Cronaca
Città a mano armata
Dati nazionali e media lo confermano: la criminalità aumenta vertiginosamente. Sempre più minorenni risultano coinvolti in furti e aggressioni sferrate con maestria, un fenomeno che nel contesto che viviamo, coinvolge adolescenti provenienti da lontano, laddove le dinamiche culturali e sociali, evidenziano ancora situazioni di guerra, rissa, sangue e detenzioni di armi celate e messe in atto con naturale facilità. Una grave escalation della violenza che cresce nelle città metropolitane: Milano, Roma e Firenze, per citarne alcune, occupano il podio come luoghi di passaggio quotidiano di centinaia di city users e turisti che confermano con sgomento e timore di essere stati protagonisti o di aver osservato furti per strada o in metropolitana con una destrezza che non può essere sottovalutata. La concentrazione dei fenomeni criminali nelle grandi città, con performance che avvengono durante il giorno a qualunque ora e maggiormente quando turisti, lavoratori, pendolari e studenti, affollano i mezzi di trasporto, aumenta perché non sono più soltanto i luoghi di aggregazione della vita notturna ad alimentare problematiche sul fronte della sicurezza: agire fra le persone nei mezzi affollati è diventato un modo per compiere i reati senza essere individuati.
A far emergere le tensioni e le questioni sociopolitiche che rimbalzano sui media dei conflitti che si stanno consumando nei diversi fronti Ucraino-Israelo-Palestinese sono i ventenni probabilmente delle realtà urbane più disagiate, “artisti di strada” accomunati da un’infanzia difficile ed esperienze di vita poco raccomandabili. Maranza: termine ora più che mai ripetuto, che dilaga nelle diverse regioni d’Italia spopolando sui social, da TikTok ad Instagram, creando un movimento coatto e raccapricciante con la specificità nello stile, l’atteggiamento e la musica favorita. L’abbigliamento “tamarro” è facilmente individuabile: tuta acetata o tech, simboli sportivi delle squadre di calcio più rappresentative, giubbotto imbottito o smanicato, cappellino con visiera o bandana. Immancabili sneakers, borsello a tracolla con logo di griffe di rilievo, ciuffo sulla fronte, collane d’oro massiccio ed orologi grandi marche. Sui social impazzano perché, l’attuale contesto giovanile, ama queste bande di richiamo per la loro musica rap e trap ascoltata a tutto volume per strada, ma al contempo odia e teme questi ragazzi sempre pronti a generare disordini che rischiano di mettere a rischio l’incolumità dei teenager. L’elemento più scabroso è rappresentato dalla strafottenza e l’arroganza dimostrata dalle baby-gang nei confronti delle istituzioni italiane e delle forze dell’ordine mentre su tutte le piattaforme social lanciano messaggi subdoli ai giovani facilmente suggestionabili, inneggiando a partecipare ad incontri in piazza con scopi violenti o minacciosi.
Anche se il fenomeno delle gang etnico-giovanili viene da lontano, sempre più spesso i giovani si atteggiano a bulletti, pronti a fare rissa. Il popolo dei giovani migranti, sebbene accolti in strutture di assistenza da Sud a Nord della nostra nazione, nonostante i Comuni mettano a disposizione alloggi aiutando all’inserimento in comunità anche dal punto di vista lavorativo, questi ragazzi rivendicano con intensità crescente i predomini territoriali, rischiano di essere oggetto di situazioni difficili, malavitose, sono gli artefici dei piccoli e grandi furti giornalieri, di atti vandalici e di aggressioni verso coloro che vengono presi di mira solo per aver incrociato il loro sguardo, utilizzando l’aggressione come atto di protesta contro il Governo e lo Stato che li accoglie per aiutarli ad allontanarsi dalle situazioni difficili e drammatiche del loro originario contesto di vita. L’integrazione è un problema sempre aperto e dibattuto, accompagnare i ragazzi verso la scolarizzazione per poter essere in futuro autosufficienti e inseriti nel tessuto sociale è utopistico come credere di poter loro insegnare lingua e regole delle comunità, perché le modalità comunicative e il modus vivendi è radicato in ogni popolazione e non coincide con la collettività ospitante. La possibilità di convivere è inattuabile, farlo senza discriminazioni è illusorio maggiormente alla luce di casi di piccole o grandi violenze a scapito di giovani vittime che, non gradendo la loro partecipazione nel gruppo, sono terrorizzate e rapinate dai coetanei che fanno della strada la propria via di socializzazione.
