Il colpo di reni del Venezuela

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24 Gennaio 2019

Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare finché non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.

Guaidó non è esattamente quel che si può definire uno sprovveduto, ma di certo nessuno, arrivati a questo punto, si aspettava che toccasse ad un ingegnere trentacinquenne, con una giovanissima carriera politica alle spalle e un ruolo in seconda nel partito di Lopez – in arresto ai domiciliari come gran parte dei rappresentanti più influenti dell’opposizione maduriana – scendere in piazza e gridare a gran voce “se puede” proclamandosi Presidente del Venezuela ad interim sino a nuove (legittime) elezioni.

Probabilmente non se l’aspettava neanche Maduro, la cui esperienza, malizia e spietatezza non appartengono certamente ad uno sprovveduto “alle prime armi”; quel che invece ci si poteva aspettare era l’appoggio politico degli Stati Uniti, cui non sarà una sorpresa l’effetto domino nella maggior parte dei governi europei.

Va detto, a onor di cronaca, che non è corretto parlare di Golpe: il giuramento di Guaidó, attualmente Presidente della Camera del Consiglio (Assemblea Nazionale, in Venezuela), è una conseguenza giuridicamente corretta delle elezioni del 10 gennaio scorso dichiarate ufficialmente irregolari, che hanno portato ad un vuoto nel potere esecutivo; sarebbe quindi più corretto affermare che Maduro si è autoproclamato Presidente del Venezuela illo tempore senza avere titoli per farlo, e che per tale ragione, in mancanza di un Presidente eletto con procedura legalmente valida, la carica temporanea spetta proprio al Presidente della Camera del Consiglio.

Abituati da anni a vedere un Venezuela sempre più povero e lontano, con scene da apocalisse e pile di denaro inflazionato impossibili da immaginare accanto all’acquisto di prodotti di prima necessità normalmente concepiti in pochi centesimi, questo colpo di reni popolare, che nulla ha a che fare col populismo ma che facilmente verrà strumentalizzato da questo, è una boccata d’aria, un risveglio felice, una speranza che prende forma: che sia giunto quel momento in cui l’oppressione non sia più così tollerabile e non metta più così paura da paralizzare, o peggio ancora, condannare ad uno stato di rassegnazione, un paese che ha conosciuto tempi felici e che è stato per anni meta di rinascita per molti italiani prima dell’avvento di Chavez, dove costituivano la comunità straniera più numerosa del paese superando spagnoli e portoghesi.

Intanto la repressione ha avuto inizio: ai diplomatici dei paesi in appoggio a Guaidó sono state date poche ore per lasciare il paese, la conta dei morti è destinata ad aumentare nelle prossime ore, e l’esercito sta accarezzando la proposta di unirsi all’opposizione per ristabilire l’ordine costituzionale, segno più che evidente del deterioramento della credibilità di Maduro.

Comunque vada, il 2019 per il Venezuela inizia all’insegna di uno dei suoi detti più belli: quando el río suena, agua lleva.

