Cronaca
Contro la violenza neofascista. Il 6 novembre in piazza a Roma
Negli ultimi mesi la violenza neofascista sta crescendo in tutta Italia. Per questo Antonella Soldo, Sara Giudice e Nello Trocchia, con le vittime dell’ultima aggressione Francesca Bubba e Alessandro Sahebi, hanno promosso un presidio contro questa situazione.
Negli ultimi mesi il nostro Paese è stato attraversato da un crescendo di aggressioni perpetuate da estremisti di estrema destra. Una violenza neofascista che si manifesta attraverso intimidazioni e presenze organizzate che tentano di occupare spazi pubblici, culturali e istituzionali, normalizzando linguaggi e pratiche violente.
A Roma, e in particolare nel quartiere Esquilino, questo è avvenuto con una frequenza preoccupante, alimentando un clima di paura che minaccia il vivere libero e democratico delle persone.
L’aggressione a Sahebi e Bubba, che ha suscitato maggior clamore rispetto ad altri numerosi episodi, è avvenuta in una zona da tempo teatro di violente incursioni.
Per fare un esempio basta citare un caso di poche settimane fa, quando, a pochissimi metri dal luogo dell’aggressione, un gruppo di persone al grido di “faccetta nera” e “boia chi molla” si è avventato sulle persone sedute al bar “Lo Statuto”.
L’aggressione a Sahebi e Bubba

La sera del 24 ottobre, in via Merulana a Roma, il giornalista Alessandro Sahebi è stato aggredito da due uomini di estrema destra. Sahebi era insieme alla compagna, la scrittrice Francesca Bubba, e al loro bambino di sei mesi.
Il giornalista stava scattando una foto a Bubba davanti al Teatro Brancaccio, quando si sono avvicinati due uomini. Queste le parole che Sahebi ha rilasciato a Fanpage:
Uno di loro mi preso per la felpa, poi mi ha afferrato il braccio in modo abbastanza forte, dicendomi “ti devo parlare, ti devo parlare”. E subito dopo “Devi toglierti la felpa”. Gli ho detto “Scusami?” e lui ha ripetuto di nuovo in tono minaccioso “Devi toglierti la felpa”. Ho detto a quei due che sono un giornalista, e che quindi gli avrei fatto una domanda da giornalista: ossia di spiegarmi il motivo per cui avrei dovuto togliermi la felpa. Mi hanno risposto che non gli fregava nulla che fossi un giornalista. A quel punto mi sono reso conto che arrivavano altre persone. Francesca non capiva cosa stesse succedendo, ha cominciato a piangere. Mi hanno tirato prima un ceffone, poi un altro, che mi ha fatto saltare l’orecchino.
Il motivo dell’aggressione è quindi la felpa, con la scritta “Azione antifascista”, che indossava.
Continuavano a dirmi che dovevo o togliere la felpa o capovolgerla, in modo che la bandiera antifascista non fosse visibile. Io, nel frattempo, indietreggiavo per tenere la distanza e calmarli. In quel momento uno di loro si è staccato ed è andato da Francesca, che in tutto questo aveva in braccio nostro figlio di sei mesi, e senza scrupoli le dice che o mi faceva togliere la felpa o sarebbero stati guai seri. Per me non sono stati i due schiaffi il problema, ma il fatto che l’aggressione è avvenuta davanti alla mia compagna e a mio figlio, mentre ero insieme alla mia famiglia. Nel frattempo, sono arrivate un po’ di persone, che hanno cominciato a osservare la scena senza intervenire. Siamo così riusciti ad andare via e tornare a casa, ma non è possibile che io non possa girare per la mia città con una felpa, altrimenti gruppi di neofascisti si sentono legittimati a menarmi. Tutto questo è sbagliato.
Il 6 novembre in piazza contro la violenza neofascista
Tutto questo ha portato varie realtà politiche e sociali a manifestare il proprio dissenso verso una situazione ritenuta insopportabile.
Tra le manifestazioni in programma c’è quella organizzata, tra gli altri, proprio da Sahebi e Bubba (che hanno denunciato i fatti alle autorità).
Antonella Soldo, vicesegretaria di +Europa, ha dichiarato:
Negli ultimi mesi, le aggressioni e le intimidazioni neofasciste stanno crescendo in tutta Italia. Anche a Roma, all’Esquilino, si respira un clima sempre più pesante. Per questo insieme alle vittime dell’ultima aggressione, i giornalisti Francesca Bubba e Alessandro Sahebi, e con Sara Giudice e Nello Trocchia, abbiamo promosso un presidio. L’appuntamento è il 6 novembre alle ore 18 a Roma (Largo Leopardi) proprio dove è avvenuta l’ultima aggressione, per dire forte e chiaro: nessuno spazio alla violenza neofascista, né nelle strade, né nelle parole, né nelle istituzioni.
I promotori della manifestazione contro la violenza neofascista chiedono:
- lo sgombero immediato delle sedi neofasciste, a partire da CasaPound in via Napoleone III, simbolo e punto di riferimento dell’estrema destra violenta a Roma;
- l’applicazione rigorosa delle leggi Scelba e Mancino, con rimozione tempestiva di affissioni e propaganda neofascista che nel quartiere Esquilino sono una presenza costante;
- l’istituzione di un Osservatorio cittadino sulla violenza politica e neofascista, che raccolga dati, segnali e denunce, e promuova campagne di prevenzione ed educazione civica;
- un intervento strutturale delle istituzioni e delle forze dell’ordine sulle questioni urgenti che riguardano problemi di spaccio, degrado urbano e marginalità sociale. Affinché l’abbandono istituzionale non diventi terreno fertile per i neofascisti né alibi per la violenza.
Questa “Lettera di convocazione – Contro la violenza neofascista” vuole essere un modo di affermare che non basta condannare, occorre chiedere alle istituzioni di agire concretamente perché la democrazia non si difende da sola e non si difende in silenzio.
L’antifascismo è un presente da proteggere, soprattutto in luoghi come l’Esquilino.
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