Piazza Duomo ritratta da Filippo Romano, durante il Lockdown del 2020

Italia

A Milano si vive male, il lavoro non basta. Così a Bologna e Verona si vive meglio

A fotografare le città italiane è la ricerca “L’Italia e la sua reputazione – Le Città”. La reputazione più alta ce l’hanno le città di medie dimensioni. Milano e il sud si collano sotto la soglia psicologica del 6

25 Giugno 2025

Nell’attuale fase storica in continuo progresso tecnologico, i nuovi fattori di agglomerazione economica e scientifica, i mutamenti nelle attività economiche e nei mercati hanno rafforzato, seppure in modo diverso dal passato, la centralità degli assetti urbani. Data spesso come realtà in irreversibile crisi, la città ha sempre smentito i tanti profeti di sventura: anche dopo i non trascurabili effetti della pandemia. Le città italiane, nella loro peculiare pervasività in tutto il paese, rappresentano una costante risorsa.

Nella reputazione di un paese, la reputazione di cui godono le città rappresenta un elemento essenziale in quanto da una parte, le città, sommando e integrando le proprie specificità, contribuiscono a creare un indicatore sintetico della reputazione di “quel” paese; dall’altra, veicolando una propria specifica reputazione nelle dinamiche dei diversi territori/regioni, scompongono l’identità sintetica del paese in tante specifiche identità, ognuna con proprie caratteristiche e propri valori reputazionali. Questa doppia dinamica si correla con le diverse morfologie metropolitane, tra paesi caratterizzati da un forte centralismo intorno a “una sola città”, come ad esempio la Francia, e paesi in cui la forte differenziazione territoriale si collega alla pluralità di presenze significative di più città e al conseguente distribuirsi di valori reputazionali diffusi, come avviene per l’Italia e la Germania.

A fotografare le città italiane è la ricerca “L’Italia e la sua reputazione – Le Città”, realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che analizza come le città italiane contribuiscano proprio alla reputazione del paese seguendo un approccio originale nelle finalità e nella metodologia. L’obiettivo è infatti misurare il valore sociale percepito delle città, come leva per attrattività economica, turistica e culturale. Lo studio rientra in un progetto pluriennale sulla reputazione internazionale dell’Italia in settori di particolare rilevanza per la sua competitività come l’università, il turismo e la giustizia civile. 

La ricerca realizzata insieme a Makno si divide in due parti. La prima confronta le più significative classifiche internazionali sulle città evidenziandone le criticità legate ad approcci poco trasparenti e definizioni ambigue, all’utilizzo degli stessi indicatori per misurare realtà differenti, e al peso eccessivo della notorietà che sconfina negli stereotipi; la seconda analizza i risultati di una survey web nazionale condotta su un campione di 1.200 cittadini di Bari, Bergamo, Bologna, Genova, Roma, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Verona e è focalizzata sulle percezioni sociali.

Londra, New York e Parigi: le città internazionali sempre in vetta nelle classifiche internazionali ma non per i residenti

Londra, New York e Parigi, rispetto anche alle città italiane, sono quelle che ricorrono con maggior frequenza nelle prime posizioni delle varie classifiche analizzate, grazie a business, università, opportunità economiche e culturali. Londra, per esempio, è ai primi posti negli indici complessivi di vivibilità e amabilità, domina le altre città globali sui social − hashtag di Instagram, check-in di Facebook e recensioni di Tripadvisor − è la terza città al mondo, e prima in Europa, per spesa turistica nel 2022. Non eccelle però per la qualità ambientale. New York invece oggi è un cantiere di recupero urbano dopo l’esodo verso altre città per le chiusure legate alla pandemia: nel 2020 il tasso di vacancy immobiliare è arrivato alla doppia cifra. Nel 2023 i turisti dovrebbero essere stati 61 milioni, ancora lontani dai 70 del 2019, ma in aumento sui primi anni di questo decennio. L’elevato costo della vita la rende poco accessibile insieme alla scarsa vivibilità intesa come qualità percepita degli ambienti naturali e costruiti. Quest’ultima dimensione, peraltro, sembra essere problematica per la maggior parte delle città globali che non occupano le prime posizioni dove si collocano, invece, città come Vienna, Copenaghen, Melbourne, Vancouver, Zurigo, Calgary, Ginevra, Toronto, Osaka, Auckland. Parigi è la città che ha saputo meglio risollevarsi dopo la pandemia. Grazie all’adozione di misure di sostenibilità drastiche e visionarie e a miliardi di investimenti per le infrastrutture necessarie a realizzarle − oltre che funzionali alle Olimpiadi − Parigi ha sviluppato la pedonalità, l’uso della bicicletta e la vita all’aria aperta come nessun altro luogo ha fatto o sta facendo. Il rinnovo e l’ampliamento dell’aeroporto Charles de Gaulle durante il Covid conferma la città come uno dei poli più connessi al mondo ma il costo della vita è elevato anche qui.

