Italia

Il fenomeno maranza: anatomia del sottoproletariato del 2025

12 Agosto 2025

Disclaimer per il lettore

 

Questo articolo sarà diverso dai soliti per la sua natura divulgativa, per la presenza di luoghi comuni utili a scopo narrativo. Le informazioni sul “fenomeno maranza” sono scarse per la sua natura di sottoproletariato e per la sua ghettizzazione. Nel testo ho cercato di mantenere imparzialità evitando polarizzazioni ideologiche al fine di inquadrare meglio l’argomento ed esporlo ad un lettore interessato. Ordunque le affermazioni non sono frutto di opinioni personali, ma un collage identitario della  situazione italiana ed europea visibile attraverso i mass media e l’opinione comune. Non vi è nessuna intenzione di offendere né di denigrare situazioni di povertà e degrado. Dati i presupposti spero che quest’articolo possa informare e far luce su quella parte di società che spesso ignoriamo o per timore, per non curanza o perfino per rabbia. Buona lettura.

 

Nome

 

La denominazione Maranza” nasce tra gli anni Ottanta e Novanta come sinonimo di “tamarro” come riferimento ad un abitante delle periferie urbane delle grandi città, dai modi coatti e rozzi. Riaffermatosi dal 2019 per la sua somiglianza tra l’unione di “Marocchino” e “Zanza/Zarro”

 

Maranza= Marocchino Tamarro.

 

Cosa è il maranza?

 

Partiamo dalle basi, dal luogo comune per eccellenza: il maranza tipicamente si riconosce per caratteristiche analoghe nel continente europeo (prevalentemente in Europa occidentale). Spesso si immagina un ragazzo magro, solitamente un ragazzo giovane, nato dal 2000 in poi, di origine nord-africana con capigliatura riccia e frangia portata sulla fronte (spesso non è così e lo vedremo in seguito), il suo vestiario è prevalentemente composto da magliette e tute sportive attillate o termiche abbinate a pantaloni skinny strappati assieme all’immancabile borsello e all’accento quasi forzato da coatto. Indossa spesso brand come Nike, Moncler o LV (spesso taroccati) con accessori colorati o scarpe tn. Il maranza comunica attraverso un linguaggio semplice attraverso frasi quasi sempre brevi con slang di origine franco-arabo, accompagnato da un accento arabo con tonalità basse (nella maggior parte dei casi forzato). Usualmente occupa zone tipiche, come stazioni ferroviarie, fermate del bus o piazze periferiche. Le attività sono stazionarie: come la maggior parte dei giovani del 21esimo secolo si ritrovano principalmente per chiacchiere, fumare qualche canna e bere qualcosa. Qui ovviamente manca una caratteristica del luogo comune del maranza che il lettore sicuramente avrà notato: il caos, la rabbia e la sua attitudine.

 

Il maranza ieri ed oggi

 

Il maranza è noto per essere associato ad azioni di delinquenza, caos e reati predatori associati alle classi sociali più povere della società. Ma qual’è la differenza oggi da ieri? Dobbiamo partire dal presupposto che come le consuetudini esistono nel mondo del diritto esistano anche nell’illegalità, perciò possiamo notare certi patterns che si ripetono. Uno di questi è il manto del criminale di bassa lega, spesso ereditato “dall’ultimo arrivato” (un esempio storico furono i meridionali e gli immigrati jugoslavi nella seconda metà del novecento). La differenza sostanziale vista la sua situazione scomoda sta nella rabbia verso la mobilità sociale e nella sua inconcludenza. Un tempo la gioventù di periferia post anni 70 era educata attraverso un senso di comunità figlio di un eredità marxista, l’esistenza dei Circoli Operai ne era la dimostrazione. Dunque vi era un quartier generale che nel bene e nel male adottava la comunità e proponeva un messaggio alternativo e messianico come quello Marxista-Leninista, istituzionalmente supportato dalla classe politica comunista di allora. Bisogna riconoscere comunque che l’elemento della violenza e della frustrazione è una costante in questi contesti anche se utilizzata a scopo politico. Dopo il crollo del muro e le successive crisi con forti migrazioni delle zone più povere verso il nord del mondo sconvolsero di gran lunga la situazione delle periferie. Con la restaurazione del sistema liberale l’individualismo trionfa, ma la periferia resiste. Negli strati della società, quelli più poveri, la ricerca del gruppo in un mondo cinico che non offre nessuna possibilità è essenziale per sopravvivere, a differenza delle classi medie che possono accedere a svaghi come lo shopping compulsivo o aperitivi infiniti per distrarsi dal mondo, il maranza considerando le condizioni di scarsità intellettuale giunge all’unico svago facilmente raggiungibile: vandalismo, droghe e provocazioni. Arrivando ad oggi, si notano i risultati: cinismo, nichilismo, culto dell’io e del denaro, diffidenza nello stato e mobilità sociale fossilizzata.  In questo contesto nasce il maranza, figlio del cinismo bloccato tra la povertà dei genitori e le proprie ambizioni da entrepreneur, per quanto modeste e figlie dell’ ignoranza. 

