Tortola, eterna isola dei pirati

4 Febbraio 2023

Volete essere alla moda? Volete nascondere i vostri risparmi insieme a quelli degli uomini più potenti della terra? Volete un posto esotico, vista sul mare, pieno di sole? Allora andate a Tortola, nelle Isole Vergini, e troverete il paradiso fiscale più trafficato del pianeta.

Una premessa: i paradisi fiscali esistono fin dagli anni Trenta. Tuttavia, con la globalizzazione dell’economia, questi nascondigli stanno diventando una delle principali preoccupazioni delle politiche fiscali ed economiche: aumenta il numero delle truffe, la digitalizzazione rende più opaco il legame tra una giurisdizione e il flusso di denaro. La maggior parte dei paradisi fiscali si trova concentrata in piccoli arcipelaghi. Le Isole Vergini britanniche (BVI), in particolare, sono una delle destinazioni preferite dalla criminalità organizzata, e non solo per nascondere l’evasione fiscale[1].

Le circa 60 isole e isolette, di cui 16 abitate, si trovano nei Caraibi orientali, a est di Porto Rico e a nord-est delle Isole Vergini americane[2]. Sono un territorio d’oltremare del Regno Unito dotato di una sovranità limitata[3]. Tortola, la più grande delle isole abitate, ospita più di tre quarti della sua popolazione[4]. Qui fanno affari tutti, dai funzionari cinesi agli oligarchi russi, dalle grandi aziende occidentali agli hedge fund che cercano tasse più basse e segretezza. I paradisi fiscali britannici sono responsabili del 29% dei 245 miliardi di dollari di tasse che il mondo perde a causa dell’occultamento dei profitti.

Tax Justice Network classifica BVI, le Isole Cayman e le Bermuda come i tre principali promotori di abusi fiscali del pianeta[5]. Con la crisi finanziaria del 2007, però, i bei tempi sono finiti. Le nazioni ricche ora esercitano pressioni diplomatiche. Le ONG, furiose per il furto di centinaia di miliardi di sterline dai paesi poveri, li hanno denunciati alla stampa, e quanto era di più segreto, lentamente, trapela: SwissLeaks, I file HSBC, i Panama Papers, i Paradise Papers, tutto ciò ha consolidato la percezione pubblica che i centri finanziari offshore esistano per aiutare i potenti a eludere i loro obblighi nei confronti del resto di noi umani, e i governi devono almeno fare finta di punirli. Nel maggio del 2022 il governo britannico ha votato per imporre la trasparenza sulle sue isole caraibiche: un colpo doloroso per i paradisi offshore[6].

Storia delle Isole Vergini

Le minuscole, ma potenti, Isole Vergini Britanniche[7]

La storia e la cultura delle Isole Vergini è una sola, e riunisce la parte britannica e quella americana. Sebbene BVI sia parte del Commonwealth, l’influenza di Washington è molto forte, dalla popolarità del basket alla valuta ufficiale, il dollaro degli Stati Uniti. Le Isole sono state abitate dal 1500 a.C., ma i primi residenti ufficialmente documentati sono gli Arawak, che arrivano dal Sudamerica in enormi canoe, sbarcando su St. Croix tra il 50 e il 650 d.C.[8]. I bellicosi Caribs, una tribù delle Piccole Antille, combattono e allontanano gli Arawak durante il XV secolo. Da loro prende il nome il Mar dei Caraibi[9]. Non molto tempo dopo, nel 1493, Cristoforo Colombo scopre le Isole Vergini durante il suo secondo viaggio nelle Americhe[10].

Colombo chiama le isole Santa Ursula y las Once Mil Virgenes (“Sant’Orsola e le undicimila vergini”)[11]. Il nome deriva dal numero di isole incontaminate che gli ricorda la leggenda di Sant’Orsola. L’esuberante principessa europea vissuta nel IV secolo, con le 11’000 vergini che formano il suo esercito, vengono violentate e uccise da un principe unno e dai suoi scagnozzi[12]. Nel 1555 l’imperatore del Sacro Romano Impero asburgico Carlo V invia una flotta spagnola per rivendicare le isole. Nel 1596 la maggior parte dei Caribs fugge o viene uccisa[13].

I conquistatori utilizzano le isole come basi per la pesca[14], e sono gli olandesi a stabilire il primo insediamento permanente, durante la metà del 1600[15]. La Compagnia Olandese delle Indie Occidentali ritiene che le Isole Vergini abbiano un importante valore strategico, poiché si trovano approssimativamente a metà strada tra le colonie olandesi in Sudamerica (ora Suriname) e il più importante insediamento olandese in Nord America, New Amsterdam (New York)[16]. Durante il XVII secolo l’arcipelago si trasforma in un ritrovo per bucanieri e pirati. Uno dei più famigerati della storia, Barbanera, si stabilisce a Tortola[17], colonizzata nel 1648 dagli olandesi.

