Milano
Brains Day 2025: com’è andata la nostra giornata dedicata al futuro di Milano
Lavorare, studiare, abitare e vivere a Milano. Di questo e molto altro abbiamo parlato ieri, durante il Brains Day 2025, dedicato al futuro della città, con autori, lettori, professionisti e politici
Si è svolto ieri, 1 dicembre, il Brains Day 2025, la giornata di confronto pubblico promossa dal nostro giornale online Gli Stati Generali e dedicata, in quest’edizione, al futuro della città di Milano. L’evento che ha riunito, per un’intera giornata, cittadini, professionisti, studiosi, rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico e culturale. Il Brains Day 2025 – organizzato in collaborazione con ATM, Banca Ifis, CAP Holding, Fondazione Housing Sociale e SEA Aeroporti di Milano – ha proposto un programma intenso: panel di approfondimento, contributi video e sessioni di “Brains Time”, spazi aperti in cui i partecipanti hanno potuto intervenire direttamente con idee, proposte e riflessioni.
La giornata – organizzata con il sostegno si è aperta con il saluto del direttore responsabile del glistatigenerali.com, Jacopo Tondelli ed è stata scandita da pillole-video realizzate, in forma di intervista, con il Prof. Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi, che ha letto il presente e le linee di sviluppo della città di Milano con le lenti della demografia. Tra i temi al centro della discussione: lavoro, abitare, mobilità urbana, attrattività internazionale, trasformazione urbana, cultura, partecipazione civica. Una fotografia complessa di una città che continua a crescere ma che, allo stesso tempo, manifesta nuove fragilità e bisogni emergenti.

Tra i temi al centro della discussione: lavoro, abitare, mobilità urbana, attrattività internazionale, trasformazione urbana, cultura, partecipazione civica. Una fotografia complessa di una città che continua a crescere ma che, allo stesso tempo, manifesta nuove fragilità e bisogni emergenti.
Le città cannibali
Al panel introdotto da Giulio Buciuni, professore associato in Entrepreneurship e Innovation Trinity College Dublino, hanno partecipato anche Eric Ezechieli, degenerative designer di Nativa, Andrea Forghieri, alla guida di Intesa Sanpaolo per il sociale, Federica Verona, architetta e consigliera di amministrazione di CCL, fondatrice di Super – Il Festival delle Periferie.
«La città è tornata a essere la scala territoriale chiave per interpretare e affrontare le sfide e le opportunità dell’economia contemporanea. Se facciamo questo esercizio in Italia, non possiamo che partire da Milano, l’unica città alpha del paese, ma anche una città cannibale che assorbe una quota crescente delle risorse nazionali e genera nuove forme di disuguaglianza interna. Per questo il forum organizzato da Stati Generali è rilevante e attuale. Serve ora dare continuità a questo dibattito», ha osservato Buciuni.
Nel suo intervento, Forghieri, Executive Director di Intesa Sanpaolo per il Sociale, ha sottolineato l’impegno del Gruppo a promuovere una crescita più inclusiva a Milano e in tutto il Paese, evidenziando come l’azione sociale sia diventata un elemento fondamentale per generare valore e una componente centrale della strategia della banca.

Lavorare a Milano
Paolo Manfredi, consulente per Confartigianato, si è confrontato sul tema del lavoro a Milano e non solo, con Giorgia Serughetti, professore di filosofia politica all’Università di Milano Bicocca, Yuri Santagostino, presidente di Gruppo CAP e Luca Stanzione, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano.
«Milano rischia di perdere la sua storica promessa di opportunità per tutti: una città dove il lavoro abbonda, ma si divide sempre più tra mansionari d’élite e working poor – spiega Manfredi -. A spezzare questa polarizzazione può essere solo il ritorno di una manifattura evoluta, capace di ricostruire quella classe media che è stata il motore dell’ascensore sociale. Serve riconoscere che artigianato tecnico, produzione avanzata e manifattura urbana sono oggi leve strategiche per trattenere talenti, stabilizzare i redditi e rendere Milano competitiva. Senza questo, la città resta una stazione di passaggio per pochi e un terreno inaccessibile per molti».

