I Mondiali a Natale. Il calcio si piega agli interessi di Blatter
Quello che si temeva (e di fatto si sapeva) da molto tempo, oggi è pressoché ufficiale: nel 2022, per la prima volta nella storia, la coppa del mondo di calcio si giocherà in inverno. Presumibilmente tra novembre e dicembre, in modo da non creare sovrapposizioni con le successive Olimpiadi invernali.
La proposta sarà discussa nella prossima riunione del Comitato esecutivo, che si terrà a Zurigo il 19 e 20 marzo, ma – come ha spiegato il presidente della Federazione asiatica Salman Ebrahim bin Khalifa – ha già il sostegno di tutte le federazioni continentali, e deve solo essere formalizzata.
La domanda è perché si sia arrivati a prendere una decisione che contrasta contro ogni logica, e per far contento chi.
Per giocare in inverno bisognerà stravolgere il calendario di 50 campionati di tutto il mondo, prevedendo una lunga pausa invernale, che tra preparazione e competizione vera e propria non sarà inferiore ai due mesi. Prevedibilmente i campionati nazionali si fermeranno a ottobre per poi riprendere con l’anno nuovo.
Inoltre a risentirne sarà la stessa edizione del Mondiale, che come fatto intendere dalla stessa Fifa sarà per forza di cose “ridotta”.
A tutto ciò vanno aggiunte le polemiche che hanno seguito l’assegnazione al Qatar.
Dal 2010 a oggi media europei hanno a lungo attaccato la Fifa dando risalto alle voci di corruzione dei giurati, da cui sarebbe saltata fuori anche l’assegnazione del 2018 (alla Russia). Al Qatar in particolare è stata mossa l’accusa di aver pagato circa 4 milioni di euro in tangenti per convincere i delegati. Una commissione di inchiesta guidata dall’avvocato Michael Garcia ha tuttavia archiviato il caso, per non avere riscontrato illeciti.
Nel frattempo le organizzazioni per i diritti umani continuano a denunciare le condizioni schiavistiche in cui versano i lavoratori immigrati impiegati nell’emirato per la realizzazione degli stadi e delle altre infrastrutture necessarie per la Coppa del Mondo. Secondo una stima recente, il numero di morti sul lavoro in Qatar da qui al 2022 potrebbe arrivare a toccare le 4 mila unità.
Chi non ha mostrato finora esitazioni è Joseph Blatter. Il padrone della Fifa, che a maggio cercherà la riconferma per il quinto mandato, continua a rappresentare l’appuntamento del 2022 come un’opportunità per l’ulteriore sviluppo del calcio a livello globale.
Come rispose nel 2010 a chi gli contestava la scelta: “Andremo per la prima volta in Medio Oriente , nel mondo arabo, nel mondo islamico. Questo rappresenta uno sviluppo per il calcio, e non ha niente a che fare con i soldi”. E se lo dice lui non si vede il motivo per dubitarne.
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