Gli abitanti guadagnano da vivere con il brigantaggio. Strategicamente importanti, le isole vengono contese con combattimenti dai francesi, spagnoli, olandesi e britannici. Nel 1672, allo scoppio della terza guerra anglo-olandese, l’Inghilterra prende il controllo delle Isole Vergini britanniche, da allora in poi ne mantiene il possesso[18]. Con il Trattato di Westminster del 1674, la guerra termina e vengono ripristinate le conquiste territoriali antecedenti. Il trattato conferisce agli olandesi il diritto sulle isole ma, essendo in guerra con i francesi, il timore di un loro attacco ne impedisce il ritorno.

Non verranno mai restituite agli olandesi. Gli inglesi, quindi, occupano l’isola con la pretesa di aver scoperto per primi Tortola[19]. I primi residenti inglesi sono i piantatori, ai quali viene concesso il governo civile delle isole nel 1773[20]. Nelle piantagioni la manodopera degli schiavi diviene fondamentale e la loro presenza cresce di anno in anno[21]. Con la distruzione di alcuni mulini per colpa degli uragani, e dopo la proibizione della schiavitù del 1834, crolla l’industria della canna da zucchero e del cotone[22].

Una peculiarità caraibica: le case colorate della Main Street di Road Town, a Tortola[23]

Gli schiavi liberati sono obbligati ad un apprendistato forzato, che dura quattro anni per gli schiavi domestici e sei anni per quelli dei campi. Sono obbligati a lavorare senza retribuzione per 45 ore alla settimana e non possono lasciare la residenza senza il permesso. Tuttavia, nel tempo alcuni riescono ad accumulare piccoli risparmi[24] ed acquistare le proprietà dei campi[25]. Nel 1872 l’arcipelago diviene parte dei possedimenti britannici delle Isole Sottovento[26]. Nel 1917 il governo degli Stati Uniti, preoccupato che i tedeschi usino alcune isole come basi, le acquista dai danesi per 25 milioni di dollari. Gran parte della popolazione, approva, felice per i promessi investimenti americani nell’istruzione e nella sanità[27].

Nascono così le U.S. Virgin Islands (USVI)[28]. Nel frattempo nelle Isole Vergini Britanniche comincia a farsi sentire l’insoddisfazione verso il governo inglese. L’effetto è contagioso: negli anni trenta la maggior parte dei cittadini dell’USVI è altrettanto delusa dagli Stati Uniti – gli attesi miglioramenti non ci sono stati e le isole sono diventate una base navale con il problema dei marinai indisciplinati. Grazie ad una visita del presidente Roosevelt, nel 1934, in breve tempo avvengono grandi miglioramenti alle infrastrutture.

Nel 1968 le isole ottengono una forma d’ indipendenza e il diritto di eleggere il proprio governo. L’USVI è territorio degli Stati Uniti ed ha un seggio al Congresso. Gli isolani sono cittadini statunitensi e pagano le tasse, ma non possono votare per il Presidente degli Stati Uniti[29]. Le due guerre mondiali del ‘900 distraggono dall’attenzione la Gran Bretagna. La popolazione delle BVI, nel 1949, ha un eroe, Theodolph H. Faulkner, un pescatore arrivato a Tortola con la moglie incinta. Con la sua oratoria dà inizio ad un movimento contro il governo. A capo di 1.500 abitanti marcia verso l’ufficio del Commissario con la richiesta di conoscere le leggi e le politiche presidenziali[30]. In seguito alle manifestazioni il Consiglio legislativo viene ripristinato dal governo britannico nel 1950 con una nuova costituzione, in parte eletto e in parte nominato[31].

Nel 1953 viene emanato l’Hotel Aid Act per rilanciare la nascente industria del turismo. Fino al 1958 il Territorio ha solo 12 miglia di strade asfaltate, nel decennio successivo la rete viene notevolmente migliorata, collegando il West End all’East End di Tortola e unendo Tortola a Beef Island con un nuovo ponte. L’aeroporto di Beef Island (ribattezzato Terrance B. Lettsome) viene costruito poco dopo. Nel 1956 la Federazione delle Isole Sottovento viene abolita ed entra a far parte delle BVI. Geloso dei suoi poteri acquisiti, nel 1958 il Consiglio rifiuta di aderire alla nuova Federazione delle Indie Occidentali[32], al fine di mantenere legami economici con le isole statunitensi[33]. Una mossa che in seguito sarà cruciale nello sviluppo della finanza offshore.

