Energia, costo del denaro e auto: tre motivi per essere ottimista

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28 Ottobre 2014

In un momento in cui l’economia italiana non cresce e c’è la sensazione che non può mai più crescere, credo è utile evidenziare certi problemi notevoli che l’hanno afflitta di recente e che questi venti stanno per non soffiare più contro come prima. I 3 sono l’energia, il costo del denaro/le banche e le auto.

L’energia

Come si sa, l’Italia non ne è dotata con dei fonti d’energia a differenza dell’Arabia Saudita o già la Germania e la Francia che possono contare sul carbone (Germania soprattutto), i rinnovabili e l’energia nucleare per produrre in casa il 40-50% delle esigenze per l’energia. Mentre l’Italia nel 2013 è arrivata al solo 23%. Molto meglio rispetto al 14% del 2006 ma sempre un peso enorme quando il prezzo del barile di greggio è salito dai circa € 25 nel 2003 ai circa € 75 nel 2013. L’esborso totale per le esigenze energetiche così sono salite dai € 31mld nel 2003 ad un picco di € 106mld nel 2011 per scendere già a € 92mld nel 2013 (per semplificare, in tutti questi calcoli lavoro con l’ipotesi che ogni tonnellata di greggio equivalente (MTOE) costa come una tonnellata di greggio). La differenza di € 60mld è equivalente a spendere il 4% del PIL ogni anno in più per l’energia, già meglio del 2011 quando la cifra era al 5%. E già questa cifra esagera un po’ l’esborso perché include anche l’energia prodotta in casa. E come sopra vediamo la novità buona è che l’Italia ha aumentato la quantità di energia prodotta in casa. Quindi l’esborso all’estero era € 26mld nel 2003, ha raggiunto un picco nel 2011 dei € 87mld e adesso siamo ai € 71mld, ‘solo’ il 3% in più. Come si vede nella tabella, il progresso è lento ma l’Italia deve cercare ogni anno di utilizzare più fonti rinnovabili e creare una politica che spinge verso il risparmio energetico per spingere questo bilancio nel suo favore e farsi che il peso dello sbilancio energetico diventa più leggero. La tabella che segue mostra l’esigenza per anno in MTOE, il costo stimato, quanto viene prodotto in Italia (include anche la produzione di greggio e di gas italiano) e il % dei rinnovabili sull’esigenza totale:

Esigenza, MTOE Costo, € % prodotto in casa € all’estero Produzione Italia, MTOE Rinnovabili, % Rinnovabili, MTOE
2003 181,90 31222 15,50% 26382 28,0 5,50% 10
2004 185,30 40186 15,30% 34037 28,1 6,00% 11
2005 185,60 62167 14,50% 53153 26,7 5,30% 9,7
2006 184,90 69267 14% 59570 25,4 5,30% 9,7
2010 173,20 79453 16,90% 66025 29,2 10,00% 17,3
2011 169,50 105802 17,80% 86970 30,0 10,60% 17,8
2012 163,20 101001 20,40% 80396 33,4 12,80% 20,9
2013 158,80 92166 23,10% 70875 36,6 15,50% 24,6

BP, Statistical Review of World Energy 2013, stime mie

Insieme al calo del costo complessivo dell’energia, c’è in atto in Italia dopo anni di aumenti un calo del prezzo dell’energia elettrica e anche una riduzione di quanto in più l’elettricità costa in Italia rispetto alla Germania e la Francia. La tabella sotto mostra l’andamento per gli anni 2005-2013 e la media che ho calcolato per il 2014:

€/MWh Italia Germania Francia IT-DE IT-FR
2005 58,6 46,0 46,7 12,6 11,9
2006 74,8 50,8 49,3 24,0 25,5
2007 71,0 38,0 40,9 33,0 30,1
2008 87,0 65,8 69,2 21,2 17,8
2009 63,7 38,9 43 24,8 20,7
2010 64,1 44,5 47,5 19,6 16,6
2011 72,2 51,1 48,9 21,1 23,3
2012 75,5 42,6 46,9 32,9 28,6
2013 63,0 37,8 43,2 25,2 19,8
2014, gen-lug 49,0 32,3 33,3 16,7 15,7

