di-danni-milionarie-la-stampa-insorge/
[79] https://www.africarivista.it/camerun-gruppo-francese-bollore-perde-il-processo-contro-mediapart/208125/
[80] https://www.interris.it/news/esteri/land-grabbing-cosa-sta-svuotando-lafrica/ ; https://news.mongabay.com/2020/06/they-took-it-over-by-force-corruption-and-palm-oil-in-sierra-leone/ ; https://www.radiopopolare.it/socfin-la-multinazionale-della-deforestazione/
[81] https://www.bollore.com/en/portefeuille-de-participation/
[82] Décrypter le Groupe Socfin, Léa Pham Van, Profundo Research&Advice, 17.02.2020, see more: https://profundo.nl/download/profundo200210fr
[83] Florence Palpacuer e Alistair Smith, Rethinking Value Chains: Tackling the Challenges of Global Capitalism, Bristol, Policy Press, serie “Policy Press shorts”. Politica e pratica”, 2021, 204 p.
[84] Florence Palpacuer e Alistair Smith, Rethinking Value Chains: Tackling the Challenges of Global Capitalism, Bristol, Policy Press, serie “Policy Press shorts”. Politica e pratica”, 2021, 204 p.
[85] https://archive.wikiwix.com/cache/?url=https%3A%2F%2Fbreadforall.ch%2Fcultivating-fiscal-inequality-the-socfin-report%2F
[86] https://fr.mongabay.com/2021/11/socfin-le-geant-de-la-plantation-accuse-devasion-fiscale-en-afrique/
[87] https://news.mongabay.com/2020/06/they-took-it-over-by-force-corruption-and-palm-oil-in-sierra-leone/ ; https://www.radiopopolare.it/socfin-la-multinazionale-della-deforestazione/
[88] https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/nigeria-okomu-oil-palm-plantation-company-accused-of-human-rights-violations/
[89] https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fnews.mongabay.com%2F2021%2F10%2Fplantation-giant-socfin-accused-of-dodging-taxes-in-africa%2F#&
[90] https://www.liberation.fr/societe/police-justice/lhuile-de-palme-qui-colle-aux-doigts-de-bollore-20221219_S7G5BCUOKFEWFFOVMMUOYOPTJ4/
[91] https://www.bollore.com/en/portefeuille-de-participation/
[92] Thomas Deltombe, « Les guerres africaines de Vincent Bolloré », Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009, see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[93] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[94] https://www.ilblogdellestelle.it/2016/12/il_distruttore.html
[95] https://www.nouvelobs.com/medias/20071225.OBS1894/sarkozy-est-arrive-a-louxor-avec-carla-bruni.html
[96] https://www.ilgiornale.it/news/sarkozy-vacanza-sullo-yacht-non-mi-nascondo-n-mi-scuso.html
[97] https://formiche.net/2018/04/bollore-vivendi-tim-capozzi/
[98] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[99] https://formiche.net/2018/04/bollore-vivendi-tim-capozzi/
[100] https://www.cnews.fr/france/2012-11-30/autolib-fete-un-de-succes-259811
[101] https://www.cnews.fr/france/2012-11-30/autolib-fete-un-de-succes-259811
[102] https://www.lemonde.fr/economie/article/2013/09/19/batterie-electrique-le-pari-de-bollore-n-etait-pas-si-fou_3480383_3234.html
[103] https://www.dhnet.be/dernieres-depeches/afp/2014/06/24/financier-habile-vincent-bollore-a-bati-un-empire-tres-diversifie-HJ6DAE2BONDSPK2COO3YM7E4F4/
[104] https://www.lastampa.it/motori/ambiente/2018/06/22/news/autolib-a-parigi-stop-al-car-sharing-elettrico-bollore-chiedeva-233-milioni-per-coprire-le-perdite-1.34351725/ ; https://www.quotidianomotori.com/automobili/auto-elettriche-car-sharing/
[105] https://www.bfmtv.com/economie/entreprises/transports/autolib-pourquoi-bollore-a-echoue-a-paris-alors-qu-il-reussit-a-lyon-sans-subvention_AV-201806210175.html
[106] https://www.letelegramme.fr/economie/bollore-les-bluecar-demarrent-a-singapour-13-12-2017-11777542.php
[107] B’Centenaire. Les 200 ans du Groupe Bolloré; 1822-2022, Bolloré: https://www.bollore-transport-logistics.com/fileadmin/user_upload/200ans_francais.pdf p. 7 ; https://www.bollore-logistics.com/en/news/bollore-logistics-inaugurates-the-blue-hub-in-singapore/
[108] https://www.letelegramme.fr/economie/bollore-un-bluebus-nomme-desir-13-10-2017-11699765.php ;
