Italia

IL 2 Giugno del mondo

2 Giugno 2025

Ogni popolo ha diritto al proprio 2 Giugno, al proprio 25 Aprile, formandosi la propria identità anche nella difesa di una comunità, se aggredita dalla volontà di dominio di altri, cosi come ogni donna e ogni uomo hanno diritto alla propria liberazione personale e collettiva.

Il diritto di scegliere la forma di governo che trovi la più ampia condivisione, al cui centro non vi sia il culto idolatrico dello Stato, della Nazione, di una Confessione o di una palingenesi sociale che storicamente hanno assunto sempre la forma di un sistema violento e totalitario, ma il rispetto della libertà, dei diritti civili e sociali , degli orientamenti personali, la tutela e la garanzia di espressione di ogni minoranza politica, religiosa o culturale.

Sapendo che le forme non sono mai irreversibili e che le democrazie, che sono comparse solo da un secolo nella storia millenaria delle civiltà , non vanno mai date per scontate , non sono un traguardo e un porto sicuro per sempre.

Che questo stia avvenendo nella storia, non attraverso il superamento della violenza ma con la persistenza della guerra , di cui non si riesce a vedere ne la fine ne l’esaurirsi , guerra come forma  di lotta e come manifestazione dell’esercizio del potere, è oggettivamente una sconfitta per tutti.

Tuttavia, se riuscissimo a collocare questi processi, le loro ragioni e dinamiche, in una zona più profonda della storia e a far chiarezza sul fatto che sono parti e frammenti di una dialettica complessa e drammatica dell’emancipazione, fatta di progressi e regressioni , sconfitte e vittorie, che ha ancora davanti a se un lungo viaggio e un tragitto non definito, allora forze che sappiano rimettersi in piedi, in contrasto a questo vento che sembra travolgere tutto, avrebbero certamente un ruolo e un compito importante da svolgere: ridare voce, rappresentanza e composizione dei vari interessi in conflitto, delle egemonie e delle logiche di dominio delle potenze, per evitare la deriva di una violenza radicale e mimetica che in questi giorni ci sgomenta perché appare incontenibile.

Probabilmente se riuscissimo a leggere i fatti dal punto di vista di chi la violenza la subisce, il quadro ci sarebbe più chiaro : garantire una protezione dall’auto-distruttività di se stessi, degli altri o delle società di cui facciamo parte e promuovere un etica della emancipazione , della pienezza di se e della propria vita di uomini e donne del terzo millennio. Nella consapevolezza che una repubblica, una democrazia e una pace, per essere reale e per crescere, non ha bisogno di retoriche declamatorie ma di sostanziarsi su proposte, misure e strumenti politici e su soggetti e attori coerenti.

80 anni di una Repubblica… una vita che è scorsa… generazioni che si alternano, momenti e figure che formeranno i nostri ricordi e in mezzo le lotte politiche e sociali, i pericoli sventati , le illusioni e le speranze di allora.

Ma se ombre e spettri sono ancora tra noi , lo sono anche i sogni di liberta delle donne e degli uomini che abbiamo incontrato in questi anni, anche quelle figure e volti che stanno ai bordi dei nostri muri occidentali, e che portano con sé una speranza di un futuro e di una vita migliore.

Non un destino, non un ideologismo utopico e astratto, ma un dovere morale, qui e ora, consapevoli che nella storia, l’ umanità in cammino non conosce confini ne geografie.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.