Dal 1960 BVI ha un vero governo nazionale. Un processo che porta a farle diventare territorio autonomo nel 1967, con il Primo Ministro Lavity Stoutt[34]. Gli anni ’60 segnano la rinascita del turismo, quando Laurence Rockefeller[35], filantropo ed ecologista, costruisce il primo resort di lusso del territorio e l’US Virgin Islands National Park[36]. Nel 1977 e nel 1994 la costituzione viene modificata verso l’indipendenza: il British Overseas Territory Act del 2002 cambia lo status della colonia in quello di territorio d’oltremare e concede la cittadinanza britannica alla popolazione. Una nuova costituzione promulgata nel 2007 porta un maggiore autogoverno alle isole[37]. Oggi, quasi la metà del reddito nazionale delle Isole Vergini britanniche proviene dal turismo e i suoi residenti sono tra i più ricchi di tutti i Caraibi[38].

Storia del paradiso fiscale

Nel 2017 le BVI sono responsabili di perdite fiscali mondiali per 37,5 miliardi di dollari[39]

Le Isole esportano rum e frutta. Centinaia di migliaia di turisti sbarcano ogni anno dagli yacht privati e dalle navi da crociera per crogiolarsi sulle spiagge di sabbia bianca[40]. Entrando nella minuscola capitale Road Town si notano il porto turistico e il terminal per le navi da crociera. Gli uffici si trovano in modesti edifici bassi, molti dei quali ospitano negozi sulla strada. Impossibile notare la gigantesca industria finanziaria[41] offshore da cui arrivano più della metà delle entrate del governo[42].

Le 373’000 società registrate nelle BVI amministrano una fetta rilevante della ricchezza globale. Il Fondo Monetario Internazionale stima la ricchezza di Tortola tra gli 8,7 e i 36 miliardi di dollari – una forbice che dimostra quanto poco si sappia di certo. La facilità del processo di costituzione di una società alle BVI, insieme alla garanzia di privacy, rende popolare questo paradiso[43]. Non ci sono banche famose, ma è la presenza di società offshore che porta i soldi[44]. Non ci sono terreni fertili per l’agricoltura. La pista dell’aeroporto principale è troppo corta, il che esclude il turismo di massa. Negli anni ‘80, per rendersi competitivi, il governo punta su un mix di servizi finanziari e viaggi di lusso, proponendosi come “capitale mondiale dello yachting”.

Nel 1984 viene adottato l’International Business Companies Act[45]. L’economia delle isole decolla, soprattutto dopo l’invasione di Panama da parte degli Stati Uniti, nel 1990, per cui molti capitali in fuga da Hong-Kong e da Panama vengono a Tortola[46]. Nel 2004, la riformulazione del modello di servizi finanziari porta all’adozione dell’International Business Companies Act[47], fondendo le attività finanziarie “offshore” e quelle locali[48]. Le tasse di registrazione forniscono entrate crescenti per il governo, che stipula contratti con ricchi avvocati, consulenti e contabili di tutto il mondo.

Le isole prosperano, e le autorità di regolamentazione internazionali iniziano a preoccuparsi. Allarmate per la perdita di gettito fiscale, inaspriscono le regole, e le BVI sono costrette a modificare le proprie norme fiscali e societarie. Nel 2016, la pubblicazione dei Panama Papers segna una svolta nell’atteggiamento dell’opinione pubblica. Milioni di file trapelati dallo studio legale Mossack y Fonseca rivelano informazioni su 214’000 entità offshore, più della metà delle quali si trovavano nelle BVI[49]. L’anno successivo, le BVI introducono il BOSS Act[50], un sistema informatico che richiede agli agenti di presentare i nomi dei beneficiari effettivi nei registri di tutte le società offshore[51]. Ma il governo Fahie è stato riluttante a introdurlo[52].

Nascono una miriade di siti web che pubblicizzano i servizi finanziari delle BVI. Secondo il rapporto 2017 di Capital Economics, il 42% dei proprietari effettivi delle società BVI proviene dall’Asia, il 18% dall’America Latina, il 10% dal Regno Unito, l’8% dall’UE e il 7% da Stati Uniti e Canada. I russi rappresentano il 3%[53]. Le Isole Vergini britanniche amministrano 1500 miliardi di dollari di asset investiti in tutto il mondo[54], che si traducono in 2,2 milioni di posti di lavoro e 15 miliardi di dollari di entrate fiscali[55].