Il disagio economico e il desiderio di pareggiare i conti, con chi è nato più fortunato, è marcato: sono ragazzi di origine sudafricana fuggiti da situazioni conflittuali del proprio paese per stabilirsi, in luoghi diversi da quello di origine, abbandonati al loro destino e privi di famiglia. L’immigrazione incontrollata in Italia è un fenomeno sempre dibattuto ma irrisolto, il nostro Paese si trova a dover fronteggiare e a misurarsi con etnie e culture, usi e religioni diverse tra loro ma, sebbene cerchiamo di assumere sempre più le sembianze di una società multietnica, garantire l’ordine e la sicurezza pubblica non deve essere una sfida ma una necessità quotidiana per l’incolumità propria e altrui, rubare spesso per gusto o aggredire dei minori per uno sguardo sgradito, richiede misure importanti. Nella realtà quotidiana paure silenziose si insinuano e accanto al problema frequente dei femminicidi, uno degli incubi sociali che coinvolgono le giovani generazioni è quello di essere pullappati dai coetanei stranieri, ovvero abbordati verbalmente o fisicamente, per incitare risse, scippi, spaccio e accoltellamenti nei casi più gravi. I giovani sono la vera prospettiva e ricchezza del Paese, non si può certo cadere in stereotipi legati a vestiti con borchie e catene, perché non è l’abito che fa il monaco, non è certo un completo formale ed elegante a determinare la morigeratezza di una persona, ma faticosamente bisogna ammettere che, i maranza, pur essendo italiani di seconda generazione, questi ragazzi risultano fenotipicamente ed etnicamente diversi, spesso tenuti lontani e non disponibili ad integrarsi nel contesto sociale ospitante.
Forse queste nuove mode e costumi sfoggiando l’appellativo di maranza inteso come appartenente a baby – gang appariscenti e aggressive – lontano dall’etimologia di origine settentrionale con il significato di “tamarro” – scaturisce dal disagio di questi ragazzi, dinanzi alla difficoltà che avvertono nel sentirsi ghettizzati, e ammette quanto si debba fare ancora per l’integrazione, anche scolastica, il luogo in cui nei piccoli litigi e incomprensioni fra adolescenti e bambini si viene ingenuamente bollati con il termine maranza. Purtroppo queste generazioni organizzate e baby-gang manifestano in modo negativo l’identità di chi combatte o cerca di cancellare un passato che non avrebbero vissuto e un futuro che stentano a vedere. La reattività di questi gruppi parla chiaro nelle immagini cui assistiamo in prima persona o viste in televisione, immagini dal potere forte e visto che i social condividono in tempo reale immagini e video che diventano amplificatori di azioni riprovevoli, non si può correre il rischio dell’emulazione del furto di catenine tra maranza e ragazzi di buona famiglia tantomeno si può vivere con il terrore e la sensazione di essere affiancati da chi ostenta con nonchalance pugnali o coltelli. Purtroppo anche alcune serie tv o brani musicali presentano parole o racconti che quasi “normalizzano” la violenza, la “presenza-assenza” delle proprie radici, del proprio contesto di vita e della famiglia fanno sì che rabbia e violenza si scatenino su chi è considerato più indifeso per una sorta di “effetto rispecchiamento”. Intanto l’età media degli arresti si abbassa mentre crescono i casi di criminalità quotidiana che si manifesta sotto gli occhi di tutti, non resta che chiedersi…che ne sarà delle città che diventano sempre più vulnerabili? Girare con i coltelli è una tendenza destinata a consolidarsi? Dobbiamo immaginare un futuro sempre più vicino, che conosce sempre meno sicurezza? Come affrontare le sfide sociali della contemporaneità se stanno venendo meno il senno, l’educazione, l’onestà, il rispetto e il senso civico? Per richiedere queste norme e valori, in attesa di soluzioni e risposte significative, rivolgersi presso un’altra galassia!





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