Kvara si accarezza

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21 Aprile 2023

Capita ai grandi campioni che nelle gare fondamentali non siano pronti oppure irrimediabilmente deludano. Ci si attende il gran colpo, la magia, l’affondo sperato, invece, arriva l’amarezza sottile e sorda di non essere decisivi.
Successe nella finale di Coppa del Mondo contro il Brasile nel 1994 a Roberto Baggio: ci accompagnò maestosamente per tutto il mondiale, ma nell’ultima partita venne meno e sbagliò il rigore più importante: perdemmo la Coppa.

Specularmente Kvara ha incantato in questo campionato: il georgiano, giovanissimo, ha due piedi vellutati, velocità, scatto, dribbling agilissimi, corsa resistente.
Gli esperti sostengono che ha margini di miglioramento e diventerà (ma già lo è) un campione che ci invidieranno e probabilmente ci sottrarranno.
Nella competizione della Champions League è stato il nostro idolo e se siamo arrivati ai quarti e per le sue divinazioni, incanti che sul campo ha dimostrato con classe pura di possedere.
Con il Milan, al Maradona nel primo tempo ed anche nel secondo dopo fantastici dribbling, non ha indovinato la porta.
Ma vi è di più: ha sbagliato il rigore che avrebbe potuto rimettere tutto in gioco, l’intera partita.

Il Napoli ha dominato: il Milan agilmente, solo con contropiedi micidiali, ha violato la porta di Meret.
E Kvara ha pianto, si è accasciato sul campo da gioco alla fine del match, ha implorato pietà e comprensione e si è scusato come un bimbo dolcissimo con i tifosi. Gli è caduto il mondo addosso.
È di una mitezza intensa, di cuore, ha il volto come San Francesco con quella barba poco curata, ha lineamenti semplici, anima candida, pura, di atleta formidabile, impeccabile.
Non è sfrontato, sbruffone, gradasso e sente l’adorazione dei tifosi, di essere diventato un idolo, addirittura comparato al Pibe de oro.
È correttissimo, non c’è furbizia nel suo dignitoso comportamento di giocatore d’altri tempi.

La fantasia è sua; lui è un poeta al cospetto di avversari palestrati che alle sue delizie devono inchinarsi e genuflettersi.
Le lacrime di Kvara sono bellissime, calde, sgorgano da una coscienza che non dà infingimenti, ipocrisie d’accatto. Quella di Kvara profuma di un odore paragonabile al bucato antico.
Perciò gli dobbiamo ancora voler bene, coccolarlo, tenerlo nella bambagia, perché è tenerissimo e la sua sontuosa dolcezza è la stilla pregiata della sua classe.

Kvara si accarezza.

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