Vialli: la dignità nel dolore e l’amore per la vita

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6 Gennaio 2023

«Cosa scegliere tra il dolore ed il nulla?», famosa battuta di Jean Paul Belmondo in un film di Godard (Fino all’ultimo respiro).

Ma quando l’alternativa non pone l’opzione della volontà, perché il decreto del fato decide per noi, vale solo il coraggio di osare, di mettercela tutta, di cercare di stravolgere il tessuto ed il percorso assegnato dalle moire che avvolgono e tagliano il filo della vita.
Vialli, campione assoluto nello sport, ha combattuto coriacemente, si è armato del prezioso ottimismo della volontà, ma non ce l’ha fatta.
In questi momenti non vale quanto diceva Pico della Mirandola,secondo cui l’uomo è fabbro del proprio destino, perché la fortuna non gira nella traiettoria giusta.
Ma per il tempo in cui siamo sani, forti e vigorosi, come ha insegnato Vialli, la vita va vissuta nella sua totale interezza, andando oltre il grigiore, il tedio, la vacuità dell’esistere, sollevandosi al divino, attuando in sé, ancora mortale, la congiunzione del finito e dell’infinito (Pico della Mirandola ‘Oratio de dignitate hominis”).

Di questa malattia avrei fatto volentieri a meno. Ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa. Sapevo che era duro e difficile, doverlo dire agli altri, alla mia famiglia.
Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia.
Ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla.
La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo.
Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire”, disse in un’intervista concessa ad Aldo Cazzullo de il “Corriere della Sera”(novembre 2018).

Ma Vialli, per la sua arte, è stato un goleador formidabile, ha dato la curvatura che voleva alla sua avventura.
Nietzsche ci insegna in “Ecce homo”: «la mia formula per giudicare della grandezza dell’uomo, è amor fati: cioè, non volere che le cose siano diverse, che non evadano né avanti, né indietro, per tutta l’eternità. Non soltanto sopportare il Necessario, e ancor meno nasconderlo,bensì amarlo». L’amor fati.
E Gianluca rimarrà nel nostro ricordo: perché è andato oltre il dozzinale d’accatto, a prescindere.

Ed ha scritto un gran finale: la dignità nel dolore.

TAG: amore per la vita, gianluca vialli, Giorni di malattia, malattia, sofferenza
CAT: calcio, costumi sociali

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