Diritti
Infanzia a rischio: l’allarme di CESVI su tagli alla cooperazione, conflitti e crisi climatica
Conflitti, crisi climatica e tagli ai fondi mettono a rischio milioni di bambini. CESVI lancia l’allarme in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia che si celebra il 20 novembre
Conflitti armati, cambiamenti climatici e violenze diffuse stanno aggravando le condizioni di vita dell’infanzia in tutto il mondo, mentre i fondi destinati alla cooperazione internazionale registrano un calo significativo. È l’allarme lanciato da Fondazione CESVI in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, che richiama l’attenzione sulle conseguenze umanitarie di questa combinazione di fattori.
Secondo l’organizzazione, 30 milioni di bambini rischiano di morire nei prossimi cinque anni, un dato che riflette l’impatto di guerre, disastri ambientali e insicurezza sociale, aggravato dalla contrazione dei finanziamenti globali. Solo nell’ultimo anno – sottolinea CESVI – i tagli ai fondi hanno compromesso interventi essenziali contro la fame e la malnutrizione, mettendo a rischio i servizi destinati a 14 milioni di minori. Ne deriverebbe la mancata assistenza per 2,3 milioni di bambini affetti da deperimento acuto e un potenziale aumento di 369mila morti infantili, pari a oltre mille decessi al giorno.
Emergenza malnutrizione e crisi climatica
Nel mondo, quasi 40 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, mentre circa un miliardo di minori è esposto a shock climatici e ambientali. Quasi il 90% dell’impatto globale delle malattie legate al cambiamento climatico ricade sull’infanzia. Una vulnerabilità che si intreccia con scenari di conflitto sempre più drammatici: nell’ultimo anno le Nazioni Unite hanno registrato oltre 41mila gravi violazioni contro i minori nelle aree di guerra. I contesti più letali restano Striscia di Gaza, Sudan, Myanmar e Burkina Faso.
«A milioni di bambini sono negati i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione ONU – afferma il direttore generale di CESVI, Stefano Piziali – Gli effetti dei conflitti, uniti ai cambiamenti climatici e ai tagli ai fondi umanitari, stanno cancellando decenni di progressi, compromettendo il futuro stesso dell’umanità».
Il caso Sudan: la crisi umanitaria più grave al mondo
Oltre 500 milioni di minori vivono in aree segnate da conflitti violenti. La sola Africa ne conta 218 milioni e, in particolare, il Sudan rappresenta uno dei contesti più critici. Qui la guerra ha travolto la vita di 24 milioni di bambini, esponendoli a uccisioni, rapimenti, violenze sessuali e reclutamento armato. Più di 12 milioni di persone sono inoltre a rischio di violenza di genere.
Grazie al sostegno della Cooperazione Italiana, CESVI sta implementando nel Paese spazi sicuri all’interno dei centri sanitari, i Protection Safe Corners, dove donne e bambini possono ricevere assistenza psicologica, supporto legale, sostegno economico e kit per l’igiene personale. Questi presidi sono gestiti da psicologi e operatori specializzati e rappresentano uno dei pochi punti di riferimento per le fasce più vulnerabili.
I programmi di CESVI nel mondo e in Italia
Nell’ultimo anno, CESVI ha supportato oltre un milione di bambini in 28 Paesi. Tra i progetti principali figurano le Case del Sorriso, presenti in Brasile, Haiti, India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe: spazi protetti che garantiscono pasti, sostegno scolastico, attività ricreative e assistenza sanitaria nei contesti più fragili.
Le Case del Sorriso operano anche in Italia, dove la crescita della povertà minorile aumenta il rischio di trascuratezza e maltrattamenti. Le strutture si trovano a Napoli (San Pietro a Patierno), Bari (San Paolo) e Siracusa (area di Mazzarona), territori caratterizzati da alta vulnerabilità sociale.
Secondo l’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia di CESVI, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria risultano le regioni più critiche, sia per la presenza di fattori di rischio sia per la fragilità dei sistemi di protezione. In tutto il Mezzogiorno, il 43,6% dei minori è a rischio povertà o esclusione sociale, a fronte di una media nazionale del 26,7%.
«La povertà materiale, educativa e relazionale è uno dei principali fattori predittivi del maltrattamento – spiega Piziali – Per tutelare i bambini più esposti servono interventi capaci di rafforzare le famiglie e potenziare l’accesso ai servizi sociali ed educativi, soprattutto nel Sud Italia».
La campagna di raccolta fondi
Per sostenere i progetti dedicati all’infanzia, CESVI ha attivato una campagna con numero solidale 45582, disponibile via SMS e chiamata da rete fissa fino al 14 dicembre 2025.
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