GME, stima mia 2014

L’Italia ha utilizzato 289mln di MWh di elettricità nel 2013, un risparmio del € 14 per ogni MWh vuole dire spendere € 4mld in meno e rendere le aziende italiane più competitive con quelle oltre gli alpi. Non aspetto che tutto questo risparmio viene realizzato perché se guardo la bolletta vedo che il costo del MWh per me è sceso da € 0,0898 a gennaio 2013 a € 0,0768 a maggio 2014, ma è sempre il 15% in meno. Per concludere, l’energia costa troppo, l’Italia non ne abbia, ma i passi per ridurre questa mancanza ne vediamo e già la situazione migliora. Se il prezzo del greggio rimane intorno ad $ 80 come adesso ci sarà un risparmio ulteriore di circa 15 miliardi di € all’anno, l’1% del PIL.

Il costo del denaro e le banche

Ho calcolato che lo scorso anno l’Italia ha pagato circa il 4% sul suo debito con una durata media di 7 anni. Questo vuole dire che il governo rifinanzia un settimo del debito al nuovo tasso ogni anno. Un calo dell’1,5% del tasso di interesse pagato per quest’anno (che rispecchia il calo del rendimento che abbiamo visto fino ad oggi) significherebbe pagare 4,5 miliardi in meno all’anno: il 0,3% del PIL. E se i tassi rimangono a questi livelli, la cifra andrà a 6 miliardi per l’anno 2015. Procedendo così, l’Italia toglierà oltre l’1% al deficit di bilancio entro il 2017. E questo contribuirà a ridurre il costo dell’emissione di obbligazioni per le aziende e specialmente per le banche. E vediamo che in effetti il problema che le banche hanno creato l’anno scorso sta diminuendo. L’anno scorso le banche hanno ridotto i crediti alla clientela dai € 88mld o il 7,6% del totale, equivalente al 5,6% del PIL. La tabella sotto mostra i calcoli per le banche principali:

Crediti al cliente 2012, € mld 2013, € mld % Assoluto, € mld H1 14 % Assoluto, € mld
Unicredito 311,8 276,8 -11,2% -35,0 270,7 -2,2% -6,1
Intesa San Paolo 329,2 305,2 -7,3% -24,0 298,5 -2,2% -6,7
Monte Paschi 142 131,2 -7,6% -10,8 132,8 1,2% 1,6
BNL 68,8 63,7 -7,4% -5,1 63,7 0,0% 0
Banco Popolare 91,5 86,1 -5,9% -5,4 84,6 -1,7% -1,5
UBI Banca 92,9 88,4 -4,8% -4,5 87,1 -1,5% -1,3
Popolare di Milano 34,8 33,3 -4,3% -1,5 32,5 -2,4% -0,8
Cariparma 33,4 33,1 -0,9% -0,3 33,3 0,6% 0,2
BPER 48 46,5 -3,1% -1,5 45,4 -2,4% -1,1
Totale 1152,4 1064,3 -7,6% -88,1 1048,6 -1,5% -15,7

Stime mie

Si vede che nella prima metà dell’anno invece il calo è del solo € 16mld e che tre banche sono iniziate ad aumentare i crediti. Con le ricapitalizzazioni eseguite e l’annuncio del tLTRO dalla BCE le banche dovrebbero avere adesso sia i mezzi sia l’incentivo per erogare nuovi prestiti alle famiglie e alle aziende. In più, gli interessi pagati sui crediti già accesi scendono per il taglio al costo del denaro. 0,25% in meno per il costo del denaro su € 1050mld di prestiti è uguale a € 2,6mld. In più si vede che le aziende possono emettere le loro obbligazioni a tassi più bassi che lascia più soldi per investire o ridurre il loro debito. Di nuovo, il processo sarà lento, sia per l’enormità del debito italiano sia per le sofferenze che le banche hanno in pancia, ma il processo è iniziato e lo slancio è positivo.

