sciopero generale 3 ottobre 2025

Italia

Sciopero generale del 3 ottobre, l’Italia si ferma per Gaza

Il 3 ottobre 2025 è stato proclamato uno sciopero generale nazionale da SI-Cobas, USB e CGIL, in risposta all’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte della marina israeliana. Coinvolti tutti i settori pubblici e privati, in primis trasporti, scuola e sanità

2 Ottobre 2025

La protesta è stata proclamata inizialmente dal SI Cobas, e ha raccolto l’adesione di altre sigle sindacali, tra cui USB e, con un intervento deciso dopo l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte della marina israeliana, anche la CGIL. L’evento ha provocato forte indignazione in tutto il Paese, spingendo i sindacati ad agire “contro il genocidio in atto a Gaza e in difesa dei principi costituzionali”.

Le categorie coinvolte e gli orari dello sciopero

La Confederazione CGIL ha proclamato lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati, per l’intera giornata del 3 ottobre 2025, ai sensi dell’art. 2, comma 7, della legge n.146/90.

  • Per il personale delle attività ferroviarie, lo sciopero inizia alle ore 21:00 del 2 ottobre 2025 e si conclude alle 20:59 del 3 ottobre. Coinvolte le aziende FS, Trenitalia, Trenord, Trenitalia Tper.

  • Per il personale delle autostrade, l’astensione dal lavoro comincia alle ore 22:00 del 2 ottobre.

  • Per i Vigili del fuoco, lo sciopero sarà di 4 ore senza decurtazione: dalle 09:00 alle 13:00 per il personale turnista, per l’intera giornata per quello giornaliero e amministrativo.

  • Nella Sanità, lo sciopero si articolerà da inizio del primo turno del 3 ottobre fino alla fine dell’ultimo turno.

  • Le prestazioni indispensabili saranno garantite, come previsto dalle regolamentazioni di settore.

Le motivazioni dello sciopero generale

Il 3 ottobre rappresenta una tappa importante di un percorso iniziato mesi fa. La mobilitazione è «in continuità con lo sciopero generale del 22 settembre e con i quattro scioperi precedenti da noi organizzati a sostegno della resistenza palestinese! Per la fine del genocidio a Gaza», come si legge nel manifesto pubblicato da SI Cobas.

L’elemento scatenante della giornata del 3 ottobre è stato l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte della marina israeliana. Le navi civili, che trasportavano tra gli altri anche cittadini italiani, sono state intercettate in acque internazionali. La CGIL, attraverso il suo segretario generale Maurizio Landini, ha denunciato con forza: «L’aggressione contro navi civili rappresenta un fatto di gravità estrema. Non è solo un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque internazionali, violando i nostri principi costituzionali».

Anche USB ha rilanciato la mobilitazione con un messaggio diretto: «Aggredita la Global Sumud Flotilla, il 3 ottobre sciopero generale. Israele attacca il diritto internazionale. Ora è il momento di bloccare tutto».

Lo sciopero vuole essere una risposta alla disumanità della guerra, ma anche una denuncia verso l’inerzia dell’Unione Europea e dei governi occidentali, accusati di non aver fermato l’azione di sterminio e annientamento della popolazione civile a Gaza.

La CGIL ricorda le cause profonde:

  • Il 7 ottobre 2023, Hamas ha scatenato un attacco che ha causato 1.200 morti e 250 ostaggi. Un crimine qualificato come crimine contro l’umanità dalla Corte penale internazionale.

  • Ma la reazione del governo israeliano è stata sproporzionata e distruttiva: oltre 50.000 vittime palestinesi, due milioni di sfollati, interi quartieri rasi al suolo, civili affamati, senza accesso a cure mediche o acqua potabile.

  • Il blocco di Gaza e i bombardamenti sistematici sono definiti crimini di guerra, secondo lo Statuto della Corte penale internazionale.

La missione della Flotilla si colloca, secondo i promotori, «nel quadro umanitario delle Convenzioni di Ginevra e del diritto internazionale del mare», con l’obiettivo di rompere il silenzio e scuotere le coscienze.

L’attacco alle navi civili del 1° ottobre viene visto anche come un attentato all’ordine costituzionale italiano:

«La nostra Costituzione lo afferma con chiarezza. L’articolo 10 adegua l’ordinamento italiano alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, vincolando tutti gli Stati a obblighi reciproci. Questo principio è stato calpestato».

Il contesto sociale e politico

Lo sciopero del 3 ottobre non nasce solo da una spinta sindacale. È anche la manifestazione di un ampio fronte sociale e generazionale: studenti, docenti, collettivi, associazioni e movimenti sono in piazza in decine di città italiane, con occupazioni nelle scuole e negli atenei, blocchi stradali, cortei, sit-in e assemblee pubbliche.

La mobilitazione è nazionale e trasversale: da Torino a Napoli, passando per Milano, Bologna, Firenze e Roma, la parola d’ordine è una sola: “Blocchiamo tutto!”. Il 4 ottobre, a Roma, si terrà un corteo nazionale con una partecipazione massiccia del mondo studentesco e giovanile. a

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