[109] Official web-site: https://www.blue-solutions.com/en/battery-technology/ ; https://www.lemonde.fr/economie/article/2013/09/19/batterie-electrique-le-pari-de-bollore-n-etait-pas-si-fou_3480383_3234.html ; https://www.lemonde.fr/economie/article/2013/09/19/batterie-electrique-le-pari-de-bollore-n-etait-pas-si-fou_3480383_3234.html
[110] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[111] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[112] https://afriquexxi.info/Bollore-un-empire-francafricain
[113] B’Centenaire. Les 200 ans du Groupe Bolloré; 1822-2022, Bolloré: https://www.bollore-transport-logistics.com/fileadmin/user_upload/200ans_francais.pdf p. 13
[114] https://www.lesechos.fr/2008/09/bollore-federe-son-offre-africaine-sous-la-marque-bollore-africa-logistics-514393
[115] https://www.bollore-transport-logistics.com/lentreprise/historique
[116] https://www.usinenouvelle.com/article/le-groupe-bollore-reorganise-sa-branche-transport-et-logistique-poids-lourd-de-son-chiffre-d-affaires.N386039
[117] https://www.bloomberg.com/news/articles/2013-03-12/bollore-plans-to-expand-container-port-operations-across-africa ; https://www.ft.com/content/00712422-840d-11dd-bf00-000077b07658#axzz2OqG6wmq8
[118] https://www.lesechos.fr/2008/09/bollore-federe-son-offre-africaine-sous-la-marque-bollore-africa-logistics-514393
[119] https://www.usinenouvelle.com/article/le-groupe-bollore-reorganise-sa-branche-transport-et-logistique-poids-lourd-de-son-chiffre-d-affaires.N386039
[120] https://www.bollore-transport-logistics.com/medias/actualites/sitarail-lance-les-travaux-de-modernisation-du-chemin-de-fer-reliant-la-cote-divoire-et-le-burkina-faso
[121] https://www.bollore-transport-logistics.com/medias/actualites/sitarail-lance-les-travaux-de-modernisation-du-chemin-de-fer-reliant-la-cote-divoire-et-le-burkina-faso
[122] https://www.bollore-transport-logistics.com/medias/communiques-de-presse/sitarail-receptionne-sa-nouvelle-bourreuse-pour-la-maintenance-de-la-voie-ferree-entre-la-cote-divoire-et-le-burkina-faso
[123] https://www.jeuneafrique.com/mag/440449/economie/guinee-a-conakry-necotrans-enterre-hache-de-guerre-bollore/
[124] https://www.usinenouvelle.com/article/le-groupe-bollore-reorganise-sa-branche-transport-et-logistique-poids-lourd-de-son-chiffre-d-affaires.N386039
[125] https://www.ft.com/content/8821cf6a-017e-11e6-ac98-3c15a1aa2e62
[126] https://www.reuters.com/markets/deals/bollore-gets-57-bln-euro-offer-its-african-assets-2021-12-20/ ; https://www.ft.com/content/8821cf6a-017e-11e6-ac98-3c15a1aa2e62
[127] https://www.prnewswire.com/news-releases/msc-group-completes-acquisition-of-bollore-africa-logistics-301708494.html
[128] https://www.reuters.com/markets/deals/bollore-gets-57-bln-euro-offer-its-african-assets-2021-12-20/
[129] https://www.ladepeche.fr/article/2018/04/24/2786294-ports-africains-vincent-bollore-garde-vue-soupcons-corruption.html
[130] https://www.lemonde.fr/afrique/article/2016/09/16/vincent-bollore-et-le-port-maudit-de-conakry_4998780_3212.html ; https://www.ft.com/content/8821cf6a-017e-11e6-ac98-3c15a1aa2e62
[131] https://www.lemonde.fr/afrique/article/2016/09/16/vincent-bollore-et-le-port-maudit-de-conakry_4998780_3212.html ; https://www.repubblica.it/economia/2018/04/25/news/vincent_bollore_prolungato_lo_stato_di_fermo-194767419/
[132] https://www.lemonde.fr/societe/article/2018/04/24/ports-africains-vincent-bollore-en-garde-a-vue_5289749_3224.html
[133] https://www.lemonde.fr/societe/article/2018/04/24/ports-africains-vincent-bollore-en-garde-a-vue_5289749_3224.html
[134] https://www.africarivista.it/111013-guinea-contesa-francese-su-porto-di-conakry-condannato-bollore/6870/
[135] https://www.lemonde.fr/societe/article/2018/04/24/ports-africains-vincent-bollore-en-garde-a-vue_5289749_3224.html
[136] https://www.jeuneafrique.com/mag/440449/economie/guinee-a-conakry-necotrans-enterre-hache-de-guerre-bollore/
[137] https://www.lemonde.fr/afrique/article/2016/09/16/vincent-bollore-et-le-port-maudit-de-conakry_4998780_3212.html
[138] https://www.africarivista.it/111013-guinea-contesa-francese-su-porto-di-conakry-condannato-bollore/6870/
[139] https://www.jeuneafrique.com/mag/440449/economie/guinee-a-conakry-necotrans-enterre-hache-de-guerre-bollore/
