Piazza Garibaldi (RC) come Largo Argentina? Entro metà ottobre al via gli scavi

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4 Settembre 2022

Un mese, un mese e mezzo massimo: ieri sera, 3 settembre 2022, il sovrintendente “Archeologia, Belle Arti e Paesaggio” della Città Metropolitana di Reggio Calabria e sovrintendente regionale ad interim, Fabrizio Sudano, ha dato un nuovo orizzonte temporale agli scavi archeologici su Piazza Garibaldi.

L’incontro promosso dalla sezione reggina del Touring Club Italiano sulla terrazza del Museo Archeologico Nazionale è stato l’occasione per ripercorrere passato, presente e futuro dell’area: «La speranza è di avere un’area archeologica ampia, che presenti la città a chi arriva dalla stazione» ha dichiarato Sudano. Un’area archeologica all’aperto, sul modello di Largo di Torre Argentina a Roma. A sei anni dal ritrovamento del podio romano, e dopo lo stop del cantiere annunciato a maggio, sarà la volta buona?

piazza Garibaldi - Reggio Calabria

Piazza Garibaldi – Foto: Google Maps street

La piazza più grande di Reggio Calabria, oggi usata come parcheggio e terminal bus, si trova davanti alla stazione centrale e rientra nel centro storico cittadino: nei pressi della stazione sorgeva infatti punta Calamizzi, il primo porto di Reggio, costruito alla foce dell’antico fiume Apsias dove, secondo lo storico ateniese Tucidide, i coloni calcidesi fondarono Rhegion, nell’VIII secolo a.C. Punta Calamizzi è sprofondata nel 1562, a seguito di una deviazione del corso del fiume per la costruzione del Fortino a Mare, i cui resti sono stati trovati nell’attuale zona del Tempietto, a 400 metri a nord della piazza. E l’antico fiume Apsias è diventato la fiumara Calopinace, il cui argine destro è a un chilometro circa a sud.

Chi oggi arriva in città col treno ed esce dalla stazione si trova davanti una strada trafficata, le terga della statua al centro della piazza che raffigura l’eroe dei due mondi e parcheggi tutt’intorno. Forse è per questo che già una delibera comunale del 1997 trattava di parcheggi sotterranei nell’area.

Diciannove anni dopo, nell’aprile 2016, durante i saggi archeologici di verifica di compatibilità di un progetto di parcheggio sotterraneo multipiano, già aggiudicato con un finanziamento di oltre dieci milioni di euro, la sorpresa: a pochi metri di profondità è emersa una struttura architettonica perfettamente conservata, identificata come un podio di età romana imperiale.  Ma a quale edificio apparteneva?

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Il podio romano trovato a piazza Garibaldi durante i saggi del 2016.

Attorno al quadrato quindici metri per quindici nell’angolo nord-est della piazza si è quindi scatenata la curiosità dei cittadini, alimentata dalla copertura dello scavo con le paratìe arancioni e le scritte “Lavori in corso”: in tanti sono passati a fare uno scatto con il cellulare dai buchi della rete, hanno partecipato per settimane alle congetture on e offline, hanno seguito con trepidazione l’apertura degli altri due saggi e sperato che il sottosuolo restituisse altri tesori.

L’entusiasmo si è trasformato presto in delusione quando, finiti gli accertamenti, i saggi archeologici sono stati esposti a incuria e degrado, fino alla copertura definitiva del podio nel luglio 2018.

 

Il podio romano coperto da rifiuti – Immagine proiettata durante l’incontro del 3 settembre 2022 al MArRC

Il nuovo cantiere, dell’importo di 1.400.000 euro, è stato approvato con la delibera di Giunta Municipale n.225 del 28.10.2019. Il finanziamento della “Messa in sicurezza degli scavi di piazza Garibaldi 1° stralcio – Valorizzazione e fruizione resti archeologici”, previsto con i fondi del Decreto Reggio, poi è stato inserito nell’ambito dei fondi “Patto di Sviluppo per la Città Metropolitana”, gli ex “Patti per il Sud”. I dettagli nel Decreto del Sindaco Metropolitano ff. n.50 del 16.12.2021. La cronistoria burocratica del nuovo cantiere si può seguire dalla delibera di aggiudicazione definitiva dei lavori, consultabile sul portale Trasparenza del Comune di Reggio Calabria.

La gara d’appalto, indetta nel 2020, si è infatti conclusa ad aprile 2022: lo scavo archeologico sarà effettuato dall’impresa Samoa Restauri srl, che ha già operato nell’area archeologica di Valesia Torchiarola (Br), nel Teatro Romano di Neapolis (Na), nel Termopolio di Vetus Placidus e nella Villa San Marco di Pompei (Na).

L’avvio del cantiere, annunciato per il 17 maggio scorso, è stato annullato per l’impossibilità di spostare l’edicola della piazza: non si trovano i materiali per la nuova struttura e il dehor previsti dal progetto, come specificato ieri sera dal Sovrintendente Sudano. L’edicola sembra essere al centro dell’edificio cui appartiene il podio romano.

L’intervento prevede un cantiere «abbastanza aperto» ha assicurato il Sovrintendente. «Non si potrà entrare dentro ma si potrà guardare, abbiamo previsto anche dei video da proiettare dentro la stazione per far capire cosa facciamo, dei percorsi didattici per le scuole: vogliamo dare un segnale di apertura. Sarà uno scavo diverso, mi prendo io la responsabilità totale» ha promesso «Perché le operazioni di scavo saranno guidate dalla Sovrintendenza».

La dimensione dello scavo in estensione riguarderà tutta la via Aspromonte e metà della piazza. La previsione di Sudano è di una durata di sei-sette mesi, dodici in caso di particolari piogge o contrattempi. «Ho detto al Comune più volte che nel frattempo occorre trovare il triplo dei finanziamenti attuali per sistemare la piazza» ha sottolineato «Non possiamo abbandonare lo scavo come prima, e il Comune sta rispondendo bene».

Il cantiere di piazza Garibaldi ridisegnerà non solo la piazza ma probabilmente anche la storia cittadina. Dal punto di vista architettonico, sono due le idee progettuali di riqualificazione esposte ieri sera da Sudano sulla terrazza del Museo Archeologico Nazionale: la proposta della Sovrintendenza punta a incanalare il traffico stradale in un sottopasso, così da rendere l’area antistante la stazione completamente pedonale. Non mancano panchine, alberature, spazi per i pullman, parcheggi e una chicca: la scoperta, dagli archivi, di un tunnel sotto la stazione attuale, che porta fino al sottopasso dei binari e che potrebbe collegare direttamente la piazza anche attraverso un ascensore.

L’altra proposta, elaborata nel 2019 in occasione di una tesi di laurea in Architettura con la supervisione della prof.ssa Francesca Martorano e dello stesso Sudano, prevede un camminamento tutto in piano fino alla futura area archeologica. I dettagli delle due proposte sono visualizzabili nel video.

 

Ma il volto futuro della piazza dipenderà dalle testimonianze del passato. Che, mai come in questo caso, non finisce di stupire.

TAG: Archeologia, beni culturali, fabrizio sudano
CAT: Beni culturali

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