Italia
2 giugno e 15 settembre
I rituali di rappresentazione sono uno degli elementi fondanti di qualsiasi società, delle piccole comunità di villaggio come dei moderni stati nazione. Italia e Costa Rica a confronto
Non dimentico che questa Repubblica è nata da una guerra e da una coraggiosa resistenza, ma il paese è cresciuto con la pace e il lavoro di molti (Marco Aime)
Grottesca, ripugnante, tronfia, ridicola: così definisce la parata militare del 2 giugno a Roma, Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano, in un argomentato articolo da cui rubo le parole di questa intensa poesia: “L’unica cosa buona dell’assoluto | caos in cui siamo finiti | è la misera fine dei pigri | cliché dei tempi andati: il Bene, | il Male, la Patria, l’Occidente. | Parole passe-partout che ormai | non aprono piú niente. Parole | cieche, sorde, disossate. Buone | soltanto per tornei, marce, | caroselli, ridicole parate” (Franco Marcoaldi).
Tanto vale, per tornare a respirare, provare a raccontare l’altro mondo.
Quello che scende in piazza in Costa Rica il 15 settembre per la festa del giorno dell’Indipendenza. Non c’è nessuna parata militare perché molto semplicemente il Costa Rica ha rinunciato all’esercito con la Costituzione entrata in vigore il 15 settembre 1949.
In un’orgia di colori e di festa non si trova nessun soldato o carrarmato per le vie della capitale San Josè. La folla getta fiori sul cammino dei suoi eroi: i bambini delle elementari, i loro maestri, gli infermieri.
Qualche anno fa un manifesto aveva celebrato la giornata con un’immagine tripartita: primo riquadro “nostra fuerza aerea” con l’immagine di due bellissimi pappagalli in volo, “nuestro ejercito” con l’immagine di grandi testuggini che presidiano una delle spiagge del paese, “nuestros submarinos” con un gruppo di delfini sorridenti.
Tanto per chiarire, nel 2013 alla televisione italiana l’allora presidente del paese Laura Chinchilla spiegò: «Da quando abbiamo deciso di abolire l’esercito siamo diventati il paese più sicuro del Centro America. E’ difficile comprendere ma ci siamo liberati da colpi di stato e dalle guerre civili perché non avendo esercito risolviamo tutte le questioni per via pacifica […] abolire l’esercito ci permette di investire i soldi previsti per la difesa in salute e in educazione».
A noi in Italia, mentre il mondo ha entrambi i piedi nel baratro dello sterminio di Gaza e a un passo dalla guerra nucleare in Ucraina, resta di vedere ministri e presidenti ancora sorridenti e plaudenti al passaggio delle nostre forze armate in processione.
E il virus dell’esibizione dei nostri ridicoli muscoli contagia in ogni dove senza vergogna quanti hanno scelto l’immagine degli aerei da guerra, le frecce tricolori, per festeggiare la nostra Repubblica.
In un meraviglioso murales all’interno dell’Universita della Pace voluto dall’ONU proprio a san Josè in Costarica, la pace viene spiegata come diritto all’educazione, parità di genere, ambiente, garanzie sociali, democrazia e coscienza critica. In Costarica la pace è chiamata “pura vida”.
Resistere alla violenza dilagante si può e si deve. Raccontare che un altro mondo esiste è possibile, “perché la nostra patria non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale, e con la patria di tutti gli uomini liberi” (Carlo Rosselli).
Tutto quanto riguarda il Costa Rica e molti altri paesi antimilitaristi è raccontato da Riccardo Bottazzo, PAESI SENZA ESERCITO E ALTRE STRATEGIE DI PACE, Altreconomia
Devi fare login per commentare
Accedi