Global Sumud Flotilla

Diritti

Cos’è la Global Sumud Flotilla che salperà per Gaza

Decine di imbarcazioni da 44 paesi salperanno per forzare il blocco israeliano alla Striscia di Gaza. La Flotilla è nata dall’unione di Freedom Flotilla Coalition, il Movimento Globale per Gaza e il Maghreb Sumud Convoy. Il mondo della cultura sostiene la missione

25 Agosto 2025

Mettere fine all’isolamento di Gaza, interrompere l’assedio che ormai da venti mesi ha ridotto e continua a ridurre la popolazione allo stremo, mettere fine al blocco navale imposto e consegnare aiuti umanitari. Sono questi gli obiettivi della missione di Global Sumud Flottilla, un’iniziativa non violenta che parte dal basso e coinvolge attivisti, medici, artisti, giuristi, religiosi e marinai di tutto il mondo. Persone che credono nel potere delle azioni non violente,  indipendenti e non affiliati ad alcun governo o partito politico. È presente anche una delegazione italiana.

La Global Sumud Flottilla è nata dall’unione di tre grandi iniziative: la Freedom Flotilla Coalition, il Movimento Globale per Gaza e il Maghreb Sumud Convoy. “Sumud” in arabo significa resilienza.

Il 31 agosto decine di imbarcazioni salperanno da Barcellona. La seconda partenza avverrà da Tunisi il 4 settembre. Si tratta di un’azione legale secondo il diritto internazionale. “Le imbarcazioni civili che trasportano aiuti umanitari o che partecipano a proteste pacifiche in acque internazionali sono protette dal diritto marittimo”, si legge sul sito dell’iniziativa.

“Da 18 anni Gaza è sottoposta a un assedio illegale via mare, terra e aria. La nostra risposta sarà una flotta di barche cariche di aiuti umanitari che, in azione simultanea, tenteranno di rompere il blocco con un’azione diretta e nonviolenta per aprire un corridoio umanitario. Una missione concreta, solidale e soprattutto urgente”, scrivono gli organizzatori.

È possibile candidarsi come partecipante a una delegazione di imbarcazioni della Global Sumud Flottilla, come membro dell’equipaggio se si possiede esperienza marittima, donare per sostenere imbarcazioni e aiuti, unirsi a squadre di terra per organizzare azioni e amplificare la missione, o coordinare un’azione di solidarietà in città o al porto.

In questi giorni, sui social network, si moltiplicano i video per supportare la missione e accendere i riflettori sull’iniziativa. Tra gli ultimi il professor Alessandro Barbero che in un video pubblicato sui social dal Global Movement to Gaza ha definito  l’azione “non violenta e legale contro i crimini del governo israeliano”. “È importante che la flotta abbia l’attenzione e il sostegno di tutti quelli che sperano che il mondo ritrovi un po’ di dignità di fronte a quello che sta succedendo a Gaza”.

Global Sumud Flotilla Gaza

Tra le personalità intervenute: Fiorella Mannoia, i Subsonica, Zerocalcare, Anna Foglietta, Marco Bocci, Le Coliche, Alessandro Gassmann, Frankie Nrg-Mc, Claudio Santamaria, Alessandro Di Battista, Giovanni Storti, Gemitaiz, Shade, i Patagarri ed Elena Sofia Ricci.

Il mondo della cultura si è attivato anche alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in programma dal 27 agosto al 6 settembre 2025. Il collettivo Venice4Palestine (V4P) ha diffuso un appello firmato da numerosi artisti e personalità del mondo del cinema e della musica, tra cui Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Alice e Alba Rohrwacher, Valeria Golino, Abel Ferrara, Ken Loach, Céline Sciamma, Audrey Diwan, Fiorella Mannoia, Mario Martone, Laura Morante, Toni e Peppe Servillo, Paola Turci, Jasmine Trinca e Carlo Verdone.

Il documento invita la Mostra, la Biennale e le sezioni parallele – Giornate degli Autori e Settimana Internazionale della Critica – a “prendere una posizione chiara e non ambigua” contro le azioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania. L’appello si apre con una citazione di W. H. Auden, Fermate gli orologi, spegnete le stelle, per sottolineare che non sia possibile “andare avanti come prima”. Tra le richieste avanzate figurano l’organizzazione di spazi di dibattito e iniziative permanenti sui temi di “epurazione etnica, apartheid, occupazione illegale, colonialismo”. Si chiede inoltre il ritiro dell’invito a partecipare alla Mostra a Gerard Butler, Gal Gadot e ad altri artisti che “sostengono pubblicamente e attivamente il genocidio”, proponendo che quello spazio venga riservato a una delegazione che sfili sul red carpet con la bandiera palestinese. L’iniziativa ha raccolto in pochi giorni oltre 1.500 adesioni.

La Biennale di Venezia ha risposto ricordando che il festival e l’istituzione “sono da sempre luoghi di discussione aperta e sensibilità verso i temi più urgenti”. L’attenzione è stata posta anche sulle opere selezionate per l’edizione 2025, tra cui The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, in concorso, che racconta la vicenda della bambina palestinese uccisa a Gaza nel 2024. “La Biennale è, come sempre, aperta al dialogo”, ha sottolineato la direzione, ricordando inoltre che nel 2024 Venezia aveva presentato il film israeliano Of Dogs and Men di Dani Rosenberg, girato dopo il 7 ottobre. Per l’edizione in corso non risultano titoli israeliani nei concorsi principali.

 

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