La svolta green di Colussi comincia con Misura

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4 Giugno 2020

Il Gruppo Colussi lancia una “rivoluzione verde”, almeno a partire dal suo marchio di punta, Misura, con un nuovo packaging compostabile al 100%, che si può gettare direttamente nell’umido.
È il risultato di un lavoro iniziato un paio di anni fa con Novamont, la società di biochimica famosa per il suo Mater-Bi, ma annunciato ora, da poco superata la fase del lockdown per la pandemia da Covid-19, nella convinzione che “nulla sarà come prima”, almeno per l’agroalimentare. Una novità che potrebbe a breve riguardare tutta la produzione di Colussi, che oggi si estende dai biscotti alla pasta e al riso, passando per il cioccolato.

Misura, un brand storico del “benessere alimentare”, rinuncia alla plastica monouso, utilizzando invece per una serie di snack e per la sua pasta integrale 2 milioni e mezzo di confezioni in bioplastica compostabile a lunga conservazione. Si tratta di un imballaggio sviluppato dalla Novamont di Catia Bastioli – che da qualche anno è anche presidente di Terna – in collaborazione con Saes, Sacchital e TicinoPlast.
I nuovi prodotti, testati anche dalla Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) e da Slow Food per accertare che le nuove confezioni mantengano inalterate la qualità degli alimenti, andranno direttamente sugli scaffali dei supermercati.

La rivoluzione riguarderà anche altre linee di prodotti Misura, per circa 28 milioni di imballaggi,  il cui packaging passerà dalla plastica alla carta Fsc, una certificazione internazionale che garantisce la corretta gestione delle foreste e dei prodotti derivati.
In questo modo, il marchio dovrebbe ridurre l’uso della plastica del 52% entro il 2021 e del 79% per la fine del 2023, ha spiegato il direttore commerciale del Colussi Group, Massimo Crippa, nel corso di una videochat di presentazione.

“Ci auguriamo di fare da apripista per aziende più sostenibili, non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale”, ha spiegato Angelo Colussi, presidente del gruppo fondato dalla sua famiglia oltre un secolo fa, parlando di “un respiro strategico, di lunga durata”. “Abbiamo capito che il benessere delle persone e quello dell’ambiente non possono essere disgiunti”. Del resto, secondo i dati dell’Ipcc, la Commissione intergovernativa sul cambiamento Climatico, l’industria agroalimentare contribuisce per un quarto alle emissioni a effetto serra che stanno aumentando la temperatura del Pianeta.  “Il futuro dipende anche dal carrello della nostra spesa”, ha sintetizzato Crippa.
La mossa di Misura è stata “benedetta” anche da Legambiente: “Il ruolo delle aziende è decisivo – ha detto il presidente Stefano Ciafani – Se le aziende si impegnano, oltre ai cittadini che cambiano stili di vita e i governi che prendono le decisioni, facciamo prima a risolvere l’emergenza climatica e quella dell’inquinamento da plastica dei mari”.

Alla domanda se la “conversione green” riguarderà anche il resto della produzione Colussi, il direttore commerciale ha risposto: “Sì, ci sono degli sviluppi… Non ci fermeremo qui, ci sono novità che a breve potrete vedere”.

Dallo scorso anno, intanto, Misura non usa più energia da combustibili fossili, ma solo da fonti rinnovabili, per i consumi elettrici, con un risparmio di emissione di oltre 6.500 tonnellate di gas climalteranti. E il marchio alimentare ha deciso di finanziare 10 progetti di riforestazione in 9 regioni italiane, con la messa a dimora di 13.400 alberi, per un totale di quasi 9.400 tonnellate di CO2 assorbita nel corso della loro vita.
Misura ha anche annunciato di aver ridotto la distanza percorsa su strada per il prodotto dei propri prodotti, con un taglio di 386.000 chilometri l’anno e di aver consegnato al Banco Alimentare da gennaio a maggio di quest’anno oltre 1 milione e mezzo di colazioni, per combattere insieme lo spreco di cibo e la povertà.

TAG: Angelo Colussi, biscotti, Catia Bastioli, Colussi Group, IPCC, legambiente, Massimo Crippa, Mater-Bi, Misura, Novamont, packaging, Pasta, Sacchital, Saes, slow food, snack, Stefano Ciafani, TicinoPlast, Università di Scienze Gastronomiche
CAT: agroalimentare, clima

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