 

La nascita del maranza 

 

Il ragionamento è semplice: “se non posso salire nessuno mi impedirà di scendere”. Questo parte dalla famiglia, spesso numerosa proveniente da quelle popolazioni che per via del mancato sviluppo economico, tecnologico e civile dovuto a 200 anni di colonialismo non si sono “imborghesite”. Di conseguenza vi sono effetti come l’assenza di “birth control”, mancata secolarizzazione, incomprensione della struttura del welfare state e così via. Queste famiglie spesso abitano in case popolari che con il tempo si sono trasformati in veri e propri ghetti isolando etnie di immigrati: un esempio sono i quartieri Rozzano e San Siro di Milano. I figli di queste famiglie frequentano come la maggioranza delle persone la scuola pubblica e spesso già da lì iniziano i primi segni evidenti di una spaccatura sociale. La struttura delle scuole è altamente inadatta ad ospitare comunità internazionali a livello istituzionale di alcun tipo nel settore pubblico poiché le ultime riforme della struttura dell’insegnamento sono state fatte nel 1970 (un esempio sono la riforma Berlinguer e la riforma Moratti). Se in primis l’istruzione è inefficiente e le opportunità economiche sono scarse con stipendi fissi conditi con un clima di tensione ecco che nascono figure come il maranza. Figura spesso relegata a lavori manuali o alla disoccupazione, dedita ad attività illegali come sfogo per la mancata mobilità sociale che cerca riscatto economico (spesso per necessità)  attraverso il crimine di bassa lega o attività caotiche. Realtà spesso narrata e romanzata dai rapper che attraverso la musica uscirono da situazioni di degrado. Musica che compone la colonna sonora delle vite dei ragazzi. 

 

Il maranza non è sempre un immigrato nordafricano. Si tratta di una vera e propria categoria che influenza anche persone di nazionalità miste riunitosi in un sentimento di disillusione per il futuro, che tra una tiro e l’altro uccidono la noia aspettando che il tempo passi e la giornata finisca. Spesso alcuni vengono pure da famiglie con redditi medio-alti che per motivi vari tra cui l’incapacità pedagogica della famiglia e delle istituzioni si sono ritrovati in una cerchia di coetanei simili a loro. il maranza si può definire come la condivisione di un disagio esistenziale sfogato con la barbarie.

 

Il maranza come caso europeo 

 

In Italia si chiamano maranza ma vi sono casi analoghi in tutt’europa:

 

Roadmen in Inghilterra (Ragazzi di strada), Kebabiste/Jeunes de cité/Racailles in Francia (kebabbari, Giovani delle Banlieue, Feccia), Mena/Canis in Spagna (Minoranza, Teppista), Kanake/Ghetto Kids in Germania, Blatte/Orten Kids in Svezia. La dinamica in fondo è la stessa in tutta Europa. L’unica differenza è che in Italia ed in Spagna il fenomeno è abbastanza recente, più adolescenziale e meno organizzato a differenza di Francia (Parigi ha registrato un aumento nei tassi di omicidi con 1,8 omicidi ogni 100.000 abitanti) ed Inghilterra (Londra ha registrato il tasso più alto di reati gravi da arma bianca nel 2024 con 17,89 reati ogni 10.000 abitanti) nelle quali il livello di violenza urbana è molto più alto mentre in Germania e Svezia il crimine è organizzato attraverso famiglie e clan. 

 

In europa si registrano casi di “Ronde Anti-Maranza”, un altro lato della stessa medaglia. Ronde caratterizzate da sentimenti reazionari e azioni squadriste derivati da religione, classe e idee politiche, che nel silenzio tacito degli abitanti scatenano risse e pestaggi con i maranza locali. Il luogo comune di questi picchiatori notturni è il seguente: spesso violenti a volte molto più dei maranza stessi (di 48% di manifestanti in Irlanda del Nord il 41% è accusato di violenza domestica), figli dei proletari del 900 e giovani adulti disillusi dalla società tardo consumistica, frequentatori di partiti estremisti o luoghi con frequenti episodi di violenza come gli stadi (spesso entrambi), persone fortemente manipolabili con poca istruzione o famiglia assente vulnerabili a luoghi comuni e parole d’ordine come “difesa del territorio” o “salvare la cultura occidentale”. 

