Cronaca
Picierno a Latina parla di Europa. Ma il Pd?
Il programma era chiaro: “L’EUROPA PROTAGONISTA: il PD per una nuova leadership globale e politica dell’Unione” . Al Circolo Cittadino il Pd, perlomeno una parte del Pd di Latina incontrava Pina Picierno, vicepresidente della Commissione europea, per parlare di Europa.
Come ha ricordato il Presidente Mattarella, ha esordito la Picierno: «il mondo ha bisogno dell’Europa per non soccombere ai regimi autocratici». E noi dobbiamo assumerci questa responsabilità, non solo nei confronti dei nostri cittadini, ma rispetto a tutti coloro che lottano per la libertà.
La lotta per la difesa dello stato di diritto e della democrazia devono tornare a essere una priorità del nostro Partito. Ci chiamiamo democratici non a caso, c’è un destino nel nome che ci siamo scelti, siamo figli della forza e del coraggio e della visione di Romani Prodi e Walter Veltroni, di chi ha visto in queste lotte l’unico modo possibile di stare nel dibattito pubblico”.
Il mondo va accettato per quello che è: È riformista chi sente la responsabilità di guardare al mondo per come è, senza piegarlo ai nostri desideri.
Quindi i riferimenti a Ventotene, a Spinelli e ai contrapposti pensieri.
Ma Europa o no, la domanda che aleggia su un Pd frastornato e che ha perso un po’ la bussola dei padri fondatori e che tutti si fanno, è: si vuole un partito più grande, più popolare, o più piccolo e populista?
Lì nessuno lo ha chiesto direttamente, perchè la questione Hamas – Netanyahu in questo momento fa più presa. A tanti interessa sapere di più il Pd con chi sta e non il Pd cosa fa. Almeno così sembra.
Pochi giorni fa, alcuni esponenti politici democratici si sono incontrati a Milano. Tra questi, come scrive Giorgio Merlo su Il Domani: Pina Picierno. “Pochi lo dicono, ma credo che dobbiamo avere il coraggio di ribadirlo una volta per tutte. E cioè: Pina Picierno si sta confermando un leader politico. Nel suo partito e nel suo schieramento, perché semplicemente viaggia sempre a testa alta. Soprattutto all’interno di un Pd che, con la gestione Schlein, ha assunto un profilo politico e culturale chiaro: di marca radicale, estremista, massimalista e libertaria”.
Diciamo la verità, il giudizio di Merlo non combacia molto con i ricordi che tutti noi abbiamo della Picierno. In tanti la ricordano sempre molto accomodante e che attraversava i lunghi corridoi zeppi di dubbi. “Ex rutelliana, ex veltroniana; bersaniana d’occasione; franceschiniana convinta, fino a trasferirsi definitivamente nelle file renziane”.
Al momento della costituzione del Partito democratico, disse pubblicamente: «Veltroni non sarebbe l’uomo giusto». E poi qualche mese dopo, asserire senza esitazione: «Il partito democratico senza Walter non riesco a immaginarlo: lui rimane l’unica guida possibile per le sue grande intuizioni».
Beh, ieri se non altro dava l’idea di essere più convinta e decisa.
La domanda però è: i vecchi democratici di Latina sono venuti a sentir parlare di Europa e della politica internazionale o non invece a cercare di percepire un piccolo risveglio di un partito irriconoscibile e che si è adagiato su posizioni gruppettare?
In tanti hanno cercato di avvertire tra le righe una speranza di rinascita. Solo avvertire, perchè chiedere no. Non si disturba il manovratore. Anche se questo manovratore ha trasformato tutto. Ha trasformato un partito di centrosinistra a partito di sinistra radicale e integralista. Un partito dove il riformismo dei Padri fondatori non c’è più.
La Picierno lo ha detto più volte in questi giorni: “La lotta per la difesa dello stato di diritto e della democrazia devono tornare a essere una priorità del nostro Partito. …. Per questo se oggi vogliamo parlare di crescita, dobbiamo tornare a parlare di partecipazione, alzare il livello di salute democratica che ha come sintomo più evidente l’astensionismo”.
Si, ma la lotta, cara Picierno, la fai solo se hai intorno gente convinta, gente motivata e stimolata a reagire. Non persone deluse e sconfortate.
D’altronde si sa, la politica deve promuovere crescita e innovazione e saper stimolare i cittadini e migliorarne la vita. Una politica che sa agire, traduce idee in azioni produttive, che i cittadini poi percepiscono e apprezzano.
Siamo sicuri che il Pd, questo Pd, lo stia facendo?
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