Gli yachts dei milionari a Paraquita Bay, Tortola, British Virgin Islands[56]

All’inizio Londra incoraggia questo sviluppo, così come ha fatto con l’Isola di Man, Jersey e le isole Guernsey – di modo da pagare meno aiuti[57]. Nelle BVI non è importante la segretezza, ma la tassazione allo zero percento: nessuna imposta sulle plusvalenze, imposta sulle donazioni, imposta di successione, imposta sulle vendite o imposta sul valore aggiunto[58]. Questo consente di evadere le tasse altrove. I paesi più ricchi, che stabiliscono gli standard fiscali globali, sono in realtà responsabili della maggior parte degli abusi fiscali del mondo. Il Corporate Tax Haven Index 2021, che classifica i paesi “più complici nell’aiutare le multinazionali a pagare meno tasse”, punta il dito su sei giurisdizioni: BVI, Isole Cayman, Bermuda, Olanda, Svizzera e Lussemburgo[59].

Con la ricchezza arriva la corruzione

I documenti dell’oligarca Alexei Mordashov e della moglie Marina Mordashova[60]

L’isola costa, anche perché è indifesa contro la forza della natura. Quando, nel 2017, l’uragano Irma ha colpito il territorio con venti di 220 miglia orarie, sono morte cinque persone e più dell’80% degli edifici è stato danneggiato[61]. Ed è nei lavori di ricostruzione che si scoprono i primi scandali. Dopo mesi di pettegolezzi, nel 2021, poco prima di lasciare il suo incarico di governatore, Augustus Jasper, con il sostegno del Foreign Office britannico, ordina l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente[62] diretta dal giudice britannico Sir Gary Hickinbottom[63].

Costui verifica la correttezza di tutti gli appalti governativi[64], e viene a conoscenza dello stato di degrado in cui versa l’arcipelago[65]. I casi eclatanti sono molti: 5 milioni di sterline spariti in una compagnia aerea inesistente[66]; lo sperpero per la costruzione di un muretto intorno ad una scuola costato quasi un milione di sterline; altre decine di milioni per un ospedale e un molo per navi da crociera[67]; un fondo di 40 milioni di dollari che doveva servire per le famiglie alle prese con Covid, in realtà distribuito tra i politici locali[68]. Ma non è solo il servizio pubblico a delinquere, è la criminalità organizzata a preoccupare i cittadini: nel novembre del 2020, nella casa di un ufficiale di polizia vengono trovate oltre 3,6 tonnellate di cocaina[69], con un valore di mercato di 250 milioni di dollari[70], superiore al PIL annuale delle BVI. È il segnale che qualcosa non funziona, ed è diventato parte del sistema.

Vengono individuate 1201 società coinvolte in 237 casi di corruzione e riciclaggio di denaro – di queste, 1107 (92%) sono registrate nelle BVI[71]. Il primo ministro Andrew Fahie dichiara: “È deplorevole che l’ex governatore abbia fatto alcune accuse infondate nei confronti delle isole che possono danneggiare la nostra reputazione. (…) Chiediamo all’ex governatore di scusarsi”[72]. Una bugia, e lo sanno tutti.

Fin dal 2014, grazie all’inchiesta giornalistica Offshore Leaks, si scopre che la figlia maggiore del defunto dittatore filippino, Ferdinand Marcos, è beneficiaria di un fondo da 5 miliardi di dollari che suo padre ha accumulato attraverso la corruzione[73]. PricewaterhouseCoopers, UBS e altre banche e società di revisione occidentali svolgono un ruolo chiave come intermediari nell’aiutare i clienti cinesi a creare trust e società nelle BVI, nelle Samoa e in altri centri offshore. Il gigante finanziario svizzero Credit Suisse aiuta il figlio dell’ex primo ministro Wen Jiabao a creare la propria società alle BVI[74].

I documenti includono i dettagli di una società delle BVI posseduta al 50% dal cognato del presidente Xi, Deng Jiagui[75]. Il figlio di Wen Jiabao, Wen Yunsong, ha creato una società registrata alle BVI, la Trend Gold Consultants, con l’aiuto dell’ufficio di Hong Kong del Credit Suisse nel 2006[76]. I file scoperti fanno luce anche sul ruolo delle BVI in uno scandalo che coinvolge la figlia di Wen Jiabao, Wen Ruchun, nota anche come Lily Chang[77]. Il New York Times riporta che JPMorgan Chase & Co. ha pagato a un’azienda da lei gestita, la Fullmark Consultants, 1,8 milioni di dollari in commissioni di consulenza[78] Suo marito Liu Chunhang, ex guru della finanza di Morgan Stanley, ha creato Fullmark Consultants nelle BVI nel 2004 ed è stato l’unico amministratore e azionista della società fino al 2006, lo stesso anno in cui ha accettato un incarico governativo presso l’agenzia che regola il settore bancario cinese. Liu Chunhang ha trasferito il controllo della società a un’amica della famiglia Wen, Zhang Yuhong, una ricca donna d’affari e collega del fratello di Wen Jiabao. Il Times ha riferito che Zhang ha contribuito anche al controllo di altri beni della famiglia Wen, tra cui imprese di diamanti e gioielli[79].