La leadership di queste tre grandi città è messa in discussione quando nelle classifiche prevalgono dimensioni legate alle percezioni dei residenti sulla qualità della vita, la felicità, la vivibilità del contesto urbano. E anche quando sono valutate in base alla loro reputazione: la classifica delle città con migliore reputazione, ad esempio, vede Venezia, Roma e Milano superare di qualche lunghezza le tre città globali, nonostante la leadership sia proprio uno dei fattori – insieme a sicurezza e bellezza − che concorrono a misurare la reputazione stessa.

Milano, Roma e Torino: le città italiane sempre presenti nelle classifiche

Milano, Roma e Torino sono le città italiane presenti con maggior frequenza nelle classifiche considerate dalla ricerca. In particolare, Milano compare in 17 ranking: in tre casi in una posizione compresa tra le prime 20. È, infatti, quattordicesima tra le World’s Most Reputable Cities; diciannovesima nella classifica sulla Perceptions of City Brands; decima tra le Europe’s Best Cities, tredicesima tra le Top 100 City Destination ed è nel gruppo delle città Alfa della classifica GaWC delle città globalizzate. È considerata un’avanguardia della cultura, della moda e del design europeo. Sempre più ricercata da una ricca classe globale grazie anche alle agevolazioni fiscali sul reddito all’estero, accoglie capitali dopo la Brexit e dalla Russia che alimentano il segmento luxury del mercato immobiliare. Apprezzata anche per la pedonabilità e le piste ciclabili. Anche Roma è presente in 17 classifiche. Tra le migliori posizioni raggiunte dalla capitale, Roma è undicesima tra le World’s Best Cities, quarta nel Place Power® Score, settima tra leTop 100 City Destination e nona tra le 50 best cities in the world. Arte e monumenti, vita notturna e all’aperto, popolarità sui social sono tutti punti di forza riconosciuti alla città che risulta terza per amabilità, quarta per vivibilità, ma solo al 59° posto per ricchezza. È tra le prime città al mondo per cultura e patrimonio ed è ventiduesima per bellezza architettonica e musei. Torino compare in 7 classifiche senza però occupare posizioni elevate. Citata, anche, per la sua architettura barocca, le piazze, i musei.

Bologna e Verona,: le città di medie dimensioni sono le preferite

Bologna rappresenta l’equilibrio ideale tra qualità della vita e reputazione produttiva, seguita da Verona e Bergamo, per sicurezza, servizi e sostenibilità ambientale. Nella classifica, è la città al primo posto, con un valore di quasi 7 su una scala da 1 a 10 (il che significa che potrebbe essere indicata da circa il 70 per cento dei rispondenti), seguita, con valori vicini, da Verona. Altre città medie come Bergamo e Genova occupano posizioni significative, sempre fondate sulla combinazione equilibrata di più fattori.

Le grandi città italiane sono lontane e mostrano uno squilibrio nella composizione dei fattori. Tra tutte, Milano è in regressione rispetto ad altre simili classifiche di qualche anno fa, con una grande distanza nei parametri: eccelle nelle opportunità economiche ma soffre nella percezione di una bassa qualità della vita. Milano, oltre a un declino specifico degli ultimi anni, è penalizzata dal cambiamento del paradigma valutativo: meno attrattività (eventi, lusso, università, cultura, enogastronomia e luoghi, ecc.) e più valore a come si vive, penalizzata in particolare dal costo della vita.

Più tradizionale è la spaccatura tra i fattori nelle altre grandi città, come Napoli e, in particolare, Roma. Con una reputazione più fragile, invece, Palermo, Napoli e Roma soffrono per le percezioni negative legate a sicurezza, trasporti e servizi pubblici, nonostante punteggi elevati in relazioni sociali, accoglienza e cultura.

Una particolare attenzione rispetto ai temi delle città italiane proviene dalla componente femminile del campione, più sensibile e critica riguardo a salute, sicurezza e ambiente, percepiti come elementi concreti che incidono direttamente sulla qualità della vita quotidiana e rendendola più sostenibile. 

Lo studio ha individuato quindi i fattori reputazionali, raggruppati in cinque macro-ambiti: sicurezza, qualità ambientale, infrastrutture e servizi, valori economici, vivacità sociale. Tra i fattori chiave emergono in particolar modo salute e sicurezza (sotto la sufficienza in molte metropoli), pulizia urbana (soprattutto critica al Sud), accessibilità e qualità delle infrastrutture. La ricerca suggerisce di bilanciare e rendere sinergici obiettivi e interventi in materia di ambiente, inclusione sociale e qualità della vita con innovazione, economia e infrastrutture; affrontare il gap reputazionale, tra la percezione di coloro che vivono la città, abitualmente o temporaneamente, e l’immagine proiettata verso l’esterno; investire in narrazioni territoriali differenziate, che valorizzino le eccellenze locali senza omologare le identità urbane.

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Foto di copertina: Piazza Duomo ritratta da Filippo Romano, durante il Lockdown del 2020

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