Vero, il primo robot che raccoglie mozziconi. La sperimentazione a Genova

Genova

VERO, il robot che raccoglie mozziconi

A Genova tecnologia e ambiente fanno squadra (per davvero)

14 Luglio 2025

Il futuro, a Genova, cammina su quattro zampe, si chiama VERO ed è l’acronimo di Vacuum-cleaner Equipped Robot, il primo robot che raccoglie mozziconi aggirandosi tra i ciottoli del porticciolo di Nervi come un piccolo animale meccanico dal cuore ecologista.

Sembra fantascienza ma non lo è: è la faccia ultra-tech di un progetto concreto e intelligente che mette insieme studenti, scienziati, istituzioni e cittadini in una sfida reale contro uno dei rifiuti più piccoli e tossici del nostro tempo. I mozziconi delle sigarette.

Il 17 giugno scorso, nell’ambito dell’iniziativa “Il mare comincia qui”, è andato in scena un esperimento virtuoso di tutela ambientale, tecnologia e consapevolezza. E Genova, ancora una volta, ha saputo essere laboratorio di innovazione e responsabilità. In poche ore, 7.500 mozziconi raccolti e differenziati. Non da soli, certo: al fianco di VERO, le mani (e i cervelli) degli studenti dell’International School of Genoa, volontari, scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia, startup e associazioni. Una vera e propria alleanza urbana per ripulire la costa e immaginare soluzioni che non siano solo dimostrative ma, si spera, permanenti.

Perché c’è una cosa che spesso dimentichiamo: i mozziconi di sigaretta non sono carta, e non sono affatto innocui. Anzi. Ogni filtro può rilasciare nel mare oltre 7.000 sostanze tossiche, tra cui microplastiche, nicotina, metalli pesanti. Bastano due mozziconi per contaminare 1.000 litri d’acqua. E in Italia, ogni anno, ne finiscono nell’ambiente 13mila tonnellate. Fate voi i conti.

Secondo i dati, il 40% dei rifiuti galleggianti in mare sono proprio filtri di sigaretta. Una minaccia silenziosa, capillare, che uccide biodiversità e si infiltra nella catena alimentare. Ecco perché iniziative come quella genovese non sono folklore. Sono necessità.

VERO è un piccolo robot, un grande segnale. Quindi torniamo a lui, il protagonista metallico. VERO è un quadrupede robotico progettato all’IIT di Genova nell’ambito del progetto RAISE – Robotics and AI for Socio-economic Empowerment. Ha un’anima tecnologica sofisticata, fatta di telecamere, sensori, algoritmi. Eppure è anche qualcosa di più: una metafora concreta di quello che la scienza può (e deve) fare quando guarda al bene comune.

Cammina, aspira mozziconi, individua rifiuti. E intanto raccoglie anche stupore: “Non è cosa di tutti i giorni vedere un robot che pulisce il mare”, ha raccontato Claudio Semini, responsabile del progetto. “Le persone si avvicinano, fanno domande, lasciano suggerimenti”. In altre parole, VERO non solo pulisce, educa.

Ma qui a Genova, però nessuno si accontenta di fare pulizia una volta all’anno. Gli studenti (e non solo loro) hanno idee chiare: trasformare i mozziconi in risorsa. Sì, perché i filtri, composti al 60% da acetato di cellulosa, possono diventare nuovi materiali: imbottiture, tessuti tecnici, persino montature per occhiali.

Nasce da qui la proposta di un progetto pilota per il riciclo locale dei mozziconi, presentato al Comune di Genova. Per chiudere il cerchio, o meglio: per non disperderlo mai più.

Il progetto ha coinvolto anche il Centro sportivo SAL, l’Università di Genova, OUTBE, l’Acquario di Genova, volontari come PuliAMO la Foce e il Comitato Pegli Bene Comune. E ha ricevuto il sostegno dell’Unicef, dell’Unesco e del progetto europeo ProBleu.

Ma al di là dei loghi, il vero senso dell’iniziativa è questo: il mare comincia proprio sotto i tuoi piedi. E il gesto più semplice, buttare una cicca in terra, può avere conseguenze enormi.

I giovani lo hanno capito, gli scienziati lo dimostrano, la tecnologia lo amplifica. Ora tocca a noi.

Perché sì, anche un robot può insegnarci come si sta al mondo.

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