Il grafico con gli intrecci tra la JPMorgan e la famiglia Wen[80]

Nel 2015 l’indagine Swissleaks dimostra che la HSBC Private Bank in Svizzera aiuta i clienti a costituire società di comodo a Panama e nelle BVI al fine di evitare alcune imposte europee, soprattutto la Direttiva UE sul Risparmio, una ritenuta alla fonte introdotta nel 2005. HSBC avrebbe nascosto, solo per i clienti francesi, oltre 5,7 miliardi di euro nei paradisi fiscali. Molti di quelli con conti bancari svizzeri hanno protetto ulteriormente la propria identità usando il nome di una società delle BVI invece che il proprio[81] . Tortola è la giurisdizione scelta dai clienti dello studio legale Mossack y Fonseca di Panama, cui le isole hanno concesso la licenza pur sapendo che non rispetta gli obblighi legali[82].

Mossack y Fonseca ha creato più di 113’000 società nelle BVI, superando la cifra registrata a Panama[83]. Tra i clienti ci sono l’ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko, Alaa Mubarak (figlio dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak) e Gennady Timchenko, sotto sanzioni per aver fornito sostegno finanziario a Vladimir Putin[84]. Le BVI sono sotto i riflettori anche nel 2017 quando vengono divulgati milioni di documenti dello studio legale Appleby (i cosiddetti Paradise Papers), che collegano lo studio al riciclaggio di denaro sporco ed al finanziamento del terrorismo[85].

Il “registro delle persone politicamente esposte” dei Paradise Papers contiene più di 150 politici e imprenditori di tutto il mondo, comprese Cina, Russia e Grecia[86]. Nel 2018 il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti dichiara che le società delle BVI sono state utilizzate anche dalla Corea del Nord per aggirare le sanzioni[87]. Nel 2020 le BVI sono protagoniste nelle fughe di notizie di “FinCen Files”, in cui 2000 miliardi di dollari di denaro sporco scorrono liberamente attraverso le principali banche internazionali. Lo scandalo coinvolge più di 2500 documenti trapelati che le banche hanno inviato al Financial Crimes Enforcement Network (FinCen) tra il 2000 e il 2017[88].

In questo caso, almeno il 20% dei rapporti contiene un cliente con un indirizzo nelle BVI[89]. Alcune delle banche internazionali citate nello scandalo sono la Barclays Bank di Londra, la Deutsche Bank e la Bank of New York Mellon[90]. In molti casi, le banche operano transazioni ma nemmeno conoscono i titolari di questi conti. Tra di esse, una società del Regno Unito, la NoviRex Sales, che afferma di essere nel business degli elettrodomestici: i proprietari dell’azienda sono due società delle BVI, proprietarie di altre migliaia di società nel Regno Unito. Si tratta cioè di una società fiduciaria che opera pagamenti per importi di centinaia di migliaia di dollari (magari per strani acquisti, come la biancheria intima) per clienti diversi, ma usando sempre lo stesso imbuto societario[91].

Sotto inchiesta: gli oligarchi ucraini Andriy Klyuyev, Viktor Yanukovych (in alto), Yulia Tymoshenko, Rinat Akhmetov (in alto), Serhiy Kurchenko, Yuriy Ivanyushchenko (in alto) e Ihor Kolomoisky[92]

La fuga di notizie da FinCen Files rivela anche che famosi oligarchi e politici ucraini hanno spostato denaro sporco, aiutati da banche internazionali. I documenti trapelati mostrano che Deutsche Bank ha trasferito 240 milioni di dollari da dicembre 2015 a maggio 2016 per una società di comodo registrata nelle BVI che è controllata da Ihor Kolomoisky e da un suo socio. Kolomoisky, potente oligarca ucraino ed ex socio del presidente Volodymyr Zelensky, viene controllato da anni dai servizi segreti ucraini ed americani: nel 2016 ha sottratto 5,5 miliardi di dollari dai conti dei clienti della sua PrivatBank, e quando la frode è stata scoperta, lo Stato ha nazionalizzato la banca[93].

Nel marzo del 2022, con le sanzioni imposte dall’Occidente in risposta alla guerra in Ucraina, molti magnati russi hanno dirottato i loro capitali all’estero. Le sanzioni imposte dall’UE e dal Regno Unito contro Aleksej Mordashov, uno degli industriali più ricchi del mondo, lo hanno costretto a dimettersi dal consiglio di amministrazione della TUI e a vendere la sua quota del 34%[94]. La TUI è il conglomerato tedesco che gestisce compagnie aeree, hotel e agenzie di viaggio nel mondo. Mordashov, la cui fortuna è stimata in 29 miliardi di dollari, è anche l’azionista di maggioranza e presidente di Severstal, una delle più grandi aziende siderurgiche del mondo, ed è indirettamente azionista di Rossiya Bank, descritta dal governo degli Stati Uniti come “la banca personale per alti funzionari della Federazione Russa”, inclusa la cerchia ristretta di Putin[95].

