Intervista a Paolo Bianchi – il regista di Time Specific

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30 Ottobre 2015

Paolo Bianchi è il video maker che abbiamo coinvolto per il progetto TIME SPECIFIC in gara per il bando Che-Fare.
Abbiamo fatto a Paolo alcune domande sul suo lavoro e su come vorrebbe affrontare il film documentario che potrebbe produrre insieme a noi.

Ciao Paolo, ci puoi raccontare in poche parole di cosa ti occupi?

Dire oggi di cosa si occupi un videomaker è difficile: diciamo che deve occuparsi di tutti quegli aspetti che toccano la realizzazione di un video, dall’ideazione alle riprese, dal montaggio alla finalizzazione…deve saper spaziare tra i tanti linguaggi che il video incontra, essendo un lavoro del tutto non convenzionale ti puoi trovare in mille situazioni diverse da gestire. Nella mia esperienza ho girato video industriali, cortometraggi, videoclip musicali, video documentativi, sportivi e altro ancora.

Sappiamo che sei attivo all’interno dell’associazione Zenith, con la quale hai e stai producendo il documentario EX – Puoi spiegarci che progetto è?

Ex- è un progetto di ricerca sulle aree dismesse della città di Bergamo: raccontare le storie che accadono o possono accadere nei luoghi marginali della città. Un modo per vedere Bergamo, ma in fondo qualunque città, da un altro punto di vista, non convenzionale.
Ex- dovrebbe chiudersi verso Dicembre/Gennaio. E’ un progetto strano perché del tutto non strutturato, abbiamo lasciato che le storie incontrate ci portassero in giro, senza una sceneggiatura che le ingabbiasse…quindi sarà una sorpresa anche per noi vedere quale sarà il risultato.

In quanto video maker quale è l’aspetto per te più interessante del progetto Time Specific?

Il tema è sicuramente affascinante: il tempo. Cos’è il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so, se devo spiegarlo a chi me lo chiede non lo so (reminiscenze universitarie…è una frase di S. Agostino, non ricordo se si tratta di una citazione letterale ma il senso è quello…). E’ una sfida indagare il tema attraverso lo strumento del video (che a sua volta ha i suoi tempi potremmo dire), una prospettiva intrigante. Bisogna trovare la chiave giusta e l’elemento della street art sicuramente può essere una bussola originale per indicare una strada.

Lavorare con gli street artists è certamente un altro motivo chiave: la gente che lavora sulla strada ha sempre qualcosa di più interessante da raccontare rispetto a chi lavora chiuso in un ufficio.

Non sappiamo ancora se mai riusciremo a realizzare questo progetto, ma come te lo immagineresti il documentario al momento?

Quello di cui sono certo è che non voglio un documentario classico, di quelli che raccontano dall’inizio alla fine quello che succede. Voglio una storia, una narrazione, con i suoi tempi appunto, che conduca lo spettatore dall’inizio alla fine. Il palcoscenico sarà sicuramente la città, e anche questo sarà un elemento centrale.

Per il resto ho un modo un po’ particolare di lavorare: non mi piace programmare troppo le cose (sostituite pure “non mi piace”, con “non sono capace”), preferisco trovarmi nelle varie situazioni e poi lasciarmi trascinare da quello che accade…fino ad oggi ha sempre funzionato.
Al momento ho scritto 2 idee guida molto diverse tra loro, da prendere come occasioni di discussione per poi sviluppare il documentario. Non voglio entrare troppo nei dettagli, anche perché ci troviamo in una fase embrionale dei lavori, diciamo però che sono partito dalle cose più semplici ed immediate, dagli elementi quotidiani che scandiscono il tempo: ciascuno può tranquillamente pensare ai propri, l’alba, il tramonto, la campanella che divide le ore scolastiche, la sirena del turno di lavoro, gli orari del pullman/treno ecc…ecco, una prima idea segue fedelmente questi riti quotidiani, sviluppa la storia intorno a loro, la attraversa e la colora con il lavoro degli street artists; mentre l’altra idea li scardina completamente, li ribalta e li mischia come se il tempo lineare che conosciamo non avesse più senso.

Sono solo degli inizi, me ne rendo conto, ma il tempo da qualche parte deve pur cominciare.

TAG: arte, artepubblica, Bando cheFare, CheFare, Cultura, documentario, paolobianchi, pigmenti, street art, streetart, videomaker
CAT: Architettura e urbanistica, Cinema

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