Yuri Santagostino, Presidente del Gruppo CAP, ha dichiarato: «La competitività di Milano passa dalla capacità di valorizzare l’intero ecosistema metropolitano, superando la tradizionale dicotomia tra città e hinterland. Le imprese, e in particolare le aziende pubbliche, sono chiamate oggi a svolgere un ruolo determinante non solo sul piano economico, ma anche su quello sociale e territoriale. Come Gruppo CAP riteniamo fondamentale contribuire allo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Milano attraverso investimenti infrastrutturali, programmi di welfare evoluto e iniziative che favoriscano la coesione sociale e migliorino la qualità della vita».
Turismo, reti globali, internazionalizzazione
Armando Brunini, amministratore delegato di SEA Aeroporti di Milano, e Giovanni Bozzetti, presidente di Fondazione Fiera Milano hanno partecipato a un dialogo condotto da Cheo Condina, giornalista di Radiocor Il Sole 24 Ore, con il supporto di una ricerca realizzata da Banca Ifis, sulle opportunità e le sfide che una città internazionale e ormai turistica come Milano dovrà affrontare nei prossimi anni e nel futuro recente con i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026.
«Nei primi sei mesi del 2025 Malpensa è l’aeroporto cresciuto di più in termini percentuali in Europa, in particolare proprio sulle destinazioni a lungo raggio. Oggi abbiamo un numero di collegamenti pari a Vienna, Zurigo, a Barcellona, Monaco, tutte città che si appoggiano su un vettore di bandiera, che manca invece a Milano – ha spiegato Brunini -. Tutto questo è stato ed è possibile grazie a un’attività di marketing più spinta sulle compagnie degli altri paesi. È una strategia che sta funzionando: ogni anno aggiungiamo nuovi collegamenti o aumentiamo le frequenze esistenti. Basti pensare che prima del Covid eravamo collegati con solo due città cinesi, quindi Pechino e Shanghai, oggi i collegamenti diretti sono saliti a dieci».

Bozzetti, Presidente di Fondazione Fiera Milano, ha dichiarato: «Milano è l’unica vera città internazionale d’Italia e ha sicuramente ancora la capacità di attrarre talenti, investimenti e imprese. Ma tutto questo va governato, serve una visione di sistema: in questa direzione va l’Alleanza per il Made in Italy, con cui Fondazione Fiera ha riunito filiere e operatori per valorizzare un settore che genera 4,5 milioni di visitatori, 40 mila espositori e un indotto di 8 miliardi. Le Olimpiadi, d’altro canto, rappresentano una grande opportunità, perché offriranno a Milano una visibilità mondiale e la possibilità di ripartire con slancio, così come accadde con Expo».
Milano, la città della mobilità pubblica
In dialogo con il direttore Jacopo Tondelli, Amerigo Del Buono, Direttore operativo di Atm, ha dichiarato: «Negli ultimi vent’anni la rete metropolitana di Milano è aumentata di circa 30 chilometri con due nuove linee. Questo ha favorito la crescita del numero di passeggeri che registra un aumento del 3% rispetto al 2024, anche grazie all’apertura dell’intera M4, opera strategica che collega l’aeroporto di Linate con il centro della città. Tutto ciò conferma che la mobilità accompagna lo sviluppo strategico della Milano di oggi e del futuro e che dobbiamo continuare a investire per aumentare il sistema di trasporto».

Abitare a Milano
Giordana Ferri, Direttrice Esecutiva della Fondazione Housing Sociale, Lorenzo Fabbri, di Jungle Agency, Alessandro Maggioni, presidente di CCL e Giacomo Negri, insegnante e attivista per il diritto alla casa di via Padova, si sono confrontati, moderati da Tondelli, su un tema di cui oggi è impossibile non parlare quando si parla di Milano, come durante il Brains Day, quello dell’abitare e del diritto di vivere nella città in cui si lavora, a fronte dell’aumento persistente del costo della vita e delle case.
«L’abitare non è limitato alla questione della casa, ma riguarda la città, l’urbanistica. E l’urbanistica non è fredda materia giuridica, ma calda disciplina permeata di Politica. Cosa auspicare, dunque, per Milano nel suo futuro prossimo? La capacità di rimettere al centro del dibattito e dell’azione l’urbanistica, coniugando efficacia e giusta velocità dei processi con una solida e adeguata discussione con la collettività», ha dichiarato Maggioni.
Con Abitare in via Padova – ha detto Giacomo Negri – siamo convinti che la casa non può essere una questione privata: si tratta, al contrario di un tema di interesse generale, che va pertanto affrontato tramite politiche pubbliche coraggiose e strutturali. Una riattivazione del tessuto democratico di Milano non può che passare dalla consapevolezza che il diritto all’abitare – intenso come l’accesso non solo a un alloggio dignitoso, ma anche a servizi e spazi pubblici che garantiscano la possibilità di costruirsi una vita degna – è premessa indispensabile al godimento di altri diritti fondamentali, quali quello allo studio, al lavoro, alla salute e quindi alla partecipazione sociale alla vita della nostra città.

A seguire, il regista Federico Frascherelli (per tutti Fritz), ha presentato il teaser del documentario che ha in progetto, intitolato Ambaradam San Siro come mondo. Il documentario sviluppa il racconto attraverso due sguardi, due binari narrativi per raccontare una delle icone della città di Milano: lo stadio San Siro. Il presente di chi ci lavora e il passato del ricordo. Da una parte l’osservazione e la partecipazione all’allestimento del grande scenario: lo stadio. Dall’altra il calcio e i suoi testimoni, i tifosi. Il tempo dell’attesa e quello del ricordo, il sogno del prima e quello del dopo. L’attesa, osservando chi lavora, il ricordo guardandosi intorno come se ci si stesse guardando indietro.