[140] https://www.jeuneafrique.com/mag/440449/economie/guinee-a-conakry-necotrans-enterre-hache-de-guerre-bollore/
[141] https://www.focusonafrica.info/inchiesta-togo-una-sola-famiglia-e-al-potere-dal-1967/
[142] https://www.africarivista.it/togo-bollore-lascia-il-porto-ma-resta-lo-scandalo-corruzione/200159/
[143] https://www.asso-sherpa.org/corruption-togo-bollore-next-step-judicial-proceedings
[144] https://www.lemonde.fr/societe/article/2018/04/24/ports-africains-vincent-bollore-en-garde-a-vue_5289749_3224.html
[145] https://www.lemonde.fr/afrique/article/2016/09/16/vincent-bollore-et-le-port-maudit-de-conakry_4998780_3212.html
[146] https://www.africarivista.it/togo-bollore-lascia-il-porto-ma-resta-lo-scandalo-corruzione/200159/
[147] https://www.repubblica.it/economia/finanza/2021/02/26/news/corruzione_dei_regimi_africani_bollore_patteggia_con_la_giustizia_francese-289380635/
[148] https://www.africarivista.it/togo-bollore-lascia-il-porto-ma-resta-lo-scandalo-corruzione/200159/
[149] https://www.asso-sherpa.org/corruption-in-togo-sherpa-and-anticor-join-as-civil-claimants-the-judicial-investigation-targeting-bollore
[150] https://www.asso-sherpa.org/corruption-togo-bollore-next-step-judicial-proceedings
[151] https://www.jeuneafrique.com/1307374/economie/cote-divoire-ce-que-bollore-et-sarkozy-ont-dit-a-ouattara/
[152] https://www.startmag.it/mondo/vincent-bollore-le-monde-diplomatique/
[153] https://www.africaintelligence.com/west-africa/2021/06/29/four-bollore-africa-logistics-execs-held-after-cocaine-find,109676460-art ; https://www.laverita.info/guai-bollore-africa-traffico-cocaina-2654504875.html ; https://www.afrique-sur7.ci/479539-benin-cadres-bollore-drogue
[154] https://www.theafricareport.com/17800/cameroon-bollore-sought-biyas-influence-over-doula-port-concession/
[155] Thomas Deltombe, « Les guerres africaines de Vincent Bolloré », Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009; see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[156] https://www.liberation.fr/societe/2008/10/17/soupcons-sur-bollore-dans-son-pre-carre-camerounais_153635/
[157] https://www.prc.cm/fr/actualites/audiences/1716-le-chef-de-l-etat-recoit-vincent-bollore
[158] https://www.monde-diplomatique.fr/2021/01/PIGEAUD/62633
[159] https://www.monde-diplomatique.fr/2021/01/PIGEAUD/62633
[160] https://www.bolloreafricalogistics.com/medias/communiques-de-presse/bollore-africa-logistics-signe-le-contrat-de-concession-du-terminal-bois-port-de-douala
[161] https://www.bolloreafricalogistics.com/medias/communiques-de-presse/msc-group-a-finalise-lacquisition-de-bollore-africa-logistics
[162] Thomas Deltombe, « Les guerres africaines de Vincent Bolloré », Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009; see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[163] https://afrique.le360.ma/senegal/economie/2018/09/22/23053-senegal-vincent-bollore-epingle-pour-un-flagrant-delit-de-fraude-fiscale-23053/
[164] Thomas Deltombe, «Les guerres africaines de Vincent Bolloré», Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009, see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[165] Thomas Deltombe, «Les guerres africaines de Vincent Bolloré», Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009, see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[166] Thomas Deltombe, «Les guerres africaines de Vincent Bolloré», Le Monde diplomatique,‎ 1er avril 2009, see more: https://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=https%3A%2F%2Fwww.monde-diplomatique.fr%2F2009%2F04%2FDELTOMBE%2F16970#federation=archive.wikiwix.com&tab=url
[167] https://basta.media/Bollore-Credit-agricole-Louis#nh114-7
[168] L’ANGOLA, IL CONGO, LA CINA E LE CITTÀ FANTASMA | IBI World Italia

TAG: Africa, auto elettriche, blue solutions, Bolloré, camerun, corruzione, deforestazione, Francia, grande industria, Guinea, holding, le monde, lobby, mediobanca, Nicolas Sarkozy, rivaud, Telecom Italia, togo, Vincent Bolloré, Vivendi
CAT: Africa, Grandi imprese

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...