Nel 2014, la banca è stata inserita nella lista nera dagli Stati Uniti dopo l’annessione russa della Crimea. Unifirm, l’azionista di TUI, ha trasferito la sua partecipazione del 4,1% al conglomerato Severgroup di Mordashov. Allo stesso tempo, l’investitore russo ha trasferito la proprietà del suo gruppo Unifirm a una società delle Isole Vergini britanniche denominata Ondero, che è poi diventata azionista del 29,9% di TUI. La quota è valutata in circa 1,4 miliardi di dollari. La Ondero Ltd., è risultata di proprietà di un’altra entità delle Isole Vergini britanniche, la Ranel Assets Ltd., a sua volta proprietà di Marina Mordashova, la madre dei figli del magnate russo[96].

Per decenni l’identità del proprietario di decine di immobili nei quartieri più costosi di Londra è stata un segreto gelosamente custodito. Gli immobili, gestiti da una società di proprietà del fondo di investimento ADFG con sede ad Abu Dhabi, fanno parte di un impero immobiliare segreto da 5,5 miliardi di sterline di uno dei capi di stato più ricchi del mondo[97], lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan[98], ex presidente degli Emirati Arabi Uniti ed emiro di Abu Dhabi, deceduto nel maggio 2022. Gli affari venivano svolti segretamente tramite una costellazione di società delle Isole Vergini Britanniche, gestite da un piccolo esercito di discreti intermediari tra cui avvocati di società britanniche d’élite come Eversheds e Fox Williams[99].

Lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, era uno dei proprietari d’immobili più ricchi di Londra[100]

Nell’aprile 2022 un nuovo scandalo[101]: il premier delle BVI Andrew Fahie viene arrestato negli Stati Uniti[102] con l’accusa di traffico di droga e riciclaggio di denaro[103]. Con lui finiscono in carcere l’alto funzionario portuale Oleanvine Maynard e suo figlio Kadeem Stephan Maynard[104]. Il merito va ai funzionari della Drug Enforcement Agency (DEA) statunitense, in Florida, che si sono finti trafficanti di cocaina. Il trio è stato accusato di associazione a delinquere finalizzata all’importazione di oltre 5 kg di cocaina negli Stati Uniti e di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro[105].

Fahie ha chiesto il suo rilascio immediato rivendicando l’immunità diplomatica all’arresto e alla detenzione. Ma Christopher Malcolm, ex procuratore generale, ha affermato che la Costituzione non descrive le BVI come uno Stato distinto. Ha aggiunto: “I leader delle BVI non hanno uno status o un passaporto diplomatico”[106]. Fahie ha concordato una tangente di 700’000 dollari per consentire ai trafficanti di utilizzare i porti per trasportare migliaia di chilogrammi di cocaina dalla Colombia attraverso Tortola[107]. Gli agenti hanno finto di essere trafficanti di cocaina del cartello messicano di Sinaloa[108]. Il più grande fornitore di droga per il mercato statunitense, che in passato era gestito dal re della droga Joaquín “El Chapo” Guzmán, ora in carcere[109].

L’inchiesta sulla corruzione nelle isole, pubblicata dal governatore John Rankin, chiede che la costituzione delle BVI venga sospesa e che le isole tornino sotto il controllo diretto del Regno Unito[110]. Inoltre, si raccomanda di rivedere i pagamenti del governo in materia di welfare, la vendita di terreni pubblici e l’applicazione della legge nelle isole[111], ma la proposta è osteggiata dai politici delle BVI.  L’Organizzazione dei sette Stati dei Caraibi Orientali ha lanciato un fermo avvertimento contro la richiesta: “È sconsigliato imporre un dominio coloniale diretto e la storia di tali imposizioni nei Caraibi non ha mai portato ai risultati desiderati”[112].

L’allora ministro degli Esteri britannico Amanda Milling[113] ha deciso di dare alle BVI l’opportunità di “dimostrare il proprio impegno per le riforme”[114] e permetterà, ad una nuova amministrazione, di attuarle nei prossimi due anni. Ha giustificato la decisione con i progressi fatti tra cui la rimozione di Fahie dal suo ruolo e la creazione di un nuovo governo di unità nazionale, che ha avviato indagini penali. Ma ha aggiunto: “Se sarà chiaro che questo approccio non porterà alla riforma che la popolazione delle BVI vuole e merita, prenderemo provvedimenti”[115].