Il Brains Day di quest’anno è stata anche l’occasione per ascoltare interventi e contributi da autori, lettori, lavoratori e cittadini che hanno a cuore il futuro della città. Tra questi, Federico Gilardi, del Centro Martini nell’Università Milano Bicocca, Davide Agazzi, consulente, Enrico Pedrelli, cooperatore, Luciano Fasano, docente di Scienza politica e l’architetto Cristoforo Bono.
Tra industria del divertimento e innovazione sociale
Andrea Pontiroli, ceo di Santeria srl, in un dialogo con il direttore Tondelli, ha raccontato la sua esperienza da lavoratore e imprenditore nell’industria dell’intrattenimento e musicale, un settore vario che si rivolge principalmente ai giovani ma anche alle altre generazioni.
«Oggi a Milano la domanda dal settore dell’intrattenimento si è evoluta, è ampia e varia. Ad esempio, ci sono situazioni come i Silent Book Party, che uniscono il ragazzo di 18 anni alla persona di 45 e sono allo stesso evento, con lo stesso spirito e sono sicuri di voler essere lì in quel momento. La città non viaggia più per schemi ma la domanda si muove più per community – ha spiegato Pontiroli – . La cosa che è cambiata però e che ci deve far pensare è che dopo il Covid abbiamo un impoverimento dei luoghi dello spettacolo, cioè il numero di luoghi dello spettacolo in città ha preso a diminuire al posto che ad aumentare, questo perché i costi e le politiche non riescono a sopportare l’imprenditoria dello spettacolo. Il problema non si pone per chi c’è già, ma è per le nuove generazioni, che vogliono o vorranno lavorare in questo settore. A 25 anni, a 30 anni, in questo momento a Milano non sarei in grado di aprire un locale e quindi la risposta deve arrivare dall’insieme del tessuto e dalla politica».

In seguito il sociologo e professore Paolo Natale, dell’Università degli Studi di Milano, La Statale, ha presentato la ricerca sulla città condotta insieme ai suoi studenti, ai quali ha chiesto di aggiornare l’indagine che misura la percezione della qualità della vita. «Un lavoro che per la prima volta misura il peso dei giudizi di chi non va alle urne — ha spiegato Natale — una fetta rilevante di cittadini apatica, scontenta, lontana dalla politica, convinta che la città sia peggioratissima. A livello generale resta una valutazione positiva sulla città, in particolar modo sui trasporti, il verde, sulla soddisfazione del fabbisogno commerciale. C’è poi un decremento dei giudizi positivi sulla sicurezza e sull’immigrazione, che continua ad aumentare». Quanto al sindaco Beppe Sala, i voti negativi oggi sono il 59 per cento. In periferia Sud, il gradimento scende a 35 per cento (un anno fa era al 54). «I voti più brutti, come del resto sulla città, arrivano da chi non si riconosce in nessun partito e non ha votato alle amministrative», ha dichiarato il professore. Chi è andato alle urne, votando a destra o a sinistra non importa, ha una maggiore propensione a valutare Sala positivamente. È il 54 per cento a farlo, contro il 27 per cento degli astensionisti. «Il ventre molle della popolazione milanese, e oggi di tutta Italia, che non ha nessuna appartenenza politica e pensa che non serva».

Fare politica a Milano
La giornata si è conclusa con il dibattito Fare politica a Milano e da Milano: un dialogo con Raffaele Cattaneo, Pierfrancesco Majorino, Marco Osnato moderati da Jacopo Tondelli.
Cattaneo, nella sua analisi della città, ha sottolineato la forte concentrazione di ricchi e ultraricchi a Milano, un dato che è stato molte volte analizzato nei mesi scorsi, per evidenziare la necessità di un cambio di passo, e della costruzione di un nuovo paradigma che riporti Milano a essere una città “per tutti”. Osnato, ricollegandosi all’indagine presentata da Paolo Natale, ha sottolineato la progressiva disaffezione dei milanesi dal voto, indicando proprio nell’area dell’astensione lo spazio di crescita per il centrodestra che non governa Milano da ormai quasi quindici anni. Majorino, già assessore al Welfare con Pisapia e nella prima giunta Sala, ha sottolineato la forza della capacità di assistenza di Milano ai bisognosi “che non ha eguali in Italia per numeri e intensità”. Sul versante più strettamente politico, stimolati sull’avvicinarsi della fine dell’era-Sala e delle elezioni del 2027 e sull’eterno ritorno del rito milanese che tende ad affidarsi ai tecnici e ai candidati “civici”, i tre protagonisti del dibattito hanno declinato con chiarezza la loro visione. Cattaneo ha esplicitamente sostenuto la necessità di un sindaco politico, e ha fatto il nome di Maurizio Lupi, leader del gruppo di Noi Moderati cui anche Cattaneo fa riferimento. Osnato non ha invece escluso che sia un civico la sintesi giusta, e anche Majorino non ha escluso questa possibilità, ma ritenendo comunque imprescindibile il passaggio delle primarie.

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