 

Maranza e il Capitalismo

 

Dal punto di vista culturale europeo, la rappresentazione del ragazzo di periferia ha ispirato designers, film e cantanti che hanno scritto un epoca del disagio giovanile.

 

Ma non si può ignorare la responsabilità che il sistema economico ha nella creazione del sottoproletariato immigrato e nella sua alienazione. L’arretratezza sostanziale finalizzata a scopi politici, per polarizzare l’opinione pubblica attraverso i talk show,  non proponendo soluzioni al problema che sta distruggendo la vita delle persone comuni in nome del profitto e dell’utilitarismo. Il maranza è un’ulteriore mezzo di tensione strumentalizzato attraverso i media per destabilizzare la classe media, frustrata economicamente, socialmente e umanamente come il maranza, ma detenendo somme di capitale economico, umano e sociale decisamente più alte cerca il nemico più vicino e debole a lui: il maranza. Con una conseguente risposta violenta di questa classe opressa.  

 

La relegazione dello Stato ad attore minimo teorizzato dalla scuola economica austriaca è responsabilmente colpevole di questa situazione. Lo Stato è limitato a garantire la sicurezza delle imprese e dei profitti come teorizzato da Rothbard, seguendo queste logiche di mercato diventa solo un attore autoritario in mano alle tendenze economiche legali e non. Di conseguenza in una democrazia mantenere un clima di costante insicurezza è profittevole per le classi politiche. Le perone perciò sono solo un mezzo di profitto, anche nelle loro devianze violente.

 

Cosa Fare?

Innanzitutto bisogna assolutamente riconoscere la gravità della situazione di delinquenza e reati scatenata dall’assenteismo statale e dall’arretratezza istituzionale. Non bisogna tantomeno essere ipocriti, i maranza a causa della marginalizzazione delle classi più povere è causa di crimini contro il patrimonio, molestie sessuali, risse e violenze in molte zone del nord e centro-Italia. Non vi deve essere una lettura superficiale delle cose né tantomeno ignorare situazioni così evidenti. Ma cosa si dovrebbe fare per risolvere la situazione? 

 

In primis bisogna essere coscienti che la delinquenza assume storicamente ruoli egemoni in periodi di forte disparità sociale e transizione tra epoche, come il periodo odierno. La situazione sicuramente non si potrebbe risolvere attraverso lo squadrismo poiché successivamente si avrebbe non solo una guerriglia perenne in strada ma anche due fenomeni di violenza praticamente uguali e con le stesse radici. 

 

Vi sono semplicemente delle teorie applicabili per cercare con il tempo di attenuare le disparità esistenti: culturali, sociali ed economiche. 

 

L’istruzione: una riforma moderna, competente che offra una preparazione all’inserimento in una comunità internazionale europea sarebbe un buon punto di partenza essendo il fenomeno maranza puramente giovanile e riuscirebbe ad attenuare tendenze separatiste fin dagli albori.

 

società e istituzioni: la promozione di una società internazionale e la punizione di forme di razzismo e discriminazioni basate su razza sesso e genere ispirate al modello di integrazione delle nazionalità multiple delle ex repubbliche sovietiche.

 

Logistica: proibire a livello statale e legale la ghettizzazione simile alla gestione della popolazione applicata sul modello Singapore per evitare la formazione di gruppi isolati e discriminati dalla società.

 

Economia: Riportare la produzione nel continente e liberalizzare il mercato per la creazione di nuove imprese nella nazione, per poter usufruire della manodopera, portare investimenti e creare benessere, nuove opportunità e generare nuova mobilità sociale per sconfiggere la povertà. Riportare il ruolo statale di regolatore e arbitro terzo del sistema economico nazionale attraverso il monopolio dei servizi pubblici e del welfare, assieme al controllo politico e popolare/ sindacale in stile neo-corporativo delle imprese rinvigorendo la partecipazione pubblica nella politica.

 

 

Conclusione

“Istintualmente, io vorrei liberarmi di tutti i fastidi di gente che ha una cultura purtroppo di gran lunga inferiore alla mia, e quindi è molto comodo sbatterli fuori […] però io sono dell’avviso che anche il grande Impero Romano, dopo duemila anni alla fine è stato invaso dalla fame di chi aveva più fame”

                                                                                                                                                                                                                                                -Paolo Villaggio

 

Fonti: The Detail, Wikipedia,The Standard, TIME.

 

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