TAG: venezuela
CAT: America, Governo

3 Commenti

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  1. cantelmo19 5 anni fa

    l’unico segno evidente è la stolta ignoranza di chi ha scritto questa porcata filo-imperialista piena zeppa di errori dovuti a una cattiva informazione che vien dalla solita propaganda americana. Non capisci (o non capite) che non è possibile credere alla stampa internazionale: è palese la propaganda antigovernativa che gli USA adottano per convincer il mondo che un Paese ha bisogno dell’aiuto dei gringos. Ve la siete scordata la seconda guerra mondiale , specie il dopoguerra ? L’attacco militare a Cuba nella baia dei porci …… il Vietnam …… l’Iraq , l’Afghanistan…… Tutte queste nazioni invase dagli USA tramite occupazioni militari con la scusa della democrazia, quando invace sappiamo delle loro intenzioni reali: lo sfruttamento delle risorse altrui per ingrassar ancor di più le multinazionali . Diamine gli americani usan lo stesso trucchetto oramai da quasi un secolo e voi ancora non avete imparato la lezione ! Vi lasciate influenzar dai media capitalisti e vi bevete le peggiori fandonie che ci rifilano, come tutte le calunnie su Maduro, che in verità è stato eletto regolarmente dal popolo affinchè portasse avanti la nobile causa del socialismo. La sfortuna di quest’uomo è stata quella di esser stretto attorno a se da poteri forti e soprattutto da una persona cinica e spietata che risponde al nome di Diosdado Cabello, comandante delle forze armate. Maduro , lo sanno i venezuielani più attenti, è una brava persona tuttavia circondata di collaboratori sciacalli ed opportunisti come quel signore di cui sopra, i quali han sempre mal consigliato le scelte del presidente per favorire la classe imprenditoriale. Naturalmente gli USA han presto fiutato la situazione e perciò han potenziato la macchina del fango onde abbatter il presidente per poi in fututo metter le mani sul petrolio, nonchè su altre risorse minerarie, di cui il Venezuela è ricco. Quale occasione migliore se non sfruttare la più pesante inflazione della storia, paragonabile solo a quella di Weimar nei primi anni ’30 del secolo scorso ? Questo momento storico e quello che sta passando ora il Venezuela, hanno in comune moltissime cose e il mio timore è dovuto alla mia preccupazione che anche questa crisi vada a sfociar in una pericolosa dittatura militare , anche perchè molti non sanno che sebbne dovesse cadere Maduro, chi comanderà non sarà certamente Guaidò. In ogni caso, nella “migliore” delle ipotesi, anche il Venezuela verrebbe a trasformarsi nell’ennesimo Stato satellite sotto l’egida degli yankees. E pensare che oggi nel sud america , finchè resiste, è l’unica mosca bianca rimasta: purtroppo ormai stretta nella morsa nazionalista di un Brasile ormai alla deriva di estrema destra con il beneplacido a stelle e strisce. E’ questo quello che volete ? Una mia cara amica, nata e cresciuta in Venezuela non ci sta: quello che va cambiato non è il presidente Maduro , bensì la politica economica. Oggi il presidente Maduro ha emanato una buona ed importante legge con la quale verrebbero giustamente arrestati coloro che alzano eccessivamente il valore del dollaro (penalizzante per gli scambi) e quelli che alzano i prezzi del cibo alle stelle , profittando della svalutazione della moneta. Se applicata con raziocinio e rigore, questa legge potrebbe esser il primo passo per una difficile ripresa. Vorrei lanciar un appello: non lasciamo che salga al potere l’opposizione appoggiata dai turbocapitalisti occidentali , sarebbe la fine. Dobbiamo resistere: aiutiam Maduro a tener duro !

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  2. violaverunt 5 anni fa

    Gentile utente,
    scrive ad una persona che non fa fede alla “cattiva informazione americana”, ma a cari amici che in Venezuela ci hanno vissuto per trent’anni, ci vivono attualmente, e sono in grado di riferire la situazione per quello che è, o hanno dovuto ripiegare in una più civile Miami per condurre una vita più sicura e dignitosa.

    Per quel che scrive – e per come scrive – dubito fortemente che lei sia a conoscenza di minuzie non comunicate dai media tradizionali o alternativi, come l’aver manomesso la connessione internet del paese il giorno degli scontri al punto tale da rendere necessaria una triangolazione tra i paesi confinanti per poter accedere ad uno straccio di notizia, o che l’En Universal son tre anni che si autocensura per non licenziare tutti, o che la nazione versa in una condizione tale che sono anni che non esiste più informazione a carta stampata perché la carta NON ARRIVA.

    Si riguardi, e stia sereno, che qui di imperialista non c’è nessuno. Di sicuro ci sono 17 giovani uccisi ieri in piazza dai militari mentre manifestavano pacificamente e i 70 arrestati “desaparecidos” di cui si continua a non avere più notizie.

    Ma lei ha proprio ragione, “Maduro è una brava persona”: saluta sempre.

    Augurandole buona giornata e anticipando che, nel caso avesse ancora livore e tempo per replicare, io non avrò nessuna delle due cose (quindi eventualmente si sfoghi pure e continui, qua la libertà di opinione è tollerata),

    Cordiali saluti,

    Viola Barbieri

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  3. andrea-lenzi 5 anni fa

    1.beneplaciTo. 2. il giuramento di Guaidó, è conseguenza giuridicamente corretta delle elezioni del 10 gennaio. 3.la realtà dimostra che è impensabile una economia socialista

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