Le auto

E finalmente le auto. Specificamente le Alfa, prodotte in Italia. Per dare un idea di quanto non raggiungere il piano 2010-2014 per questo marchio costa all’Italia e quanto invece le esportazioni ai paesi fuori dell’Europa hanno aiutato l’economia tedesca. Il piano 2010-2014 prevedeva 350.000 Alfa vendute e 85.000 Alfa esportate agli Stati Uniti: Fiat, piano industriale 2010-2014, FGA A Way Forward, pagina 27 Le Lancia/Chrysler, solo la Ypsilon doveva essere prodotta in Europa e fuori dell’Italia, quindi non viene inclusa. Invece le vendite erano 64.000 per Alfa nel 2013:

Auto vendute, 000 2009 2010 2012 2013
Alfa 111 110 90 64
BMW, Europa 572 609 641 640
Globale 1069 1224 1540 1964
Mercedes, Europa 587 586 587 617
Globale 1093 1276 1452 1566
AUDI, Europa 613 624 704 693
Globale 950 1092 1457 1578
Vendite tedesche, Globale 3112 3592 4449 5108
Vendite tedesche, Europa 1772 1819 1932 1950
Vendite tedesche, ex-Europa 1340 1773 2517 3158

Acea, Bilanci BMW, Daimler, Volkswagen

Vendere 64.000 auto invece di 435.000 ad un prezzo medio di € 25.000 se assumo se iniziavano a vendere qualcosa come un Audi A4, BMW 3 series insieme alla Mito e alla Giulietta vuole dire che l’Italia perde € 9mld all’anno. E ho voluto evidenziare Alfa perché, mentre uno può dire che era difficile per la Fiat, macchine non di lusso, a raggiungere le vendite previste con l’economia italiana in calo drastico, le cifre per le vendite globali delle macchine di lusso tedesche mostrano che un marchio di lusso, come Alfa, gestito bene poteva vedere un aumento notevole delle vendite in questo periodo. Invece di un calo. Anche tenere le vendite al livello del 2009 come hanno fatto le case di automobili tedesche doveva essere possibile se guardiamo le vendite tedesche in Europa in salita in questo periodo. Adesso Fiat vuole rilanciare Alfa, iniziando con la 4C e raggiungere 400.000 auto vendute nel 2018. Se riesce, farebbe solo un gran bene all’economia italiana. Peggio di 64.000 auto vendute è difficile.

Per mettere tutto insieme, si spera che l’energia produce un effetto positivo dell’1% del PIL, il denaro e le banche uguale e le auto il 0,5% nell’arco dei prossimi 2-3 anni invece di essere un peso simile. E un modo semplice di aiutare a risolvere i primi due problemi, utilizzare il denaro messo a disposizione dal tLTRO per finanziare dei progetti che portano ad un risparmio energetico e utilizzare i soldi risparmiati per finanziare il credito. E’ probabile che si può finanziare i comuni, le regioni tramite l’emissione di obbligazioni ABS dedicate ai progetti efficienti. Così se il comune non ha i soldi subito per un progetto può farlo in ogni caso grazie allo sfruttamento della differenza fra il costo del denaro e quanto risparmiano dall’utilizzo minore di energia.

TAG: Banche e Assicurazioni, Energia, Macchine
CAT: Capitali, macroeconomia, manifattura

Un commento

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  1. dodobeltrame 9 anni fa

    sul energia, dai un’occhiata al mio blog www.edoardobeltrame.com dove troverai informazioni interessanti. alcuni interventi li riprendo qui. ciao

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