Diritti
Flop della Procura di Milano sull’inchiesta sull’urbanistica. Ora, chi risponde di questi errori?
24 Agosto 2025
La Procura di Milano, dunque, ha fatto flop: tutti gli arresti in ordine all’inchiesta sull’urbanistica che ha sfiorato anche il Sindaco Sala, confermati anche dall’ufficio del GIP, sono stati revocati dal Tribunale del Riesame: sei procedimenti su sei.
Come ha scritto Giuliano Ferrara su “Il Foglio” di sabato 23 agosto ”il collegio giudicante ha bucato l’inchiesta chattante come un palloncino sgonfio”; allo stesso modo e sullo stesso giornale Ermes Antonucci ci ricorda che “il tonfo prodotto dagli annullamenti del Riesame fa rumore ben al di là della fase cautelare”,perché sono inesorabilmente smentiti i Pubblici Ministeri che avevano ipotizzato un “sistema corruttivo”attorno alla concessione dei permessi edilizi, che coinvolgerebbe, politici, membri della defunta Commissione Comunale per il paesaggio, funzionari amministrativi, costruttori.
L’accusa rivolta è quella di aver rappresentato falsamente alcune opere come ristrutturazioni edilizie che in luogo di una Scia( segnalazione di inizio attività)avrebbero dovuto beneficiare di un permesso a costruire.
Dunque, sei a zero, perché nessuno dei sei arresti è rimasto in piedi.
I Pubblici ministeri discettano di utilità ricevute, di dazioni,ma agli atti, ci sono regolari fatture sia dei costruttori che degli studi professionali coinvolti.
La Procura delinea anche una “cupola”, e si esprimono giudizi etici che nulla hanno a che vedere con le valutazioni giuridiche.
Non ancora si conoscono le motivazioni e se esse si ancorano all’assenza di gravi indizi di colpevolezza o all’insussistenza di esigenze cautelari, tra l’altro de facto inesistenti perché tutti si sono dimessi.
Forse la vicenda approderà in Cassazione, ma già ora è possibile porsi interrogativi, dal momento che il Tribunale del Riesame, anche con sezioni diverse, è giunto alla medesima conclusione e con molta probabilità potrà intanto asserirsi che l’etica non si può confondere con il diritto, le guarentigie processuali proteggono gli imputati da qualsiasi crociata giustizialista che autoreferenzialmente la Procura meneghina intendeva intraprendere senza prove e senza costrutto giuridico.
Intanto c’è chi è andato a San Vittore, chi agli arresti domiciliari; e questo è il punto.
Per questi errori, chi paga?
Faccio sempre la stessa domanda: se sbagliamo noi avvocati, dobbiamo rispondere dei nostri errori con polizze professionali, subire la reprimenda dei clienti, l’onta sulla nostra carriera.
Per questi orrori – perché di questo si tratta- la Procura non ne risponde, tutto scivola, tutto passa in secondo piano.
Si dovrebbero almeno dimettere o chiedere scusa, perché sanno che il Sistema difende le prerogative e diritti dei Magistrati, categoria e casta potentissima, perché irresponsabile.
Ma non sarà così e non c’è riforma che tenga, se costoro non si cospargono il capo di cenere.
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