Cronaca

Ciao Emanuele De Maria

Emanuele De Maria, come ognuno di noi, era una persona complessa, non riducibile solo ai suoi impulsi violenti. Aveva un passato oscuro ed un futuro che ha deciso di non scrivere più.

20 Maggio 2025

Lo avevan perciò condannato
vent’anni in prigione a marcir
Però adesso che lui s’è impiccato
la porta gli devono aprir

Domani Michè
nella terra bagnata sarà
e qualcuno una croce col nome e la data
su lui pianterà

(La ballata del Michè, Fabrizio De Andrè)

Ciao Emanuele.

Hai reso manifesta la tua volontà di finirla con le parole e i dialoghi.

Ma io decido ugualmente di trasgredire il tuo silenzio, imposto a dire il vero con un gesto violentissimo, quello con cui ti sei tolto la vita davanti ad una folla attonita in piazza del Duomo a Milano.

Ti ricordo anzitutto quello che hai fatto: hai tolto la vita a due donne, hai cercato di uccidere un altro uomo.

Pensa per un attimo all’abisso di dolore che ora vivono familiari e amici di queste persone.

Hai dilapidato un tesoro di fiducia e di credito che riguardava molti detenuti e detenute che vivono, o potrebbero vivere, misure alternative e ora non sanno quale sarà il loro futuro. Puoi immaginare nelle carceri italiane, dove la vita è difficilissima, la disperazione che dilaga.

Per altro tutto quello che hai combinato ha anche dato la stura alla solita barbarie dilagante che ci saremmo volentieri risparmiati.

Il filmato del tuo volo dalle guglie del duomo, prima di essere ritirato, quante visualizzazioni ha avuto non voglio neanche pensarci (in totale dispregio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e alla sua carta di indicazioni su come comunicare le notizie di suicidio sempre potenzialmente emulative).

E’ ancora in rete il filmato con la tua aggressione al collega dell’albergo.

Il solito giornale (parola grossa) di professionisti nel creare bersagli, non ha perso tempo nel pubblicare nome e cognome del magistrato di sorveglianza da cui dipendeva il tuo articolo 21 (pensa un po’ responsabile di un’inchiesta su Berlusconi e ancora fa il magistrato, non c’è più religione).

Per altro però a cercare bene qualcosa di buono c’è stato.

Ai tuoi colleghi dell’albergo dove lavoravi va un applauso. Hanno respinto col silenzio l’assalto delle belve di Lombardia quasi tutta nera, pomeriggio quindici, se l’hai visto, senza barattare dignità con una manciata di notorietà fasulla per qualche dichiarazione.

Magistrati e organizzazioni di promozione carceraria sono intervenuti in ogni dove per spiegare e difendere l’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario che disciplina il lavoro all’esterno dei detenuti. Questo è comunque un dibattito molto importante, anche solo giusto per ribadire cifre corrette che consentono di capire (qui).

Un paio di volontari del carcere di Bollate che ti hanno conosciuto, hanno scritto (qui e qui) dei ricordi molto belli della tua vita. Perché neanche la tua è stata solo una storia di violenza e di morte.

La rabbia che dilaga nei tuoi confronti è comprensibile e pienamente giustificata.

Resta l’importanza di non fare della tua cattiveria il parafulmine della violenza che abita noi e che non vogliamo vedere. Volentieri infatti aspettiamo ogni buona occasione per non veder violata la nostra immagine di bontà rifacendoci sul capro espiatorio di turno, anestetizzandoci con le immagini dell’orrore che fanno like.

Deve restare l’impegno a pensare alla dignità e alla bellezza della tua vita che tu stesso hai cercato di demolire, ma te lo dico: non ci sei riuscito del tutto.

«Mia figlia oggi non ha più esistenza di quella che aveva prima di nascere, ma ha vissuto, e in un certo senso, questa realtà è indelebile. Come recita il titolo del libro che aveva pubblicato con i suoi compagni di corso alla fine del master in editoria: nessuno scia così dolcemente da scivolare senza lasciar traccia» (Georges Salines per la figlia Lola morta a 28 anni nell’attentato del 13 dicembre 2015 al Bataclan).

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.