L’ex premier Andrew Fahie[116]

Quali possano essere questi provvedimenti, è difficile capirlo. Il Regno Unito promuove l’evasione fiscale anche a Belfast, nelle isole Guernsey, Man e Jersey, a Gibilterra, ovunque. Chiudere solo Tortola è ridicolo. La soluzione del controllo diretto di Londra rivela quanta poca riflessione ci sia nel Regno Unito. La sovranità è stata la bandiera che ha guidato la campagna per la Brexit, ma quando si tratta di accettare quella degli altri, come anche in Scozia e nell’Irlanda del Nord, la Gran Bretagna è refrattaria. È innegabile che sia necessario un cambiamento nelle strutture di governance nelle Isole Vergini, ma il cambiamento deve avvenire da uno Stato indipendente. La corruzione non è un problema nuovo nelle Isole, al contrario. Nelle piccole giurisdizioni, ovunque nel mondo, là dove tutti si conoscono, il potere politico diventa un affare di famiglia. Insomma: per il momento non cambia nulla. Londra è piena di cani che abbaiano e, quindi, non mordono.

[1] https://www.transparency.org.uk/british-virgin-islands-corruption-money-laundering-inquiry-latest-news
[2] https://www.offshore-protection.com/bvi-british-virgin-islands-tax-havens
[3] https://commonslibrary.parliament.uk/research-briefings/cbp-9538/
[4] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-20211990
[5] https://www.reuters.com/business/finance/british-treasure-island-tax-havens-face-tempest-2021-06-07/
[6] https://www.theguardian.com/news/2018/jul/12/nevis-how-the-worlds-most-secretive-offshore-haven-refuses-to-clean-up
[7] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-20211990
[8] https://web.archive.org/web/20070928094414/http://dg.ian.com/index.jsp?cid=54918&action=viewLocation&formId=105392
[9] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[10] https://www.britannica.com/topic/Carib
[11] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[12] https://web.archive.org/web/20070928094414/http://dg.ian.com/index.jsp?cid=54918&action=viewLocation&formId=105392
[13] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[14] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[15] https://www.iexplore.com/articles/travel-guides/caribbean/british-virgin-islands/history-and-culture
[16] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[17] https://www.iexplore.com/articles/travel-guides/caribbean/british-virgin-islands/history-and-culture
[18] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[19] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[20] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[21] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[22] https://web.archive.org/web/20070928094414/http://dg.ian.com/index.jsp?cid=54918&action=viewLocation&formId=105392
[23] https://www.pinterest.de/pin/several-historical-landmarks-line-road-towns-main-street-including-the-mid19th-century-post-office-the-georgianstyle-britann–666884657307912167/
[24] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[25] https://www.iexplore.com/articles/travel-guides/caribbean/british-virgin-islands/history-and-culture
[26] https://www.bbc.com/news/world-latin-america-20211990
[27] https://web.archive.org/web/20070928094414/http://dg.ian.com/index.jsp?cid=54918&action=viewLocation&formId=105392
[28] https://www.visitusvi.com/
[29] https://web.archive.org/web/20070928094414/http://dg.ian.com/index.jsp?cid=54918&action=viewLocation&formId=105392
[30] https://www.virginislandsnewsonline.com/en/news/theodolph-h-faulkner-unsung-protagonist-of-1949-great-march
[31] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[32] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[33] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[34] http://www.bvi.gov.vg/content/our-history
[35] https://www.iexplore.com/articles/travel-guides/caribbean/british-virgin-islands/history-and-culture
[36] https://www.isoleverginiusa.it/curiosita/personaggi-famosi/laurance-rockefeller/
[37] https://www.britannica.com/place/British-Virgin-Islands/Government-and-society
[38] https://www.iexplore.com/articles/travel-guides/caribbean/british-virgin-islands/history-and-culture
[39] https://bviglobalimpact.com/global-contribution
[40] https://www.theguardian.com/world/2021/jan/25/british-virgin-islands-at-a-crossroads-as-outgoing-governor-decries-corruption
[41] https://www.ft.com/content/9f102a51-24a5-444e-b2a7-9de6749fbc75
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[43] https://www.ft.com/content/9f102a51-24a5-444e-b2a7-9de6749fbc75
[44] https://tfiglobalnews.com/2021/12/25/infamous-tax-havens-british-virgin-islands/
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[68] https://news.sky.com/story/british-virgin-islands-inquiry-into-claims-of-corruption-and-political-interference-all-with-the-public-purse-12191823
