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Bioetica

O si è liberi sempre o non si è liberi mai

di Francesco Francio Mazza
27 Febbraio 2017

O si e’ liberi sempre o non si e’ liberi mai.
Lo sapeva Marco Pannella, che infatti ha fondato l’unico partito veramente libero che sia esistito in Italia dal dopo-Guerra in poi. Lui era sempre dalla parte della libertà, si trattasse di divorzio, aborto, eutanasia, gay, legalizzazione, ergastolo, satira eccetera eccetera.
Oggi le masse italiche, quella “ggente” meravigliosamente rappresentata dal Vito Catozzo del Drive In si sta strappando i capelli contro “la politica” che non garantisce “il diritto a scegliere di morire”. Tra questi nuovi paladini della libertà’ troviamo, per esempio, i giornalisti del Corriere della Sera – lo stesso giornale che ha appena finito di scrivere per la centesima volta in una settimana che se tuo figlio si fa le canne – ovvero compie un gesto perfettamente legale in buona parte degli Stati Uniti – e’ un disagiato e tutto sommato chiamare gli sbirri non e’ sbagliato. Oppure troviamo quelli che fino a ieri auguravano la morte a Charlie Hebdo per una vignetta, quelli che “non ho niente contro gli immigrati ma vanno aiutati a casa loro” nonostante casa loro sia stata distrutta da anni, quelli che “in galera e gettiamo la chiave anzi ci vorrebbe la pena di morte“, quelli che applaudono quando invece di chiamare la polizia perché due donne rubano le chiudi in una gabbia per divertimento, eccetera eccetera.
Quelli che – insomma – votano e sostengono da decenni una classe politica reazionaria che più reazionaria non si puo’ perché a loro va bene, perche’ da essa sono tutelati nei loro piccoli privilegi corporativi, nella loro piccola visione del mondo basata su pregiudizi di trent’anni fa, che spesso inizia davanti alla TV e finisce alla macchinetta del caffe’.
E poi, tutto d’un tratto, tra l’indignazione perché Bastianich e’ stato troppo duro con la zuppa al farro del Maurizio e quella perché Albano e’ stato eliminato troppo presto hanno il coraggio di sostituirsi al Premier, al Papa, a Dio, e in 140 caratteri legiferano sulla Vita e sulla Morte come fossero depositari di una Ragione Ultraterrena, pretendendo che quella classe politica di mummie, paraculi e corrotti da loro sostenuta dal secondo Dopo-Guerra in avanti approvi di punto in bianco una legge su una materia simile.

Si mettono alla berlina “gli ultracattolici”: ma il problema non sono gli ultra-cattolici – che non contano nulla, basta vedere le (meritate) pernacchie che si prende Adinolfi  qualunque cosa dica – il problema siete voi, voi che siete terrorizzati dalla libertà – dall’estraneo, dal giovane, dal diverso – come da nessun’altra cosa al mondo e che fate di tutto, di tutto, per limitarla di continuo. Della libertà – con l’unica eccezione dei Radicali, che infatti politicamente non contano quasi nulla – in Italia non importa niente a nessuno: non attira voti, non attira investimenti, non attira simpatie. Non serve a nulla, se non a venire strumentalizzata di punto in bianco, diventando l’odierno manganello con cui, al grido di “PORCO IL MONDO CHE C’HO SOTTO I PIEDI”, tirar la quotidiana dose di mazzate virtuali in giro prima di andarsene a cena, pronti per una nuova indignazione, in modo da essere certi che anche stavolta la situazione sia grave ma non seria, e anche oggi non cambi nulla.

Il problema non e’ solo che moriremo democristiani. Il problema e’ che a ucciderci sara’ Vito Catozzo.

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