[69] https://www.theguardian.com/world/2022/may/03/caribbean-states-warn-against-direct-rule-of-british-virgin-islands
[70] https://bvi.gov.vg/media-centre/statement-governor-augustus-jaspert-security-update
[71] https://www.transparency.org.uk/british-virgin-islands-corruption-money-laundering-inquiry-latest-news
[72] https://www.ft.com/content/9f102a51-24a5-444e-b2a7-9de6749fbc75
[73] https://www.icij.org/investigations/fincen-files/notorious-tax-haven-british-virgin-islands-to-introduce-public-register-of-company-owners/
[74] https://www.icij.org/investigations/offshore/leaked-records-reveal-offshore-holdings-of-chinas-elite/
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[77] https://www.theguardian.com/world/2014/jan/22/china-haven-british-virgin-islands
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[79] https://www.icij.org/investigations/offshore/leaked-records-reveal-offshore-holdings-of-chinas-elite/
[80] https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/interactive/2013/11/14/business/dealbook/JPMorgan-and-the-Wen-Family.html
[81] https://www.lemonde.fr/en/archives/article/2022/03/14/swissleaks-the-backstory-of-a-worldwide-investigation_5978499_113.html
[82] https://www.theguardian.com/news/2016/apr/04/british-virgin-islands-failed-to-crack-down-on-mossack-fonseca-panama-papers
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[84] https://www.theguardian.com/news/2016/apr/04/british-virgin-islands-failed-to-crack-down-on-mossack-fonseca-panama-papers
[85] https://www.theguardian.com/news/2017/nov/07/paradise-papers-appleby-criticised-failures-terrorist-financing-rules-bermuda
[86] https://www.bbc.com/news/business-41878881
[87] https://www.theguardian.com/world/2020/oct/01/british-virgin-islands-commits-public-register-beneficial-owners-tax-haven
[88] https://bvinews.com/fincen-files-bvi-named-in-global-financial-scandal/
[89] https://www.internationalinvestment.net/news/4020740/bvi-named-fincen-files-leaks
[90] https://bvinews.com/fincen-files-bvi-named-in-global-financial-scandal/
[91] https://www.internationalinvestment.net/news/4020740/bvi-named-fincen-files-leaks
[92] https://www.kyivpost.com/post/7894
[93] https://www.kyivpost.com/ukraine-politics/fincen-files-leak-of-banks-secret-documents-exposes-ukrainians-in-dirty-money-moves.html
[94] https://www.theguardian.com/business/2022/mar/16/alexei-mordashov-russia-richest-man-may-have-avoided-freeze-on-1bn-tui-shares
[95] https://www.theguardian.com/business/2022/mar/16/alexei-mordashov-russia-richest-man-may-have-avoided-freeze-on-1bn-tui-shares
[96] https://www.icij.org/investigations/russia-archive/pandora-papers-shed-light-on-1-4-billion-russian-sanctions-mystery/
[97] https://www.theguardian.com/uk-news/ng-interactive/2020/oct/18/revealed-sheikh-khalifas-5bn-london-property-empire
[98] https://www.britannica.com/biography/Sheikh-Khalifa-ibn-Zayed-Al-Nahyan
[99] https://www.theguardian.com/uk-news/ng-interactive/2020/oct/18/revealed-sheikh-khalifas-5bn-london-property-empire
[100] https://www.theguardian.com/uk-news/ng-interactive/2020/oct/18/revealed-sheikh-khalifas-5bn-london-property-empire
[101] https://www.cityam.com/british-virgin-islands-fight-off-corruption-uk-must-learn-our-help-can-hurt/
[102] https://researchbriefings.files.parliament.uk/documents/CBP-9538/CBP-9538.pdf pag. 11
[103] https://www.reuters.com/world/uk/british-virgin-islands-ex-premier-fahie-pleads-not-guilty-drug-charges-2022-05-25/
[104] https://www.nytimes.com/2022/04/28/us/british-virgin-islands-premier-arrested.html
[105] https://www.bbc.com/news/uk-61266526
[106] https://www.theguardian.com/world/2022/may/03/caribbean-states-warn-against-direct-rule-of-british-virgin-islands
[107] https://www.nytimes.com/2022/04/28/us/british-virgin-islands-premier-arrested.html
[108] https://www.bbc.com/news/uk-61266526
[109] https://www.bbc.com/news/world-us-canada-49022208
[110] https://news.sky.com/story/british-virgin-islands-should-have-constitution-suspended-says-corruption-report-raising-prospect-of-rule-from-london-12601859
[111] https://www.bbc.com/news/uk-61736373
[112] https://www.theguardian.com/world/2022/may/03/caribbean-states-warn-against-direct-rule-of-british-virgin-islands
[113] https://www.gov.uk/government/people/amanda-milling
[114] https://researchbriefings.files.parliament.uk/documents/CBP-9538/CBP-9538.pdf pag. 14
[115] https://www.bbc.com/news/uk-61736373
[116] https://www.reuters.com/world/uk/british-virgin-islands-ex-premier-fahie-pleads-not-guilty-drug-charges-2022-05-25/

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CAT: Capitali, Geopolitica

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